Il successo di Grimaldi Alliance, la law firm che segue le imprese italiane all’estero

Il managing partner Francesco Sciaudone: “il nostro è un modello che prima non c’era. Siamo in grado di seguire in tutto il mondo i nostri clienti con una logica glocal, garantendo servizi multidisciplinari. Contiamo su soci come Michel Bray a Londra e Daniel Fesler a Bruxelles e su partner come i cinesi di Yingke, uno studio che da solo ha 15.000 professionisti e oltre 120 sedi nel mondo”

di Guido Talarico

Il “Made in Italy” è una indicazione di provenienza qualificante, tant’è che è censita al 7º posto in termini di reputazione tra i consumatori di tutto il mondo. Un’indicazione di qualità che tuttavia ha tenuto fuori un settore, quello delle “law firm”, vale a dire i grandi studi legali, dove gli italiani fin ora sono stati incapaci di trovare uno spazio adeguato a livello internazionale. Negli ultimi tempi però qualcosa è cambiato. Grimaldi Alliance, uno studio legale di origini romane, ha saputo invertire la rotta che vedeva l’Italia esclusa dal grande giro delle “law firm”, conquistando nel volgere di pochissimo tempo uno spazio importante a livello globale. Per capire le origini, le ragioni e soprattutto gli sviluppi di questo successo, ne abbiamo parlato con Francesco Sciaudone, l’avvocato e professore che di Grimaldi Alliance non solo è il Managing Partner, come si legge sobriamente sul sito, ma molto di più. Alla sua intuizione, alle sue capacità professionali e al suo attivismo (apparentemente frenetico) si deve l’enorme strada che Grimaldi Alliance ha compiuto nel giro di poco tempo. Sentiamo dunque dalle sue parole il racconto della nascita e della crescita di questo studio legale, che per la prima volta porta le imprese italiane ad avere un interlocutore qualificato e capace di seguirle in termini pluridisciplinari in tutto il mondo.

Avvocato Sciaudone, Grimaldi Alliance è nato a gennaio del 2023. In soli otto mesi avete aperto 84 sedi, contrattualizzato 85 soci e coinvolto 500 professionisti. Inoltre, agite in 26 aree d’attività e in 70 giurisdizioni, con oltre 20 partnership. Come se non bastasse avete vinto più di venti premi. Ci spiega come è nato questo vostro progetto e le ragioni del vostro successo?

Vittorio Grimaldi

“Abbiamo avviato GA come progetto di internazionalizzazione a metà del 2019 – dopo una lunga storia professionale che aveva portato Grimaldi ad essere già partner di Clifford Chance negli anni ’90 – cambiando metodo: creare un network nazionale e internazionale, con approccio multidisciplinare. Nonostante covid, crisi economiche e geopolitiche, abbiamo cominciato il 2023 con il nuovo brand Grimaldi Alliance (GA), registrato nel mondo, che da gennaio ha voluto coniugare il nostro coverage nazionale e internazionale: GA per Italia e Mondo! Siamo molto orgogliosi che tanti professionisti (circa 2.000 persone, delle quali circa 500 tra Italia – dove abbiamo 9 uffici, con Milano, Roma, Torino, Treviso, Padova, Verona, Napoli e Bari – Bruxelles, Londra e Parigi, ogni giorno operano sul mercato nazionale ed internazionale orgogliosi di far parte di GA. E ciò senza contare che il nostro partner cinese, Yingke, da solo ne ha 15.000 di professionisti con oltre 120 sedi nel mondo, eppure si presenta orgoglioso come nostro partner globale, mettendo il suo nome accanto al nostro! Stiamo provando a far capire a tutti che insieme – zusammen dicono i tedeschi – si va lontano. Il nostro è nato e continua ad essere un progetto di lungo termine, creare la prima vera realtà professionale di origine italiana capace di affrontare le esigenze glocal che sono tipiche dei nostri tempi”.

Di fatto la Grimaldi Alliance ha cambiato il concetto di internazionalizzazione, segnando per altro un percorso nel quale pochi studi italiani si erano mai avventurati prima. Qual è la vostra strategia di crescita a livello internazionale?

Michel Bray

“Siamo partiti dalla semplice considerazione che dei grandi paesi l’Italia era l’unico a non aver creato un proprio network internazionale nel mondo dei servizi professionali. Sebbene imprese e clienti italiani ce ne siano in tutti i paesi del mondo, mai una realtà professionale aveva costruito un network professionale per accompagnarle. Ma noi non vogliamo e non siamo solo italiani, vogliamo far evolvere questa realtà verso una realtà

Daniel Fesler

sempre più internazionale! Lo stiamo facendo con professionisti di grande valore – dall’ex MP di Clifford ChanceMichel Bray, che guida la nostra presenza in UK, all’ex MP di Baker&MackenzieDaniel Fesler, che guida la nostra presenza in Belgio, e quindi presso la Comunità europea – nonché con tutti i MP dei nostri partner che siedono nell’International Leadership Committee di GA”.

Quali sono i criteri che vi guidano nelle aperture delle nuove sedi? Viene prima il partner o prima il mercato?

“La regola è semplice, devono esserci mercato e partner: solo allora apriamo una presenza in un nuovo paese. Solo nei primi 7 mesi del 2023 abbiamo avviato la nostra operatività su Marocco, Francia, Costarica, Bolivia, Canada, Messico, con altrettanti partner di standing elevato in ciascuna di queste giurisdizioni. Per capire se stiamo facendo bene, ci basta pensare che il più grande studio al mondo, Yingke, che pur avrebbe tutti i mezzi per fare a meno di noi, vuole essere con noi in tutti questi paesi”.

Quali sono i mercati per voi più promettenti?

Bernardo Giorgio Mattarella

“Stiamo vedendo che la richiesta di supporto è presente in tutti i mercati, quella che manca è una strutturazione dell’offerta adeguata: noi siamo concentrati su questo. Lo stiamo facendo in materia di PNRR – abbiamo un team dedicato, guidato da Bernardo Giorgio Mattarella, e curiamo una pubblicazione con il Sole 24 Ore per spiegarne le opportunità – di ESG, di Cybersecurity, per fare degli esempi. Lo stiamo facendo sui mercati internazionali organizzando per i prossimi 27 e 28 ottobre a Milano l’Annual Meeting della GA, al quale parteciperanno tutti i partner da tutto il mondo e in occasione della quale organizzeremo sessioni di incontro con i nostri principali clienti”.

Dite che Grimaldi Alliance è un “One Stop Shop”, ci spiega cosa c’è dietro questa definizione per un grande studio internazionale come il vostro?

“Vogliamo dare al cliente la semplicità di avere un solo numero di telefono ed un solo account di posta elettronica da usare per gestire le proprie attività. Questo significa vendere aziende da Napoli in Romania, gestendo questioni di diritto rumeno, italiano, UK, senza doversi spostare, ovvero comprare una azienda in Arabia saudita, sempre senza dover cercare 10 professionisti per i diversi aspetti del deal. Oppure, ancora riuscire a seguire complesse operazioni tra Natale e e l’Epifania in Egitto, assicurando il buon esito senza rovinare le vacanze a nessuno! Ancora, seguire clienti attivi nel triveneto – dove con le sedi di Treviso, Padova e Verona abbiamo oltre 100 persone e siamo certamente la principale realtà del territorio – per complesse operazioni in Spagna. O ancora gestire un complesso contenzioso in Polonia. La prospettiva che deve essere però sottolineata è che la rete professionale che abbiamo messo insieme è ormai capace di originare e gestire attività che vanno anche dalla Grecia alla Serbia o dalla Cina alla Colombia. Con questo voglio dire che la dimensione internazionale è ormai sempre più evidente. Dobbiamo ancora lavorare molto – e lo stiamo facendo e lo faremo ancor di più entro l’anno – per arrivare ad avere dal 2024 una GA ancora più internazionale, ma la rotta è tracciata”.

Qual è il vostro rapporto con i clienti? Ci pare che abbiate innovato anche in questa direzione…

“Con i clienti stiamo cercando di far passare il concetto di partnership: non siamo un costo, da tagliare! Siamo – se ne siamo in grado – la soluzione a problemi o l’opportunità per la crescita. Ancora una volta si tratta di lavorare sul piano dell’offerta! Troppi si sono rassegnati alla concorrenza sul prezzo e a pensare che “uno vale uno” e allora tanto vale pagare meno! Dobbiamo capire che sappiamo e possiamo essere utili e realizzare risultati importanti per i clienti e che “utilità” e “risultati” sono i servizi professionali che rendiamo, non ore o carta”.

Come viene percepito sullo scacchiere internazionale, dove la competizione anche nel vostro settore è feroce, uno studio legale di origine italiana?

“L’italian way of doing ci ha molto aiutato nel far nascere e crescere GA! Nessun manuale di management delle law firm avrebbe legittimato un progetto del genere e assicurato la sua realizzazione. Ora però GA deve diventare sempre più internazionale, europeo, con un crescente ruolo della nostra sede di Bruxelles, senza ovviamente perdere l’italianità del progetto, ma rendendolo sempre più adeguato al modello di business multigiurisdizione. La competizione non è il problema, il problema è l’offerta, dobbiamo essere capaci di offrire l’ocean blu, evidenziando tutti i fattori di differenziazione che ci caratterizzano, per evitare di finire tutti nell’ocean red dove la concorrenza è sul prezzo e sui costi da tagliare. Oggi siamo “nazionali” (nessuna realtà professionale può vantare la nostra presenza sul territorio), internazionali (nessuno può oggi offrire un coverage in oltre 70 giurisdizioni, che si possono raggiungere da Parma, Torino o Verona o anche da Bruxelles), multidisciplinari (abbiamo un numero crescente di commercialisti e aziendalisti, nonché advisors, che si affiancano ai legali)”.

Cosa prepara Grimaldi Alliance per il 2023?

“Nell’ultimo quarter del 2023 ci prepariamo ad aprire nostre presenze con partnership in Uzbekistan, Giappone, Thailandia, così come ad aprire nostre sedi a Bologna, Catania, Brescia e forse anche Dubai. Abbiamo molti professionisti che ci stanno chiedendo di collaborare con noi, per cui sicuramente continueremo una attenta attività di hiring, sui diversi mercati e segmenti di attività. Lo faremo anche grazie ad una rinnovata governance di GA, che ha visto l’ampliamento del Comitato Strategico Consultivo a livello nazionale e dell’International Leadership Committee a livello internazionale, nonché grazie alla importante disponibilità di tutti i nostri partner, le figure dei responsabili di sede, con il rispettivo comitato, dei coordinatori delle aree di competenze, con il relativo comitato di coordinamento, il comitato risorse umane, nonché il comitato marketing e quello ESG. Insomma, abbiamo fatto evolvere la governance in ragione dell’evoluzione di GA, così da affrontare al meglio le prossime sfide. Tra queste, la più importante di tutte è e deve essere quella di dedicare attenzione ai giovani, facendoli incuriosire, appassionare e crescere, possibilmente con GA: abbiamo un programma di internship che porterà mobilità tra le sedi a tutti i livelli, in Italia e all’estero, con l’obiettivo di investire – pur in una stagione di AI e di legal tech – sempre di più sul fattore umano”.

(Associated Medias) – Tutti i diritti sono riservati