Brics. L’alleanza si amplia con l’ingresso ufficiale di Egitto, Etiopia, Iran, Arabia Saudita ed Emirati

Brics piú forti e potenti. Dal primo gennaio sono entrati a far parte ufficialmente dell’alleanza dei paesi emergenti anche Egitto, Etiopia, Iran, Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti, che vanno ad affiancarsi al nucleo storico costituito da Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica. Ha dato forfait invece, dopo la dichiarazione di intenti dello scorso agosto, l’Argentina, il cui neoeletto presidente Javier Milei il 29 dicembre ha inviato una lettera ai membri del gruppo smarcandosi dall’impegno. Ha assunto intanto la presidenza di turno del blocco la Russia di Vladimir Putin. “Adotteremo -si legge in un post pubblicato sul sito del Cremlino- tutte le misure possibili per promuovere, nel rispetto delle tradizioni e basandoci sull’esperienza accumulata dall’organizzazione negli anni precedenti, l’integrazione armoniosa dei nuovi partecipanti in tutti i formati della sua attività. E naturalmente, si terrà conto della disponibilità di molti altri paesi, che sono circa una trentina, di unirsi in qualche modo ai Brics, alla nostra agenda diversificata”.

I Brics si propongono come alternativa all’Occidente, condividono una situazione economica in via di sviluppo, sono ricchi di risorse naturali strategiche e, soprattutto, sono stati caratterizzati dal fatto di registrare  una forte crescita del prodotto interno lordo (Pil) e della quota nel commercio mondiale. Insieme ai nuovi membri appena entrati, il blocco  rappresenta il  45% della popolazione mondiale, 3,5 miliardi di persone,  e, secondo la Banca Mondiale, controllerá il 28% dell’economia globale e del 44% della produzione di petrolio.

Il termine Bric, poi diventato Brics con l’ingresso nel 2010 del Sudafrica nell’originale quartetto (Brasile Russia India e Cina) venne usato per la prima volta nel 2001 in una relazione della banca Goldman Sachs, in cui si preconizzava che i quattro Paesi sarebbero stati i protagonisti della futura economia mondiale. Nel novembre 2010 il Fondo Monetario Internazionale incluse i Brics tra i Paesi suoi maggiori azionisti, insieme a Stati Uniti d’America, Giappone e ai quattro Paesi più popolati dell’Unione europea (Francia, Germania, Italia e Regno Unito). Ma dopo la mancata ripartizione delle quote, giacente presso il Congresso degli Stati Uniti,  durante il loro sesto vertice a Fortaleza, in Brasile, il 15 luglio 2014, essi hanno dato vita a una propria strutturazione finanziaria autonoma alternativa al Fmi, la Nuova Banca di Sviluppo.