Borsa di Londra, record in negativo per molte società quotate: peggio di quanto accadeva nel 2008

Dai dati del rapporto di EY-Parthenon emerge una situazione molto preoccupante in Gran Bretagna. Ben 294 società quotate hanno lanciato profit-worning, il 18,2% delle società quotate è in stato di crisi: i dati sono peggiori del 2008 anno della grande crisi finanziaria

di Carlo Longo

Il rapporto della società di revisione Ernst & Young con Parthenon ha fornito un quadro molto preoccupante della situazione delle società quotate in Gran Bretagna. Nel 2023, ben 294 società quotate hanno lanciato profit warning, una percentuale del listino superiore a quella del 2008, all’apice della grande crisi finanziaria.

Il rapporto ha inoltre rilevato che il 18,2% delle società quotate è in stato di crisi, contro il 17,7% registrato nel 2008. Le cause di questa situazione sono molteplici, ma tra le principali si possono annoverare: l’aumento dei tassi d’interesse che ha portato a una scarsa propensione a investire, l’impennata dei costi che ha minato la fiducia dei consumatori, la crisi dei consumi che ha costretto i consumatori britannici a tirare la cinghia.

Questi fattori hanno portato a un calo dei profitti delle società quotate, che si prevede continuerà nei prossimi mesi.

Le conseguenze per l’economia britannica

Le difficoltà delle società quotate stanno avendo un impatto negativo sull’economia britannica. In particolare, stanno contribuendo a rallentare la crescita economica, a ridurre la creazione di posti di lavoro e ad aumentare la disoccupazione.

Inoltre, stanno aumentando il rischio di fallimenti aziendali, che potrebbero avere un impatto negativo sul mercato del lavoro e sulla fiducia degli investitori. Il governo britannico è consapevole della situazione e sta adottando misure per sostenere le imprese, ma è probabile che le difficoltà delle società quotate continueranno a rappresentare una sfida per l’economia del Regno Unito nei prossimi mesi.

Le prospettive per il 2024

Le previsioni per il 2024 sono ancora incerte, dato che l’economia resta debole e lo spettro della recessione non è ancora stato fugato.

L’aspettativa è di un divario crescente tra le società in grado di cogliere le opportunità e trarre profitto dalla crescita, per quanto limitata, e quelle che invece sono frenate dall’impatto delle recenti pressioni sugli utili, dalle difficoltà nell’ottenere finanziamenti e dal costo del capitale che resta elevato.

Le imprese sperano in un calo sia dell’inflazione che dei tassi d’interesse più rapido del previsto, ma ci sono molti altri fattori che determineranno se ci sarà un atterraggio morbido per l’economia.

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