Coronavirus: vaccino a gennaio. Pfizer quasi pronta, altri in dirittura d’arrivo

di Benedetta Ciavarro

Mentre tutti precipitiamo verso il picco di contaggi della seconda ondata da Coronavirus, dal mondo della ricerca finalmente arriva qualche segnale di speranza, notizie che ci spingono a guardare al futuro con maggiore fiducia. L’azienda farmaceutica statunitense Pfizer ha annunciato che la sperimentazione del loro vaccino contro il Covid19 si sta rivelando molto favorevole. L’annuncio è arrivato lunedì ed ha fatto il giro del mondo: se i risultati positivi si confermassero il vaccino potrebbe essere disponibile molto prima di quanto inizialmente ipotizzato, forse già a gennaio.

La Pfizer sta lavorando in collaborazione con la BioNTech, una società tedesca che si occupa di biotecnologie, nel cammino verso il vaccino. La sperimentazione della fase clinica finale è iniziata a luglio, e i risultati positivi di cui si sta discutendo sono il frutto di quest’ultima. Difatti, l’azienda ha dichiarato di aver somministrato il vaccino a 44,000 persone, di cui metà in versione placebo, e solo 94 partecipanti si sono ammalati. Da qui deriva la percentuale di efficacia superiore al 90%.

Il risultato è dunque molto incoraggiante per l’azienda e per tutta la comunità scientifica. Il responso è infatti stato accolto come un indicatore costruttivo anche per i vaccini delle altre aziende, che secondo il New York Times sono oggi 11 in fase conclusiva. Al momento non ci sono dati precisi che indichino come si svolgerà l’eventuale distribuzione del vaccino.

Nonostante la Pfizer abbia dichiarato che saranno prodotti dosi per immunizzare tra i 15 e i 20 milioni di persone entro la fine dell’anno, queste informazioni devono ancora essere confermate dalla comunità scientifica. Inoltre, la Food and Drug Administration (FDA), ente governativo statunitense che si occupa della distribuzione di farmaci, deve ancora approvare il vaccino e lo farà soltanto quando la Pfizer presenterà ulteriori dati sulla sicurezza del farmaco nelle prossime settimane.

Se il vaccino sarà validato dalla FDA vi saranno altre verifiche da fare insieme a un comitato consultivo esterno di esperti; si approfondirà la sua sicurezza, efficienza, e le capacità della Pfizer di produrlo velocemente e in sicurezza. Per questi motivi, si presume che se ci saranno dosi distribuite entro la fine dell’anno, queste saranno riservate ad alcune parti della popolazione più a rischio, come gli operatori sanitari e i più anziani.

 Nonostante i tempi, se il vaccino dovesse rilevarsi efficace, l’Italia potrà riceverne una dose grazie all’accordo firmato tra la Commissione Europea e la Pfizer-BioNTech per 200 milioni di dosi con possibilità di altri 100 milioni. La corsa continua.

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