Bce: rialzo dei tassi al 3%, stesso aumento previsto a marzo

La Bce ha innalzato i tassi d’interesse di 50 punti base e lo stesso aumento è previsto per marzo, l’obiettivo è far diminuire l’inflazione. Lagarde: “Continuità e coerenza caratterizzano la politica monetaria”

di Mario Tosetti

La Bce ha deciso di alzare i tassi d’interesse di mezzo punto percentuale, pertanto sulle operazioni di rifinanziamento principali, sulle operazioni di rifinanziamento marginale e sui depositi presso la banca centrale saranno innalzati rispettivamente il tasso sui rifinanziamenti principali al 3%, quello sui depositi al 2,50%, e quello sui prestiti marginali al 3,25% con effetto a partire dall’8 febbraio. “Alla luce delle spinte inflazionistiche di fondo, esso intende innalzare i tassi di interesse di altri 50 punti base nella prossima riunione di politica monetaria a marzo, per poi valutare la successiva evoluzione della sua politica monetaria”, si legge inoltre nello statement rilasciato al termine della riunione odierna.

Secondo la politica adottata dalla Bce “mantenere i tassi di interesse su livelli restrittivi farà diminuire nel corso del tempo l’inflazione frenando la domanda e metterà inoltre al riparo dal rischio di un persistente incremento delle aspettative di inflazione. In ogni caso, anche in futuro le decisioni del Consiglio direttivo sui tassi di riferimento saranno guidate dai dati e rifletteranno un approccio in base al quale tali decisioni vengono definite di volta in volta a ogni riunione”.

“Continuità” e “coerenza” sono le caratteristiche, secondo la presidente Christine Lagarde, dell’attuale politica monetaria. Il rialzo dei tassi di febbraio e l’annuncio di quello di marzo sono stati decisi “con un grande consenso” e, ha aggiunto la presidente “abbiamo altra strada da percorrere”.

La BCE ha inoltre definito le modalità di riduzione delle consistenze dei titoli detenuti dall’Eurosistema nel quadro del Programma di acquisto di attività (PAA). La decisione era stata annunciata lo scorso dicembre e, in quell’occasione, la Bce ha reso noto che il ritmo di tale riduzione sarà pari in media a 15 miliardi di euro al mese dall’inizio di marzo alla fine di giugno 2023 e verrà poi determinato nel corso del tempo.

Il reinvestimento dei titoli pubblici sarà quindi “parziale” rispettando le proporzioni dei rimborsi – per nazione ed emittente nazionale e sovranazionale – esistenti; mentre per i corporate bond saranno preferiti i titoli più “verdi”. Il portafoglio “pandemico” sarà invece reinvestito in pieno almeno fino alla fine del 2024, con la flessibilità finora garantita per evitare rischi di malfunzionamento del meccanismo di trasmissione della politica monetaria. Fatto salvo l’obiettivo della BCE della stabilità dei prezzi, tale approccio è coerente con l’obiettivo della graduale decarbonizzazione delle consistenze di obbligazioni societarie dell’Eurosistema, in linea con gli obiettivi dell’Accordo di Parigi.

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