Borse, l’incertezza cinese determina un calo generalizzato per i mercati europei: crolla il prezzo del petrolio

di Mario Tosetti

All’inizio di questa settimana le borse europee non hanno avuto il tempo di festeggiare la rielezione del presidente francese Emmanuel Macron che hanno risentito negativamente della paura per l’avanzata del Covid in Cina. In particolare, dopo aver assistito al crollo dei listini cinesi, dovuto ai timori che la strategia di contenimento del contagio da Covid possa frenare la crescita di Pechino e determinare difficoltà nella filiera della catena di fornitura globale,  con Shanghai che ha chiuso a -5,1% e Shenzen a -6,5%, in Europa le principali borse europee hanno ceduto: Londra ha perso l’1,7%, Parigi 1,5%, Milano l’1,4%e Francoforte l’1,2%.

Gli effetti sono stati evidenti sulle materie prime, il petrolio è sceso del -3,8%, con il  West Texas Intermediate – un tipo di petrolio prodotto in Texas e utilizzato come benchmark nel prezzo del petrolio- a quota 98,3 dollari al barile  e il petrolio brent a 102,8 dollari. A Shangai, inoltre, i future sull’alluminio hanno perso il 47%, quelli sull’acciaio rebar il 15%, sulle bobine laminate a caldo il 16,9%, a Dailan il ferro ha perso a Dailan il ferro ha perso il 45%. Hanno risentito dell’incertezza sulle prospettive di Pechino anche i metalli preziosi, risulta in calo l0ro con il -1,1%, l’argento con il -2,3% e il palladio con il -3,5%.

Sembra che gli unici titoli che non risentano della precarietà per le sorti cinesi siano i titoli di Stato, i cui rendimenti però sono in calo generalizzato come il Bund tedesco con -8 punti base allo 0,88%. Si amplia tuttavia il differenziale di rendimento verso il meno sicuro Btp italiano, con lo spread che sale a 173 punti base e un rendimento in calo al 2,62. Acquisti anche sul dollaro, che si rafforza verso l’euro, con cui scambia a 1,0745. Un dato sul quale la vittoria di Macron non ha avuto alcun impatto.
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