La Corte di Cassazione, con sentenza n. 29856 del 25 ottobre 2023, ha confermato la natura subordinata del rapporto di lavoro dei riders. La sentenza ha stabilito che i riders sono dipendenti dell’azienda per cui lavorano e, come tali, hanno diritto a tutti i diritti e le tutele previsti dalla legge per i lavoratori subordinati.
di Ennio Bassi
La sentenza della Corte di Cassazione rappresenta un importante riconoscimento per i diritti dei lavoratori e un passo avanti nella tutela dei lavoratori precari.
La sentenza si basa su una serie di elementi, tra cui:
- L’assenza di autonomia organizzativa e decisionale dei riders, che sono vincolati alle direttive dell’azienda per cui lavorano;
- L’utilizzo di strumenti e attrezzature forniti dall’azienda;
- La retribuzione a cottimo, che è un tipico elemento del rapporto di lavoro subordinato.
La sentenza ha un impatto significativo sulla situazione dei riders in Italia. I riders, infatti, avranno diritto a tutti i diritti e le tutele previsti dalla legge per i lavoratori subordinati, tra cui:
- Salario minimo;
- Trattamento di fine rapporto;
- Assicurazione sociale;
- Tutela della salute e della sicurezza sul lavoro.
La sentenza è stata salutata con favore dalle organizzazioni sindacali, che hanno da tempo denunciato la precarietà e l’assenza di tutele dei riders.
La sentenza potrebbe avere un impatto anche su altri lavoratori che operano nell’economia digitale, come i lavoratori dei call center e i lavoratori delle piattaforme di consegna di cibo e di altri beni.
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