Covid, Kluge (Oms): “Dalla Cina nessuna minaccia per l’Europa, le varianti sono già circolanti”

L’Oms è intervenuta per rassicurare l’Europa sul possibile impatto dell’allentamento delle restrizioni in Cina. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità è possibile non vi sia alcuna conseguenza in quanto le varianti sono già circolanti in Ue. Tuttavia, è necessario non abbassare la guardia

di Carlo Longo

Dopo la decisione della Cina di eliminare le restrizioni legate al Covid, nonostante i dati dei contagi nel Paese siano tutt’altro che incoraggianti, a rassicurare l’opinione pubblica europea è intervenuta l’Oms. “Scientificamente non c’è una minaccia imminente per l’Europa” rispetto all’andamento dell’epidemia di Covid-19 in Cina, poichè le sottovarianti individuate “sono già circolanti in Ue. Condividiamo la visione attuale dell’Ecdc -il centro europeo per il controllo delle malattie- che al momento non ritiene che l’ondata in corso in Cina avrà un impatto significativo sulla situazione epidemiologica di Covid-19 nella regione europea dell’Oms”. Lo ha dichiarato Hans Henri Kluge, direttore regionale per l’Europa dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms).

In occasione della prima conferenza stampa organizzata nel 2023 per fare il punto per fare il punto sui possibili effetti dell’impennata dei contagi in Cina e della nuova variante diffusa negli Stati Uniti, Kluge ha aggiunto:  “Dalle informazioni disponibili all’Oms le varianti del virus Sars-CoV-2 circolanti in Cina sono quelle già viste in Europa e altrove”.

Ad ogni modo non si può e non si deve abbassare la guardia. E’ necessario, infatti, mantenere un approccio cauto e fondato su dati scientifici. “Non possiamo accontentarci. Non è irragionevole che i Paesi adottino misure precauzionali per proteggere le loro popolazioni, mentre siamo in attesa di informazioni più dettagliate dalla Cina condivise tramite database accessibili al pubblico. Per quei Paesi della nostra regione che stanno introducendo tali misure di viaggio precauzionali in questo momento, chiediamo che siano radicate nella scienza, proporzionate e non discriminatorie”, ha sottolineato il direttore regionale per l’Europa dell’Organizzazione mondiale della sanità.

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