Covid, nel mondo160 milioni di casi: Brasile chiede aiuto, Cuba avvia la sperimentazione di due vaccini, Usa metà della popolazione ha ricevuto la prima dose

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di Mario Tosetti

covid nel mondoDa inizio pandemia il numero dei contagi da Covid-19 ha superato quota 160 milioni in tutto il mondo,questo il dato rilevato dall’università americana Jhons Hopkins.  Il numero dei decessi ammonta ad oltre 3,32 milioni. Gli Stati Uniti sono il paese che ha registrato il maggior numero di casi e di morti, rispettivamente 32,8 milioni e 583.650. A seguire i paesi più colpiti sono stati il Brasile e l’India.

In particolare in  Brasile si registrano al giorno 2.494 morti e 76.692 casi di Covid-19 portando il numero totale di vittime e contagi rispettivamente a 428.034 e 15.359.397, secondo quanto riferito dal Consiglio nazionale della sanità (Conass). Il ministro della Salute, Marcelo Queiroga, ha rivolto un appello affinché i Paesi con dosi in eccesso di vaccini anti-Covid li donino al Brasile “il prima possibile”. Dopo che l’ente regolatore per i farmaci brasiliano (Anvisa) ha bocciato l’uso del vaccino russo Sputnik V il Brasile cerca alternative. In carica dal 23 marzo, Queiroga ha partecipato per la prima volta a un briefing con il direttore generale dell’Oms, Tedros Adhanom. “Ribadiamo il nostro appello a coloro che hanno dosi extra di vaccino in modo che possano condividerle con il Brasile il prima possibile, al fine di permetterci di riuscire a portare avanti la nostra ampia campagna di vaccinazione”.Il governo ha comunque annunciato la distribuzione di 16,8 milioni di vaccini nei prossimi sei giorni, dopo aver ricevuto il primo lotto di un milione di dosi Pfizer. 

Anche in Argentina aumentano di giorno in giorno i contagi e i decessi. Il paese sudamericano ha registrato un record giornaliero di casi positivi il 16 aprile, con 29.472 infezioni, e un massimo giornaliero di decessi il 5 maggio, con 663 morti. Da un mese il paese sudamericano sta vivendo un aumento vertiginoso del numero di casi, con un crescente numero di ricoveri in terapia intensiva. Nel tentativo di contrastare il dilagare della malattia, il governo di Alberto Fernandez ha esteso fino al 21 maggio maggiori restrizioni nella zona di Buenos Aires e la sua periferia, la zona più popolata dell’Argentina, dove si registra la maggior parte dei casi. Mentre affronta l’assalto della seconda ondata di covid-19, l’Argentina, con una popolazione di circa 45 milioni, continua la sua campagna di vaccinazione iniziata a fine dicembre. Secondo le cifre ufficiali, 7.897.327 persone ha ricevuto la prima dose del vaccino, mentre 1.597.977 persone sono state già inoculate con la seconda dose.

A fronte di un crescente numero di contagi, Cuba ha iniziato a immunizzare i cittadini utilizzando i due vaccini, la cui produzione è effettuata in loco, che devono ancora completare i test. L’isola di 11,2 milioni di abitanti ha registra 1.207 nuovi casi giornalieri mentre gli abitanti dell’Avana e di altre province hanno ricevuto la loro prima dose di Abdala, uno dei due vaccini in sperimentazione. Il lancio è iniziato con la benedizione del  Ministero della salute, mentre le autorità guardano l’approvazione ufficiale dei vaccini Abdala e Soberana 2 da parte dell’autorità farmaceutica di Cuba entro giugno. Lo stato comunista, che ha dichiarato di voler vaccinare tutti gli abitanti quest’anno, è stato colpito in maniera relativamente ridotta dalla pandemia Covid-19, con oltre 119.000 casi segnalati e 768 morti fino ad oggi. Sotto le sanzioni americane, Cuba ha una lunga tradizione di fabbricazione dei propri vaccini, che risale agli anni ’80. Quasi l’80% dei suoi vaccini è prodotto localmente, e Cuba sta lavorando su cinque diverse tipologie di sieri anti covid. Se uno di loro ottiene il via libera, sarà il primo vaccino contro il coronavirus sviluppato in America Latina. Cuba non ha comprato o cercato vaccini contro il coronavirus da altre parti. A marzo, il paese ha iniziato a vaccinare gli operatori sanitari con Abdala e Soberana 2.

 Dall’università di Oxford parte, invece, una nuova sperimentazione che mostra la circostanza per cui si riscontrino effetti collaterali più  lievi e moderati negli adulti dopo la somministrazione di un mix dei vaccini AstraZeneca e Pfizer. “E’ una scoperta davvero interessante e inaspettata”,commenta il professor Matthew Snape, dell’Oxford Vaccine Group. Lo studio è stato lanciato a febbraio. Tra gli obiettivi dichiarati, verificare se la somministrazione di un vaccino diverso per la seconda dose possa produrre un’immunità più’ duratura, a una migliore protezione contro nuove varianti o semplicemente consentire alle cliniche di scambiare i vaccini escludendo effetti negativi qualora si verifichi una interruzione delle forniture. 

Intanto il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, ha annunciato che “oltre la metà degli adulti ha ricevuto almeno una dose” di vaccino contro il Covid-19. “Entro la prossima settimana dovremmo arrivare al 60 per cento”, ha aggiunto il capo dello Stato parlando alla Casa Bianca, evidenziando “i forti progressi” nella campagna di immunizzazione. “Domani supereremo i 250 milioni di dosi di vaccino somministrate da quando siamo in carica. È un risultato davvero notevole per la nazione”, scrive su Twitter.

La somministrazione del vaccino Johnson&Johnson, che lo scorso 13 aprile era stata temporaneamente sospesa dall’Agenzia del Farmaco americana, è legata a 28 casi di trombosi e tre casi sospetti. In proposito gli esperti dei Cdc, la massima autorità sanitaria negli Usa, spiegano che l’età media dei pazienti colpiti è di 40 anni. In particolare le indagini mostrano come i pazienti che hanno subito un coagulo del sangue hanno un’età compresa tra i 18 e i 59 anni. Le donne tra i 30 e i 39 anni sarebbero il gruppo più a rischio.

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