di Emilia Morelli
“Il Covid e la crisi del clima hanno messo in luce profonde fragilità come società e come pianeta. Il mondo non è mai stato più minacciato o più diviso, siamo sull’orlo di un abisso e ci muoviamo nella direzione sbagliata. Sono qui per dare l’allarme, il mondo deve svegliarsi”, è l’appello che ha lanciato Antonio Guterres in apertura della 76esima assemblea generale dell’Onu, al Palazzo di Vetro di New York. Il segretario generale Onu, Antonio Guterres, ha invitato esplicitamente a “essere seri e agire velocemente” nella lotta ai cambiamenti climatici. “Passare alle economie ‘verdi’, a lavori ‘verdi’ sostenibili, mettere fine ai sussidi ai combustibili fossili, non impegnarsi in nuove centrali a carbone. Questa è un’emergenza planetaria”.
Guterres ha, inoltre tracciato una rapida panoramica dei segnali di allarme che non possono più essere trascurati. “Temperature elevate, scioccante biodiversità che si perde, aria e acque inquinate, disastri legati al clima a ogni angolo” ha evidenziato Guterres, aggiungendo che la conferenza sul clima Onu a Glasgow di novembre è vicina, mentre le nazioni sono “apparentemente lontane anni luce dal raggiungimento degli obiettivi”.
Di fronte ad una situazione di tale portata e pericolo occorrono rapide azioni che possano arginare ulteriori catastrofi. “Gli scienziati ci dicono che non è troppo tardi per mantenere vivo l’obiettivo di 1,5 gradi dell’Accordo sul clima di Parigi – ha proseguito il segretario generale Onu – Ma la finestra si sta chiudendo rapidamente”. Il segretario generale Onu ha poi avvertito che “serve un taglio del 45% delle emissioni entro il 2030, eppure un recente rapporto dell’Onu mostra che le emissioni aumenteranno del 16% entro il 2030. Ciò ci condannerebbe all’inferno di un aumento della temperatura di almeno 2,7 gradi rispetto ai livelli preindustriali”.
Oltre all’emergenza climatica Guterres ha evidenziato come ineluttabile la necessità di colmare i divari che ostacolano il raggiungimento della pace tra i popoli, i divari tra paesi ricchi e paesi poveri e non da ultimo i divari di genere definendoli dei veri e propri “Gran Canyon” da superare . A tal proposito il segretario generale Onu ha esaminato le falle della campagna vaccinale nel mondo dichiarando: “La maggioranza del mondo più ricco si è vaccinata, oltre il 90% degli africani sta ancora aspettando la prima dose. Questo è un atto d’accusa morale contro lo stato del nostro mondo, è un’oscenità”. Non da ultimo da Guterres arriva anche un monito ad Usa e Cina al fine di evitare una nuova guerra fredda, con un appello a “dialogo” e a “comprensione”. “Sarà impossibile affrontare drammatiche sfide economiche e di sviluppo mentre le due maggiori economie del mondo sono in contrasto tra loro”, ha detto, sottolineando che “questa è una ricetta per i guai, sarebbe molto meno prevedibile della guerra fredda. Per ripristinare la fiducia serve cooperazione”. Poi ha lanciato l’allarme: il mondo sta andando verso due diverse “forze armate e strategie geopolitiche”.
Biden, cogliendo le istanze promosse nell’appello di Guterres, ha annunciato in assemblea l’intenzione di raddoppiare il contributo per la lotta contro il cambiamento climatico. “Questo renderà gli Usa leader nel finanziamento”, ha assicurato Biden. Il precedente impegno degli Stati Uniti per il finanziamento ai Paesi vulnerabili sul clima era di 5,7 miliardi di dollari. Per quanto riguarda, poi, i controversi rapporti Usa- Cina Biden ha detto esplicitamente che gli Usa non cercano una nuova guerra fredda e sono pronti a lavorare con qualsiasi nazione che persegua decisioni pacifiche. “Continueremo a difenderci dal terrorismo e ad usare la forza se necessario ma come ultima risorsa, e lo dobbiamo fare con il consenso degli americani e in concertazione con i nostri alleati e i nostri partner”, ha detto il presidente americano. “La mia amministrazione”, ha concluso Biden vuole farsi portatrice di “una nuova era di diplomazia” dopo la fine della guerra in Afghanistan e “guiderà il mondo verso un futuro più pacifico”. Il presidente statunitense ha ribadito, comunque, il saldo sostegno degli Usa a Israele ma ha detto che continua a credere nella soluzione dei due Stati, a suo avviso “la via migliore” per risolvere il conflitto israelo-palestinese.
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