Francia, Macron verso un nuovo governo: al via le consultazioni

Macron ha annunciato che chiederà al prossimo primo ministro di adottare un “metodo condiviso”, con l’obiettivo di mantenere in piedi l’Assemblea nazionale fino alla fine del mandato nel 2027. Esclusi dalle consultazioni Le Pen e Mélenchon

macronIl presidente francese Emmanuel Macron si prepara a varare un nuovo governo entro 48 ore, cercando di evitare il ripetersi del clamoroso fallimento del governo Barnier. Dopo appena tre mesi in carica, l’esecutivo guidato dall’ex commissario europeo è crollato in piena discussione sulla legge finanziaria. L’esperienza ha rappresentato una lezione amara per Macron, che questa volta evita di fare affidamento su Marine Le Pen e il suo Rassemblement National (RN). A settembre, Le Pen aveva promesso di non votare la sfiducia contro Barnier, ma ha poi cambiato improvvisamente strategia, unendosi alla sinistra per far cadere il governo.

Macron ha annunciato che chiederà al prossimo primo ministro di adottare un “metodo condiviso”, con l’obiettivo di mantenere in piedi l’Assemblea nazionale fino alla fine del mandato nel 2027. “Abbiamo bisogno di stabilità nei prossimi trenta mesi, senza scioglimenti anticipati,” ha dichiarato, sottolineando che “nessuno intende dare mano al Rassemblement National”.

Le Pen esclusa dalle consultazioni

Marine Le Pen non è stata invitata alle consultazioni organizzate all’Eliseo, una scelta che conferma l’intento di Macron di escludere gli estremisti dal dialogo politico. Nei giorni scorsi, il presidente ha incontrato i leader di Verdi, comunisti, socialisti e Républicains, lasciando fuori anche Jean-Luc Mélenchon, leader della France Insoumise (FI). La strategia è chiara: costruire un governo che includa solo le forze dell’“arco repubblicano”.

Marine Tondelier, leader dei Verdi, ha rivelato che Macron intende proporre un “nuovo metodo” per costruire l’esecutivo, basato su una piattaforma programmatica condivisa. La soluzione, ha sottolineato, non può prevedere alcun accordo con il RN, un punto ribadito durante il vertice tra le forze politiche convocato oggi all’Eliseo. Tuttavia, Jordan Bardella, presidente del Rassemblement National, ha criticato la decisione di Macron, accusandolo di ignorare una fetta significativa dell’elettorato.

Mélenchon e le tensioni interne alla sinistra

Anche Mélenchon e la sua France Insoumise sono rimasti fuori dal tavolo negoziale. Il leader della sinistra radicale ha ribadito la sua indisponibilità a collaborare con Macron, sostenendo unicamente un esecutivo che adotti il programma del Nuovo Fronte Popolare, l’alleanza di sinistra nata dalle legislative di luglio. Tuttavia, la posizione di Mélenchon non trova più l’appoggio incondizionato del partito socialista. Il segretario Olivier Faure ha infatti aperto alla possibilità di un dialogo con i macronisti e con la destra, a patto di raggiungere un accordo basato su “concessioni reciproche”. Questa apertura, sostenuta anche da comunisti e Verdi, rischia di indebolire l’unità della sinistra.

Il sostegno segreto di Sarkozy  a Macron e le incognite sul futuro premier

Parallelamente, Macron ha avuto un incontro riservato con l’ex presidente Nicolas Sarkozy. Secondo indiscrezioni riportate da Le Figaro, Sarkozy avrebbe suggerito la nomina di Sebastien Lecornu, ministro dimissionario delle Forze armate, come nuovo primo ministro. Inoltre, avrebbe raccomandato la riconferma di Bruno Retailleau al ministero degli Interni.

Tuttavia, il nome più quotato resta quello di François Bayrou, leader centrista considerato una figura capace di mediare tra le varie anime politiche. Bayrou potrebbe rappresentare la soluzione per un “patto di non belligeranza” necessario a garantire la sopravvivenza del governo.

Un percorso pieno di ostacoli

Nonostante le mosse di Macron, le divisioni tra le forze politiche restano profonde. I Républicains e i socialisti insistono per un premier che rappresenti la propria area politica, complicando ulteriormente le trattative. Anche se l’Eliseo spera di raggiungere un “accordo di metodo” che porti alla formazione di un governo di interesse generale, il percorso appare in salita.

Nel frattempo, il ministro delle Finanze in carica ha predisposto una “legge speciale” per garantire il funzionamento dello Stato, qualora la crisi politica impedisca l’approvazione della legge di Bilancio. Macron, da parte sua, è determinato a trovare una soluzione entro pochi giorni, ma il clima politico rimane incandescente.

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