Eurosat, salgono Pil e occupazione in Ue: Pil Italiano cresce sopra la media

di Carlo Longo

Nel secondo trimestre del 2022  si vede salire sia il Pil che l’occupazione nell’Eurozona e Ue rispettivamente dello 0,6% e dello 0,3% rispetto ai primi tre mesi dell’anno. Il Pil italiano è basso ma comunque sopra la media europea all’1%, rispetto allo 0,1% del primo trimestre. Lo rivela un rapporto di Eurosat.

La notizia è certamente positiva. Tuttavia,  confrontando questi dati con quelli del secondo trimestre del 2021 si nota che in quel periodo il Pil aveva fatto un balzo del 3,9% nei Paesi dell’euro e del 4% nell’Unione, mentre l’occupazione era aumentata del 2,4% nell’Eurozona e del 2,3% nell’Ue.

Dando uno sguardo complessivo, ad oggi, si nota che per quanto riguarda gli altri Paesi dell’Ue (considerando la sola zona euro) la crescita più rilevante s ha interessato il Pil dei Paesi Bassi (+2,6%, dopo lo +0,5% nel primo trimestre), seguito da quello della Romania (+2,1% dopo +5,1% nel primo trimestre) e della Svezia (+1,4% dopo il -0,7% del primo trimestre). In calo, invece, il Pil della Polonia (-2,3% dopo il +2,5% del primo trimestre), della Lettonia (-1,4%, dal +3,4% del primo trimestre) e del Portogallo (-0,2%, dopo un +2,5%). Quanto all’estero, per gli Stati Uniti le stime di Eurostat sul secondo trimestre confermano la recessione tecnica, con il Pil in calo dello 0,2%, dopo il -0,4% del primo trimestre.

Il Pil italiano, comunque, risulta maggiormente elevato rispetto a quello di Germania (a Pil invariato) e della Francia (che segna un aumento dello 0,5%), andando allo stesso ritmo della Spagna (+1,1% nei tre mesi). A spiegare le ragioni di questo fenomeno è stato in un’intervista a Money.it Carlo Altomonte, professore di politica economica europea dell’università Bocconi, e a Marcello Messori, docente di economia politica dell’università Luiss.

Secondo Messori quello segnalato da Eurostat “è un dato importante e superiore alle aspettative, perché nella prima metà del 2020 l’economia italiana aveva sofferto una delle depressioni più gravi al livello internazionale tra le economie avanzate. Il forte rimbalzo c’era già stato nel 2021 e sta proseguendo, seppur a ritmo inferiore, nel 2022”.

Il motivo principale, secondo il docente, è stata la “reazione positiva del settore manifatturiero e di alcuni settori del comparto dei servizi”, che hanno mostrato “una forte capacità di adattamento alla situazione post-pandemica e al nuovo shock della guerra in Ucraina, soddisfacendo una domanda sempre più elevata”.

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