di Carlo Longo
La crisi innescata dalla pandemia continua a pesare, in particolar modo, sul settore della ristorazione. Secondo il bilancio di fine anno sui consumi alimentari di Coldiretti nel 2021 gli italiani hanno speso in bar, ristoranti, pizzerie e agriturismi 60 miliardi di euro ben 20 miliardi in meno rispetto al 2019.
Probabilmente sull’effettivo importo ha inciso la quarta ondata di Covid che ha preso piede nel periodo natalizio, solo il 14% degli italiani ha festeggiato Capodanno in strutture ricettive che hanno, inoltre, sofferto di disdette dell’ultimo minuto con percentuali che hanno superato il 40% delle prenotazioni costringendo numerosi ristoranti, trattorie, agriturismi a chiudere per evitare una sicura remissione.
Il delivery, invece, continua a funzionare complice il grande numero di persone in isolamento o in quarantena o, ancora, che privi del green pass rafforzato, necessario per accedere alle strutture, organizzano pranzi e cene nelle loro case. Ad ogni modo, nonostante la crescita delle consegne a domicilio, non sembra sia sufficiente lontanamente a coprire le perdite registrate nel settore.
Secondo Coldiretti la crisi non coinvolge soltanto il settore della ristorazione ma ha importanti ripercussioni sull’intera filiera agroalimentare. Risentono della mancanza di ordinazioni tutti i produttori agricoli soprattutto nelle località turistiche. In alcuni settori come quello ittico e vitivinicolo la ristorazione rappresenta addirittura il principale canale di commercializzazione per fatturato, evidenzia la Coldiretti. Ed ancora si pensi alla produzione di salumi e formaggi di alta qualità che difficilmente trovano spazio nel consumo casalingo.
La Coldiretti conclude la sua analisi con la considerazione che dalla crisi della ristorazione è derivata una perdita per i produttori della filiera agroalimentare di un valore di circa 5 miliardi rispetto al 2019 che ha coinvolto 740mila imprese agricole e 70 mila industrie alimentari.
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