Enasarco: La rettifica di Alfonsino Mei

Redazione

Mei

Riceviamo e pubblichiamo la seguente nota del Prof. Avv. Sergio Scicchitano redatta per conto del Dott. Alfonsino Mei a rettifica dell’articolo pubblicato lo scorso 11 novembre.

In data 12.11 u.s. è stato pubblicato un articolo sulla Vostra testata online dal titolo “Scandalo senza fine: Mainetti e Mincione puntano su Mei per attingere ancora al bancomat Enasarco” mediante il quale il Vostro giornale ha pubblicato notizie non vere, dal contenuto calunnioso oltre che diffamatorio, nei confronti del mio assistito e ciò, peraltro, in concomitanza con un contenzioso giudiziario in corso diretto ad accertare l’illegittima composizione del CDA della Fondazione Enasarco. In via preliminare, è ferma intenzione del Dott. Mei ribadire che nessun rapporto di interessi esiste e/o è esistito tra il medesimo, Valter Mainetti e Raffaele Mincione.

Pertanto, appare manifestamente grave e diffamatorio quanto comparso nel titolo dell’articolo: “Scandalo senza fine: Mainetti e Mincione puntano su Mei per attingere ancora al bancomat Enasarco”. Giova a questo punto precisare e ribadire che i rapporti economici tra Enasarco ed il Raffaele Mincione sono terminati ancora prima della nomina del mio assistito all’interno del CDA e quindi alcun rapporto può essere insinuato tra i due e nemmeno alcun affare che coinvolga il denaro di Enasarco.

Ciò premesso, con la presente si intende rappresentare e contestare la non corrispondenza al  vero dei fatti narrati nel sopra citato articolo per ciò che riguarda i fatti attribuiti al Dott. Alfonsino Mei per come di seguito specificatamente indicati.

  1. Non corrisponde al vero il fatto che il Dott. Antonello MARZOLLA, attuale Presidente di Enasarco, abbia ottenuto 3.000 voti in più e che, di conseguenza, questi preferenze che sono venute meno alla coalizione guidata dal Dott. Mei nell’ambito delle procedure per l’elezione del nuovo CDA della Fondazione Enasarco (“Ma alla resa dei conti alla coalizione di Mei i risultati sono stati avversi: 3000 voti in meno su un totale di circa 30.000 votanti e il mancato raggiungimento della maggioranza all’interno dell’Assemblea dei Delegati […]”). Si invita, pertanto, a fornire la prova di tali fatti ed affermazioni.
  2. Nemmeno corrisponde al vero quanto affermato nell’articolo laddove si individua quale causa dell’asserita inattività del CDA Enasarco la mancata proclamazione di tre Consiglieri della Fondazione “sfruttando una lacuna nello statuto dell’Ente”. A tal proposito, va precisato che è in corso un contenzioso pendente dinanzi al Tribunale Civile di Roma diretto a dimostrare l’illegittima formazione e composizione del CDA della Fondazione. Basti, infatti, da ultimo richiamare l’ordinanza adottata il 14.10 u.s. dal Tribunale Civile di Roma e con la quale veniva dichiarata l’illegittima composizione del Consiglio di Amministrazione di Enasarco, rilevando altresì la ostinata ed inspiegabile pervicacia della Commissione Elettorale che si era rifiutata di prendere atto delle pronunce giudiziarie e delle indicazioni dei Ministeri Vigilanti. Pertanto, il Tribunale di Roma – con l’ordinanza del 14 ottobre scorso – riteneva che si dovesse immediatamente procedere all’assegnazione dei tre seggi rimasti vacanti alle liste Uniti per Enasarco, Fare Presto Confesercenti e ArtEnasarco, con conseguente proclamazione dei seguenti soggetti: Carlo Alberto Panigo, Giuseppe Capanna e Massimo Tamborrino.
  3. Conseguentemente, risultano non corrispondenti al vero le affermazioni che si rinvengono nell’articolo laddove si parla di “accanimento giudiziario senza precedenti, litigiosità ingiustificata”, oltre che diffamatoria l’attribuzione di “un profondo senso di irresponsabilità” al mio cliente solo per aver fatto valere nelle opportune sedi un proprio diritto che si reputa leso.
  4. Di assoluto carattere diffamatorio sono, inoltre, le affermazioni con le quali si attribuisce al Mainetti ed al Mincione la volontà di soddisfare propri interessi politici ed economici avvalendosi dell’asserita amicizia con il mio cliente Dott. Alfonsino Mei.

Nell’articolo, infatti, si legge: «[…] Alfonsino Mei, che è rappresentato nei giudizi civili per la governance di Enasarco da Guido Alpa, che è, guarda caso, anche il legale di fiducia di Mainetti e di Sorgente proprio nel giudizio contro Enasarco, oltre che storico difensore di Raffaele Mincione nel caso Carige». E ancora: «In questo contesto, sembrerebbe prendere corpo la strategia di portare ad ogni costo Mei alla guida dell’Ente. Una strategia che se portata a compimento consegnerebbe la governance di Enasarco nelle mani di quello che sembra essere un amico di Mincione e di Mainetti, quest’ultimo ospite d’onore, ma deve essere anche questa volta un caso, alla festa dei cinquant’anni proprio di Mei».

Con le predette affermazioni sono state rivolte al mio cliente delle gravissime insinuazioni che, sicuramente, ne arrecano danno alla reputazione e all’onore. Pertanto, corre a questo punto l’obbligo di ribadire che i rapporti economici tra Enasarco ed il Raffaele Mincione sono terminati ancora prima della nomina del mio assistito all’interno del CDA e quindi alcun rapporto può essere insinuato tra i due e nemmeno alcun affare che coinvolga il denaro di Enasarco.
Nessuna operazione – lo si ribadisce – è stata mai conclusa tra il Dott. Mei e Raffaele Mincione da quando il mio cliente siede nel Consiglio di Amministrazione di Enasarco. Stesso discorso deve farsi, ovviamente, anche in relazione a Valter Mainetti, ribadendo dunque il carattere assolutamente diffamatorio delle insinuazioni contenute nell’articolo ed in riferimento alle quali si invita a fornire prova di quanto affermato. Inoltre, sembra alquanto singolare – ad avviso dello scrivente difensore – che le fantasiose affermazioni in ordine ai rapporti di interesse tra il mio assistito, Mainetti e Mincione siano state pubblicate in concomitanza con un contenzioso giudiziario finalizzato a far accertare l’illegittima composizione dell’attuale Consiglio di Amministrazione della Fondazione e, soprattutto, dopo l’adozione della sopra richiamata ordinanza adottata il 14.10 u.s. dal Tribunale Civile di Roma.

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