Il Fmi innalza le previsioni di crescita del Pil italiano a +4,2%

di Corinna Pindaro

Una crescita stimata del +4,2%: il Fondo monetario internazionale rivede la sua stima in relazione al Pil italiano e ne prevede una maggiorazione rispetto al +3% a Gennaio.  La notizia si apprende dalla divulgazione del World Economic Outlook in cui si evidenzia che la previsione di crescita del Pil è invece più bassa rispetto al Weo di ottobre quando aveva stimato una crescita, per quest’anno, del +5,2%. Per quanto riguarda il 2022 invece la stima del Pil (+3,6%) è in linea con quanto previsto a gennaio e rivista al rialzo rispetto al rapporto di ottobre (+2,6%). Nel 2020 invece, sottolinea Fmi, la contrazione si è attestata al -8,9%.

Il debito pubblico italiano in rapporto al Pil aumenterà al 157, 1 % nel 2021 rispetto all’aumento che si è registrato nel 2020 del 155,6%. Secondo le previsioni del Fmi, però, il debito pubblico dovrebbe iniziare un trend in discesa al 155,5% nel 2021 per arrivare al 151% nel 2026. Il Fondo registra, invece, un calo in relazione al deficict in rapporto al Pil dell’8,8% nel 2021 rispetto al 9,5% nel 2020 mentre si prevede un ulteriore decrescita del 5,5% nel 2022 e dell’1,8% nel 2026.

I dati in relazione al tasso di disoccupazione sono, anch’essi in aumento: la previsione è che si passi dal +9,1% nel 2020 al +10,3% nel 2021 ed addirittura si giunga all’11, 6% nel 2022. In rialzo anche il tasso d’inflazione che dal -0,1% del 2020 arriva a +0,8% nel 2021 e +0,9% nel 2022.Il bilancio delle partite correnti passa dal 3,6% del 2020 al 3,5% del 2021, al 3,4% del 2022. 

Secondo quanto si apprende nel rapporto divulgato dal Fmi: “Le misure di sostegno al mantenimento del posto di lavoro sono importanti per mitigare i danni di uno shock avverso del mercato del lavoro come la pandemia di Covid-19. Il dispiegamento di tali misure è stato essenziale per evitare che la disoccupazione aumentasse ulteriormente e ha aiutato a proteggere i lavoratori più colpiti, come quelli meno qualificati”. In generale, evidenzia l’Fmi, “le politiche di mantenimento del posto di lavoro sono l’opzione migliore per affrontare la temporanea (ma a volte lunga) perturbazione causata dallo shock pandemico avverso, aiutando a mantenere i posti di lavoro e a prevenire aumenti più bruschi della disoccupazione mentre lo shock è in corso. Le politiche di riallocazione dei lavoratori possono aiutare l’adattamento del mercato del lavoro ai cambiamenti permanenti nella struttura dell’economia causati dalla pandemia, in particolare quando lo shock sarà passato e l’economia sarà tornata alla normalità”. .

Rivolgendosi all’economia con uno sguardo complessivo il Fmi registra in relazione al Pil mondiale una crescita del +6% rispetto a quanto emerso nel rapporto di ottobre in cui si prevedeva una crescita del +5,2%. Secondo i dati elencati nel World economic outlook si prevede un forte balzo dell’economia statunitense, nel 2021 al 6,4% dal -3,5% del 2020. Il Pil Usa farà meglio delle previsioni anche nel 2022 con un +3,5%.

Procede con molta più lentezza la ripresa nell’area europea che si stima sia al +4,4% quest’anno rispetto al  -6,6% del 2020 e al +3,8% nel 2022. Tra le maggiori economie dell’Eurozona la crescita maggiore è della Spagna che passa da una contrazione dell’11% nel 2020 al +6,4% nel 2021 e al +4,7% nel 2022, seguita dalla Francia +5,8% quest’anno dal -8,2% del 2020 e +4,2% nel 2022. La Germania, maggior economia europea, crescerà del +3,6% quest’anno e del +3,4% del 2022.

Accelera invece la corsa l’economia cinese che non si è fermata nemmeno nel 2020 (+2,3%) registrando un +8,4% nel 2021 e del +5,6% nel 2022. Forte rimbalzo dell’India che passa dal -8% del 2020 al +12,5% del 2021 e +6,9% nel 2022. 

A un anno da quando l’Oms ha dichiarato il Covid-19 una pandemia globale, l’Fmi nonostante “l’elevata incertezza” giudica “sempre più visibile una via d’uscita da questa crisi sanitaria ed  economica”. Lo afferma il direttore della ricerca dell’Fmi, Gita Gopinath spiegando che “grazie all’impegno della comunità scientifica ci sono diversi vaccini che possono ridurre la gravità e la frequenza delle infezioni”. 

In parallelo, ha proseguito Gopinath, “l’adattamento alla pandemia ha permesso all’economia globale di fare bene nonostante la ridotta mobilità generale, portando ad un rimbalzo più forte delle attese, in media, in tutte le regioni. Il sostegno fiscale aggiuntivo in alcune economie, (specialmente negli Stati Uniti) – grazie a interventi senza precedenti e al continuo accomodamento monetario, danno ulteriore spinta alle prospettive economiche”.

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