Covid, Merck lancia il primo farmaco in grado di curare l’infezione da Sars Cov2

di Corinna Pindaro

La lotta alla pandemia continua e le principali case farmaceutiche continuano a lavorare per individuare la cura della patologia derivante dal contagio da Coronavirus. Le case farmaceutice Msd (Merck Sharp & Dohme) e Ridgeback Biotherapeutics hanno annunciato di aver sperimentato un composto orale chiamato molnupiravir capace di ridurre di circa il 50% il rischio di ricovero e morte nei pazienti con Covid in forma lieve o moderata.

Le due aziende hanno reso noti i risultati della sperimentazione, giunta alla fase III, ed affermato la volontà di richiedere nel più breve tempo possibile l’autorizzazione all’uso di emergenza negli USA e alle altre agenzie del farmaco. Si tratta di fatto del primo farmaco antivirale per il trattamento da Covid-19.  In base ai dati della interim analysis, diffusi dalle società, il 7,3% dei pazienti che hanno ricevuto molnupiravir sono stati ospedalizzati o sono deceduti entro il 29esimo giorno dal momento della randomizzazione (28/385), a fronte di un 14,1% per i pazienti trattati con placebo (53/377). Inoltre, fino al 29esimo giorno di somministrazione, nessun decesso è stato riportato nei pazienti che hanno ricevuto la somministrazione di molnupiravir, a fronte di 8 pazienti deceduti trattati con placebo. In base a questi risultati, spiegano in una nota le due aziende, il reclutamento dei pazienti è stato interrotto anticipatamente,  così come raccomandano il Comitato indipendente di monitoraggio dei dati e in consultazione con la Fda statunitense.

“La pandemia richiede urgentemente nuovi opzioni terapeutiche e trattamenti. Il Covid-19 è ormai una delle principali cause di morte e continua ad avere un impatto significativo sui pazienti, le loro famiglie, la società in generale nonché i sistemi sanitari in tutto il mondo. Siamo fiduciosi che molnupiravir possa rappresentare un’importante opzione terapeutica e una componente essenziale dello sforzo globale per combattere la pandemia”, ha spiegato Robert M. Davis, amministratore delegato e presidente di Msd .

Per la sperimentazione di molnupiravar sono stati valutati  i dati di 775 pazienti, tutti con una diagnosi di positività al Covid lieve o moderata e con la comparsa dei sintomi nei 5 giorni antecedenti la somministrazione del farmaco. Dai risultati si comprende che molnupiravir ha ridotto il rischio di ospedalizzazione e/o di decesso in tutti i sottogruppi principali dello studio; l’efficacia non è stata compromessa dalla data di comparsa dei sintomi o dai fattori di rischio sottostanti. Inoltre, l’efficacia è stata dimostrata anche nei confronti delle varianti Gamma, Delta e Mu.“Le terapie antivirali che possono essere assunte a domicilio senza una ospedalizzazione del paziente  rappresentano oggi un’opzione terapeutica fondamentale. Siamo orgogliosi”, ha spiegato Wendy Holman, amministratrice delegata di Ridgeback Biotherapeutics .

Per garantire l’accesso al trattamento Msd ha dichiarato di voler produrre 10 milioni di dosi entro la fine del 2021 per poi produrne un numero maggiore nel corso del 2022. La casa farmaceutica ha già stipulato un accordo con il governo USA e sta gettando le basi per accordi di acquisto e fornitura anche con tutti gli altri governi del mondo, il tutto è chiaramente subordinato all’approvazione da parte delle agenzie regolatrici. Per quanto riguarda il prezzo a cui il farmaco sarà venduto l’azienda ha dichiarato di voler adottare prezzi differenti in base alla capacità finanziaria dello Stato acquirente. Msd provvederà, inoltre a sottoscrivere accordi di licenza volontaria non esclusiva con produttori di farmaci generici per accelerare la disponibilità di molnupiravir in più di 100 Paesi a basso o medio reddito.

Anche Roche e Pfizer stanno lavorando per sviluppare un antivirale e le fasi di sperimentazione sono in corso. Pfizer  sta lavorando su un farmaco per la prevenzione del Covid, che come il vaccino, consenta di ammalarsi in maniera meno grave. Pfizer ha dichiarato che studierà il farmaco orale in circa 2.660 adulti in buona salute, che abitano ciascuno nella stessa abitazione di un soggetto positivo al Covid-19. L’esperimento testerà l’efficacia di una bassa dose del principio attivo ritonavir, un vecchio farmaco largamente usato in combinazione con altri medicinali per il trattamento dell’Hiv. Pfizer aveva anche affermato all’inizio di questo mese di aver avviato uno studio di fase medio-tardiva sul ritonavir per il trattamento del COVID-19 in pazienti adulti sintomatici non ospedalizzati. Per quanto riguarda Roche secondo l’azienda sono positivi gli esiti dello studio di fase II/III, che ha coinvolto Ronapreve, il trattamento anti-Covid, in pazienti ospedalizzati. Dai risultati, diffusi da Roche, Ronapreve ha ridotto significativamente la carica virale entro sette giorni dal trattamento nei pazienti che non hanno sviluppato una risposta immunitaria naturale. I dati clinici integrano i risultati precedenti in ambito ospedaliero, compresi quelli dello studio condotto dall’Università di Oxford nel Regno Unito.

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