Expo Dubai, il Gruppo FS presenta Diamante 2.0 e l’ERTMS Urban: il futuro delle infrastrutture

di Corinna Pindaro

Nel corso dell’evento internazionale “New Technologies for safe and sustainable infrastructures” il Gruppo Ferrovie dello Stato porta l’eccellenza tecnologica di Rete Ferroviaria Italiana e Italferr all’ Expo 2020 di Dubai. L’evento è strutturato in due panel organizzati per discutere sulle prossime sfide della mobilità ferroviaria e lo sviluppo ed implementazione di infrastrutture sostenibili, resilienti, interconnesse e accessibili, per un impegno senza precedenti in linea con il Pnrr.

Al centro dei due incontri si pone anzitutto il monitoraggio a 300 km/h dello stato di salute dell’infrastruttura attraverso il nuovo treno diagnostico ad alta velocità Diamante 2.0, e l’ERTMS Urban, vale a dire il nuovo sistema tecnologico in grado di migliorare ulteriormente la circolazione dei treni e aumentarne la frequenza nei nodi metropolitani, una tecnologia dalle stesse caratteristiche del sistema ERTMS classico installato sulle linee alta velocità, ma impiegato con specifiche modalità operative sulle linee locali in prossimità e all’interno delle grandi città.

Diamante 2.0 è il nuovo treno di RFI  dotato della capacità di monitorare le linee ferroviarie ad alta velocità ed alta capacità e quelle a maggior traffico. Diamante 2.0 è stato presentato per la prima volta a Dubai in modalità virtuale, grazie all’utilizzo della realtà aumentata è infatti possibile salire a bordo e scoprire tutte le caratteristiche del nuovo treno diagnostico al quale, alla manutenzione ordinaria e straordinaria dell’infrastruttura ferroviaria, si associa l’attività di diagnostica predittiva che consente di intervenire in anticipo, prima che si presenti un guasto o un’anomalia. Frutto dell’eccellenza italiana e concentrato di alta tecnologia, Diamante 2.0 sarà deputato al controllo, supervisione e certificazione della rete. Il nuovo treno si inserisce nel capillare servizio di diagnostica mobile svolto da  RFI che da vita a veri e propri laboratori viaggianti,  in grado acquisire ed elaborare i parametri e le grandezze caratteristiche specifiche dei vari settori di specializzazione.

Diamante 2.0 si presenta come un convoglio Frecciarossa composto da 8 carrozze e due locomotive. Tuttavia, al posto dei sedili per i viaggiatori, sono installati veri e propri laboratori che sfrecciano a 300 chilometri orari, misurando centinaia di parametri. A bordo sono installate 98 telecamere e oltre 200 sensori posti sull’imperiale, nel sotto cassa e sui carrelli in prossimità alle ruote per monitorare dati e valori finalizzati ad analizzare le condizioni dell’infrastruttura ferroviaria come, ad esempio, la geometria e l’usura del binario, l’interazione tra la ruota e la rotaia, la qualità di captazione dell’energia dalla linea aerea di alimentazione, il segnalamento, le telecomunicazioni.

Al momento è in atto un progetto di rinnovo dell’attuale flotta di veicoli diagnostici e Diamante 2.0 sarà il primo ad essere messo in uso.  Il progetto di rinnovo prevede, inoltre, un notevole incremento del numero dei treni diagnostici a servizio del territorio, ed è basato su principi di ridondanza e diversità. L’innovazione in termini diagnostici si inserisce perfettamente negli obiettivi perseguiti dalla missione 3 del Pnrr finalizzati ad incrementare sicurezza, capacità e capillarità del sistema ferroviario, e qualità del servizio offerto.  La realizzazione del treno diagnostico Diamante 2.0 rappresenta una sfida anche nell’ambito del Project Management: diversi sono stati i contratti che hanno permesso la realizzazione di questo convoglio tecnologico, tutti stipulati con aziende italiane con maestranze e know how 100% made in Italy. L’importo investito è stato di 22,7 mln nel settore tecnologico e 16,2 mln per il materiale rotabile, per un totale complessivo di 38,9 mln.

ERTMS Livello 2 Urban sviluppata da Rete Ferroviaria Italiana, è il sistema che ha l’obiettivo di incrementare la capacità del traffico ferroviario e rendere più fluida la circolazione per soddisfare le nuove esigenze di mobilità. L’ERTMS Urban consente, grazie alla riduzione della distanza media tra due segnali da 1.200 metri a circa 300, ai treni di viaggiare più ravvicinati migliorandone la puntualità. Questa tecnologia, implementata sia a terra che a bordo, aumenta quindi la capacità dell’infrastruttura ferroviaria esistente, per una maggiore regolarità e frequenza nella circolazione ferroviaria dei nodi, con benefici per il tutto il Trasporto Pubblico Locale.

Perché tutte le potenzialità di ERTMS Urban siano dispiegate è necessario che ricorrano alcune caratteristiche tecniche, il sistema può essere installato solo su treni a composizione bloccata estremamente performanti in frenata e decelerazione, e soprattutto con l’implementazione della funzionalità di “Train Integrity” a bordo.  Al momento l’applicazione è prevista solo per le tratte della rete di RFI in doppio attrezzaggio, ovvero con ERTMS sovrapposto al sistema di segnalamento tradizionale SCMT e con la presenza del segnalamento luminoso laterale. I primi nodi urbani ad essere attrezzati saranno Firenze, Roma e Milano con il contestuale adeguamento del materiale rotabile. In seguito, la configurazione di ERTMS Urban potrà essere diffusa su altre tratte dei nodi principali della rete.

La configurazione ERTMS Urban potrà essere diffusa, in modo incrementale e funzionale all’esercizio, su altre tratte dei nodi principali della rete. In futuro i suoi principi funzionali potranno essere applicati anche al nuovo contesto di ERTMS “stand alone” per il quale sono stati stipulati i primi Accordi Quadro nel rispetto di quanto previsto dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (finanziamento di 2,97 miliardi di euro per l’installazione di ERTMS/ETCS su 3.400 chilometri di rete entro il 2026). È in tale contesto che, senza le limitazioni derivate dalla presenza del segnalamento luminoso e con in parallelo l’introduzione delle funzioni di ATO (Automatic Train Operation), il Sistema ERTMS Urban potrà dare i massimi benefici in termini di aumento di capacità e ottimizzazione della regolazione della circolazione.

“Come Rete Ferroviaria Italiana siamo in prima linea per sviluppare infrastrutture sostenibili, resilienti, interconnesse e accessibili. Oggi, anche grazie alle risorse del PNRR, stiamo realizzando le infrastrutture del domani, che uniranno ancora di più l’Italia e garantiranno la nuova mobilità del Paese. Ad Expo 2020 però non presentiamo quelle che saranno le infrastrutture del futuro ma parliamo del futuro delle infrastrutture esistenti”, ha commentato l’Amministratrice Delegata di RFI Vera Fiorani aggiungendo, “In questo contesto l’innovazione tecnologica è una delle nostre assolute priorità. Ne sono la dimostrazione: il nuovo treno diagnostico Diamante 2.0, capace di monitorare contemporaneamente oltre 500 parametri e verificare in tempo reale lo stato di salute dell’infrastruttura a 300 chilometri orari, già in questi giorni in circolazione sui binari italiani; l’innovazione dell’ERTMS Urban, che a pieno regime permetterà di raddoppiare il numero dei treni in circolazione nei nodi urbani. Grazie a queste due eccellenze non solo accompagniamo l’evoluzione infrastrutturale, ma la anticipiamo, per migliorare la velocità dei collegamenti, il numero dei treni giornalieri e l’affidabilità della rete ferroviaria. Il tutto nel rispetto dell’ambiente a servizio delle persone che ogni giorno viaggiano sui nostri binari”.

l’Amministratore Delegato di Italferr Andrea Nardinocchi ha spiegato: “Italferr in questo particolare momento storico, è chiamata a supportare RFI nella progettazione e nella direzione lavori di moltissime delle opere ferroviarie finanziate dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Un lavoro che si esplicita lungo tutto il ciclo di realizzazione delle infrastrutture, dagli studi di fattibilità e di sostenibilità fino al collaudo. Le infrastrutture di domani dovranno essere digitali, resilienti, resistenti ai cambiamenti climatici, sostenibili sin dalla fase di progettazione. L’intero settore delle costruzioni, di cui Italferr fa parte, deve, per questo motivo, beneficiare dei miglioramenti che comporta la tecnologia, in modo da gestire in maniera più efficace un’opera infrastrutturale grazie alla strumentazione all’avanguardia, alle nuove competenze, alla capacità di reinterpretare e rielaborare l’innovazione e rendere razionale e intuitivo un mondo apparentemente articolato e complesso”.

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