Cgil: in Italia crollo dei salari, il più massiccio rispetto al resto d’Europa

di Emilia Morelli

In Italia si è assistito ad un vero e proprio crollo dei salari, il più massiccio rispetto alla media europea. Il dato emerge dal rapporto della Cgil- Fondazione Di Vittorio- divulgato in occasione del convegno “salari ed occupazione in Italia”. Il quadro è drammatico, per oltre 5 milioni di lavoratori i salari sono inferiori ai 10mila euro annui. Inoltre la percentuale di part time involontari è la più alta rispetto al resto di Europa, nel 2020 tra lavoratori a tempo parziale  il 66,2% preferirebbe un’occupazione a tempo pieno a fronte del 24,7% della media europea.

Secondo il rapporto Cgil le misure adottate per fronteggiare la pandemia, tra cui gli ammortizzatori e il blocco dei licenziamenti, hanno svolto una funzione positiva nel mercato del lavoro tuttavia hanno più che dimezzato il salario medio annuale percepito dai lavoratori destinatari di misure come la cassa integrazione o il fondo di integrazione salariale.

Per quanto riguarda, invece, la disoccupazione sostanziale il  rapporto della Cgil mostra come nel 2020 sia pari al 14, 5% , che corrisponde a circa 4 milioni di persone,  mentre il dato ufficiale relativo alla disoccupazione si attesta al 9,2%. Sul totale delle persone disoccupate il rapporto stima che ai 2, 3 milioni di disoccupati si debbano aggiungere coloro che “sarebbero disponibili a lavorare ma non cercano perché sono scoraggiati”, bloccati per la cura di figli o anziani oppure in attesa di riprendere l’attività.

Il presidente della Fondazione Di Vittorio, Fulvio Fammoni, ha sottolineato il ruolo importantissimo che potrebbe svolgere il Pnrr per risanare il mercato del lavoro aggiungendo che “risulta evidente che il tema del lavoro riguarda la quantità di occupazione ma anche tanti aspetti della sua qualità”. Per quanto riguarda le differenze con gli altri paesi europei occorre tenere presente che in Germania – al netto delle manovre di sostegno fatte –  si è registrata una diminuzione dei salari del – 0,7%,  mentre la Spagna ha impegnato in tutele del lavoro nel 2020 ben 15 miliardi “una cifra molto simile alla nostra”. Tuttavia occorre evidenziare che  l’Italia era l’unico paese tra i maggiori sei dell’Eurozona che non aveva ancora recuperato il livello salariale precedente alla crisi del 2008. Prima della pandemia, nel 2019, il salario medio italiano era inferiore di 9mila euro rispetto a quello francese, e di oltre 12mila rispetto a quello tedesco.

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