Gaza, Hamas: “7 ostaggi morti a causa dei raid israeliani”. Strage nel tentativo di raggiungere gli aiuti umanitari

Nelle prime ore della mattinata, Israele ha rilasciato 50 prigionieri palestinesi, che erano stati arrestati dopo il 7 ottobre

A Gaza la guerra continua incessante e le notizie, in cui troppo spesso si fa il bilancio dei morti si succedono con un ritmo battente. In serata Hamas ha reso noto che sette ostaggi israeliani a Gaza sono stati uccisi durante i bombardamenti. Al momento non sono stati forniti ulteriori dettagli sul momento esatto della loro morte.

Tra le vittime sono stati identificati Haim Gershon Perri, Yoram Itach Metzger e Amiram Israel Cooper, mentre gli altri quattro nomi verranno resi pubblici non appena sarà possibile confermarne l’identità. Hamas ha poi avvertito che il bilancio delle vittime tra i prigionieri potrebbe superare 70 a causa delle continue operazioni militari nemiche.

Ma non solo. Nel corso della giornata si è assistito all’immagine brutale di un convoglio di aiuti umanitario arrivato a Gaza City  che si è trasformato in un violento assalto, causando un vero e proprio massacro. Secondo le fonti sanitarie palestinesi, il bilancio della tragedia è di oltre 100 morti e 700 feriti tra la folla durante la sparatoria con le forze israeliane. Le autorità israeliane inizialmente confermavano l’uso delle armi da fuoco contro la folla, indicandola come una “minaccia”, salvo poi negare di avere sparato alcun colpo.

Il Times of Israel riferisce che solo una manciata delle vittime sarebbe stata causata da proiettili. Un testimone ha riportato all’Afp che l’insurrezione è stata scatenata da una folla disperata alla ricerca di cibo che si è scagliata sui camion di aiuto.

“Troppa vicinanza con dei carri armati dell’esercito nella zona ha spinto la folla, migliaia di persone, a saccheggiare i camion”, ha riportato il testimone. Secondo le dichiarazioni iniziali dell’esercito israeliano, quando i camion dell’aiuto umanitario sono entrati nel Nord della Striscia di Gaza, i residenti hanno circondato i veicoli saccheggiando i rifornimenti.

Il portavoce delle forze armate israeliane, Daniel Hagari, ha fornito la sua versione secondo cui i camion contenenti gli aiuti, nel cercare di raggiungere la Striscia di Gaza, si sono imbattuti in una folla palestinese che ha tentato di saccheggiare le attrezzature. Ha riferito che decine di persone sono state uccise involontariamente, travolte dai camion in fuga. Ha poi negato che l’esercito abbia sparato sulla folla in cerca di aiuti.

Al contrario, i medici a Gaza riferiscono di aver visto decine di corpi di morti e feriti da armi da fuoco, compresi colpi di proiettile alla testa, al collo e al mento, abbandonati lungo la strada, secondo quanto riportato dal New York Times. Il Consiglio di Sicurezza dell’Onu ha organizzato un incontro in serata dietro porte chiuse per discutere la consegna degli aiuti alla popolazione palestinese.

Eppure la giornata sembrava lasciasse intravedere qualche margine di distensione. Nelle prime ore della mattinata, Israele ha rilasciato 50 prigionieri palestinesi, che erano stati arrestati dopo il 7 ottobre. La decisione è stata comunicata attraverso una nota congiunta della sicurezza interna e dell’esercito, attribuendo l’azione al problema del sovraffollamento nelle strutture carcerarie.

Contrariamente a questa dichiarazione, Itamar Ben Gvir, ministro della sicurezza nazionale, affronta la questione in una luce differente. Secondo un suo post pubblicato su Twitter, la liberazione dei prigionieri rappresenterebbe un “gesto di distensione in vista del Ramadan”. Ben Gvir, tuttavia, è critico sull’iniziativa, descrivendola come imprudente: “È preoccupante che nel giorno in cui due ebrei vengono uccisi, il capo dello Shin Bet decide di onorare gli assassini. Questo si verifica subito dopo aver esteso per la seconda volta la detenzione amministrativa di un colono ebreo”.

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