Crisi Bancaria, Giorgetti: “Nessuna ripercussione sul sistema italiano”

Giorgetti si è detto certo che la crisi bancaria non colpirà l’Italia. Nel frattempo le borse in Europa recuperano ma Credit Suisse salvata in extremis da Ubs è ancora al centro del dibattito in quanto i sindacati dei lavoratori temono che Ubs acquisti una posizione dominante nel  bancario svizzero. In Usa, invece, le maggiori banche sono state chiamate da JPMorgan per salvare First Republic

di Emilia Morelli

Il crack della SVB, il salvataggio in extremis di Credit Suisse, il pericolo del cosiddetto effetto contagio hanno aperto a possibili scenari preoccupanti, tuttavia per l’Italia non c’è alcun pericolo. Ne è convinto il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti che, in occasione di un evento di Intesa Sanpaolo a Milano, ha affermato: “Riteniamo che le ripercussioni per il sistema bancario italiano siano sostanzialmente insignificanti. Diciamo che la modalità seguita e l’ordine di priorità di garanzia tra azionisti e obbligazionisti ha sorpreso; però le autorità europee hanno ribadito gli ordini di priorità”. Sul ruolo rivestito dalla Banca centrale elvetica, Giorgetti ha tagliato corto: “Non vado a sindacare su quello che fanno gli altri”.

Per quanto riguarda l’ennesimo aumento dei tassi d’interesse voluto dalla Bce Giorgetti si è mostrato cauto: “va calibrato con molta attenzione perché aumentare i tassi è utile per domare l’inflazione, ma può causare qualche problema alla stabilità finanziaria”. Il ministro dell’Economia ha aggiunto che: “Siamo sorpresi: tra azionisti e obbligazionisti, le autorità europee mi sembra abbiano ribadito l’ordine delle priorità, agli azionisti”.

In generale sulle borse europee il numero uno del Mef ha commentato: Mi sembra che adesso i mercati si siano un attimino calmati. Credo che la situazione in Europa sia sotto controllo”, ribadendo poi che “siamo in costante contatto con le autorità di regolazione e soprattutto per il sistema bancario italiano siamo tranquilli”. Acqua sul fuoco, insomma, a fronte di giornate altalenanti, con gli indici sulle montagne russe, Milano compresa. La giornata in borsa, comunque, sembra dare ragione a Giorgetti. Dopo un fine settimana frenetico che è terminato con il salvataggio di Credit Suisse e l’intervento delle principali banche centrali al mondo, scese in campo per fornire maggiore liquidità al sistema finanziario. Partite con in rosso di oltre due punti, le piazze del Vecchio Continente hanno progressivamente recuperato terreno e hanno chiuso poco sotto i massimi di seduta, con rialzi che hanno sfiorato anche il 2%

La situazione in Svizzera, nonostante il salvataggio della Credit Suisse , non appare comunque del tutto risolta. In particolare la Fondazione Ethos, in rappresentanza dei fondi pensione svizzeri, lamenta che i soci di Ubs e Credit Suisse “non saranno in grado di votare” in assemblea sulla fusione e che in futuro tutti i clienti svizzeri dovranno fare i conti “con i rischi di una posizione dominante” di Ubs nel mercato elvetico. Pertanto si paventa la possibilità che si intraprendano tutte le vie possibili per evitare questi rischi, comprese quelle legali. In particolare la Fondazione ha chiesto  lo scorporo delle attività svizzere del Credit Suisse, per ridurre gli esuberi e mantenere una “sana competizione”.

Oltreoceano la situazione, invece, non accenna a migliorare. Dopo la vicenda della SVB anche la First Republic Bank naviga in acque piuttosto agitate. La banca ha chiuso a Wall Street ai suoi minimi storici, in calo del 47%. Nel tentativo di salvare le sorti della banca è sceso in campo l’ad di JPMorgan, Jamie Diamond, che ha iniziato una serie di trattative con le grandi banche americane nel tentativo di convertire in capitale tutti o parte del 30 miliardi già accordati a First Republic dalle maggiori banche americane. Certo è che l’instabilità nel settore finanziario nelle ultime due settimane complica il quadro per la Federal Reserve che mercoledì annuncerà la sua decisione sui tassi di interesse americani.

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