di Giulio Talarico
“Fatti non foste a viver come bruti ma per seguir virtute e conoscenza”, l’ispirazione forse è venuta da qui. Oppure da un’altra celebre ed irriverente frase che Dante dedicò al nostro paese e che in qualche modo sembra ricordare le contingenze di questi giorni: “Ahi serva Italia, di dolore ostello, nave senza nocchiere in gran tempesta, non donna di province, ma bordello!”. Ma anche: “vuolsi così colà dove si puote ciò che si vuole, e più non dimandare”. Oppure la celeberrima: “Nel mezzo del cammin di nostra vita mi ritrovai per una selva oscura, ché la diritta via era smarrita”.
La verità è che non si può sapere da dove siano partiti. Le frasi epiche di Dante Alighieri entrate nel comune lessico nazionale sono tantissime. Sta di fatto che l’Accademia della Crusca, per celebrare i 700 anni dalla sua morte ha deciso di pubblicare sul suo sito per tutti e 365 giorni del 2021, anno appunto della ricorrenza, una diversa parola o espressione di Dante arricchita da un breve commento, pensato per raggiungere il pubblico più ampio.
La parola di Dante, “fresca di giornata” nonostante i 700 anni trascorsi dalla morte del poeta, sarà poi rilanciata anche attraverso i canali social dell’Accademia (Facebook, Twitter, Instagram). L’iniziativa della Crusca, tra quelle promosse dall’Accademia nell’ambito delle celebrazioni per i 700 anni dalla morte dell’Alighieri, vuole essere un modo, hanno spiegato dall’Accademia un modo per “sottolineare la capacità creativa, l’attualità e la straordinaria leggibilità del grande poeta”.
Vediamo ora alcune frasi che verranno pubblicate nel mese di gennaio. Cominciamo con “Color che son sospesi” (Inferno, II, 52), diventato per noi un modo di dire che indica uno stato appunto di sospensione, incertezza sul da farsi, su che decisioni prendere.
Oppure c’è “bella persona” (Inferno, V, 101), espressione usata dal poeta per descrivere fisicamente Francesca da Rimini, ma usata da noi invece per descriverne l’aspetto morale, la generosità e la lealtà.
Ci saranno anche latinismi come i termini “baiuolo” (Paradiso, VI, 73), e “rubro”, (Paradiso, VI, 79); neologismi come “immiarsi” (Paradiso, IX, 81), “trasumanar” (Paradiso, I, 70), “Incielare” (Paradiso, III, 97), “Imparadisare” (Paradiso, XXVIII, 3) e tante altre sorprese di cui non vi sveliamo il significato.
Del resto il vocabolario di Dante è ricchissimo di sorprese e c’è nell’aria un progetto da parte della Crusca di produrre un vero e proprio dizionario dantesco, in collaborazione con l’Istituto del Cnr Opera del Vocabolario Italiano, accessibile a tutti gratuitamente su vocabolariodantesco.it.
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