Il Portogallo ottiene promozione doppia da Moody’s: un balzo in avanti nel rating di credito

Il Portogallo ha guadagnato una doppia promozione da Moody’s, con il rating del paese aumentato di due livelli da “Baa2” a “A3”. Questa decisione segue una serie di riforme economiche e fiscali, insieme a una riduzione del debito del settore privato e al rafforzamento del sistema bancario. Tuttavia, bisogna prestare attenzione ad alcuni rischi politici e climatici emergenti

di Mario Tosetti

Il 7 aprile 2011, nel pieno della crisi dello spread europeo, il Portogallo fu obbligato a chiedere un salvataggio finanziario all’Unione Europea e al Fondo Monetario Internazionale. Ora, più di un decennio dopo, la nazione riceve un significativo upgrade da Moody’s, una delle principali agenzie di rating al mondo, che ha elevato il Portogallo al grado di credibilità A. Notabilmente, nella tarda serata di venerdì, dopo la chiusura dei mercati, il paese ha ricevuto un doppio salto di gradazione del rating, passando da “Baa2” al “A3”. Questo cambiamento è come avanzare da un 6 ad un 8 in una sola volta.

Moody’s ha chiarito le ragioni di questa duplice upgrade nel suo comunicato, citando il sostegno alla sostenibilità del debito a medio termine, derivante da una serie di riforme economiche e fiscali, da un ridimensionamento del debito del settore privato, e da un continuo rafforzamento del sistema bancario. L’agenzia ha inoltre segnalato che le previsioni a medio termine per il Portogallo sono alimentate da consistenti investimenti pubblici e privati, oltre all’attuazione di ulteriori riforme strutturali legate al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR).

Tuttavia, Moody’s rimane vigile riguardo a potenziali rischi politici, come le recenti indagini sulla corruzione che hanno portato alle dimissioni del Primo Ministro Antonio Costa e che potrebbero, in futuro, compromettere i progressi negli investimenti e nelle riforme previste dal PNRR del Portogallo. Infine, c’è un’attenzione crescente sui rischi climatici, che potrebbero impattare negativamente sulla crescita e le condizioni fiscali del paese più di quanto attualmente previsto.