di Carlo Longo
“Sui vaccini abbiamo numeri importanti. Abbiamo l’86,45% di prime dosi. Stiamo accelerando anche sulle terze dosi, e questo è il terreno su cui concentrare tutte le energie. Completare le prime dosi e accelerare sulle terze dosi. Il numero dei contagiati è in salita ma manteniamo i dati migliori: questo grazie alla campagna di vaccinazione, che ha numeri molto importanti”, si è espresso così il ministro della Salute, Roberto Speranza in occasione della conferenza stampa congiunta con il commissario straordinario per l’emergenza, il generale Francesco Figliuolo e il presidente del Consiglio superiore della sanità Franco Locatelli sul proseguimento della campagna vaccinale.
Nel quadro tracciato da Speranza è necessario insistere affinché il maggior numero di persone acceda alla prima dose del vaccino e al contempo accelerare con la terza dose destinata, al momento, alle persone fragili e al personale sanitari. “Lavoreremo la prossima settimana per allargare la dose booster, di richiamo, a ulteriori fasce generazionali”, ha in proposito sottolineato il ministro alla salute che ha proseguito affermando: “Da parte dell’Oms è arrivato un messaggio di allarme sul quadro epidemiologico europeo a cui dobbiamo prestare molta attenzione. Insieme al vaccino dobbiamo continuare sulla strada dei comportamenti corretti. Siamo stati molto graduali sul rilascio delle misure, dobbiamo insistere in modo particolare sull’utilizzo corretto delle mascherine, in tutte le occasioni con rischio assembramento, anche all’aperto. Ricordo che sono obbligatorie al chiuso e in tutte le situazioni nelle quali si rischiano gli assembramenti, come ad esempio le manifestazioni. Chiaramente i comportamenti individuali sono fondamentali: mascherine, distanziamento, norme igieniche a partire dal lavaggio delle mani, sono e restano elementi fondamentali per la gestione di questa fase della pandemia”.
Speranza ha, inoltre, confrontato l’attuale situazione italiana con quella di altri Paesi europei, come la Romania, laddove si registra un numero elevato di contagi e di decessi. “Alziamo lo sguardo, guardiamo cosa succede in queste ore in altri Paesi: siamo ancora dentro una fase epidemica”, ha incalzato il ministro.
Per quanto riguarda la certificazione verde, fonte di malcontento e contestazione, Speranza non molla. Il Green Pass resta in vigore e con le modalità note. “E’ uno strumento di libertà che ci permette di tenere aperti i luoghi di socializzazione di cultura, spettacolo e sport e di andare al lavoro in sicurezza”, ha chiosato il ministro mentre in relazione all’eventuale prolungamento dello stato di emergenza ha rimandato la decisione ai giorni appena precedenti alla scadenza non ritenendo opportuno fare una valutazione prognostica.
Il commissario straordinario all’emergenza Francesco Figliuolo dopo aver reso noti i dati relativi alla prosecuzione della campagna vaccinale ha evidenziato la capacità del governo di fare fronte alla domanda di somministrazione della terza dose. “Abbiamo dosi da parte, siamo in grado di effettuare donazioni e avere anche una quantità sufficiente per far fronte alla domanda italiana, anche se dovessimo fare la terza dose a tutti”, ha detto Figliuolo che, al contempo, ha invitato tutte le Regioni ad adeguarsi al protocollo e accelerare con la terza dose. “Il picco di domanda di terze dosi ce lo aspettiamo, tenendo conto anche di Johnson&Johnson ce lo aspettiamo tra dicembre e febbraio. Riusciremo ad assorbirlo con l’organizzazione attuale, anche se in molte Regioni sono stati razionalizzati gli hub”, ha detto in proposito il generale.
Franco Locatelli ha, invece introdotto l’annoso tema della vaccinazione nei bambini. Dopo aver sottolineato che “il rischio di patologia fatale è diverso tra persone vaccinate e non. I dati dell’Istituto superiore di sanità dicono che fino a 59 anni di età nessuno dei vaccinati è stato in terapia intensiva, nella fascia 70-79 il rischio di un ricovero in rianimazione è 21 volte superiore per i non vaccinati e per gli over 80 di 8 volte” si è detto favorevole alla vaccinazione anche per i più piccoli mentre si attende, in proposito, la decisione dell’Ema e dell’Aifa. “Il vaccino serve per proteggerli da forme assai rare, da fenomeni di long covid, ma anche per garantire il mantenimento della socialità e dei percorsi formativi e infine sia per ridurre ulteriormente la circolazione virale”, ha detto Locatelli spiegando il perché del coinvolgimento dei bambini. “Conto molto sulla cultura vaccinale dei nostri pediatri. Il loro ruolo sarà fondamentale: il dialogo, la formazione, il fornire le motivazioni scientifiche”. Inoltre “Le generazioni più giovani ci hanno già dato una lezione straordinaria quando è stato il momento di fare le somministrazioni ai ragazzi. Hanno mandato un messaggio fortissimo, tra i ventenni la copertura è dell’88%. Dobbiamo dire grazie a quella generazione, ha abbassato la curva del contagio e dato un messaggio molto forte di speranza e fiducia della scienza. La maggioranza delle persone accetterà questa sfida, credo, quando sarà il momento di vaccinare i più piccoli”, ha sottolineato il presidente del Consiglio superiore della sanità.
Un passaggio, infine, Locatelli lo dedica al farmaco antivirale contro il covid molnupiravir. “L’Aifa si è già attivata per acquisire una quantità adeguata del farmaco antivirale orale per il Covid-19 molnupiravir, autorizzato in Gran Bretagna. Ciò al fine che anche l’Italia possa avere a disposizione anche questa arma”, ha dichiarato il medico di Bergamo.
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