Imprese ed economia rigenerativa: il percorso per dimezzare il rischio creditizio

I player finanziari sono chiamati a giocare un ruolo chiave nel diffondere una maggiore consapevolezza e cultura green tra le imprese, attraverso lo sviluppo di servizi e prodotti di finanza “verde” e la promozione e il finanziamento di percorsi di transizione ecologica. Il ruolo nell’ESG di un leader di mercato come CRIF

di Ennio Bassi

Ormai l’acronimo ESG è noto ai più. Una storia che coinvolge tutti i Paesi del mondo da oltre otto anni ed è oggetto di evoluzioni sempre più profonde. Dal 2015 ad oggi si sono susseguiti moltissimi interventi a livello Europeo nella direzione di accelerare la transizione ESG del sistema economico e finanziario; inoltre, con l’approvazione dell’Assemblea Generale dell’ONU, l’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile” è divenuta il fulcro del perseguimento di 17 obiettivi che mirano a disegnare un futuro migliore e più sostenibile, da raggiungere in ambito ambientale, economico, sociale e istituzionale.

È innegabile come questo rapido cambiamento, non solo del contesto normativo ma anche di quello economico, sociale e culturale, richieda alle imprese da una parte, e ai player finanziari dall’altra una nuova postura verso questi temi, non più rimandabili.

IMPRESE ED ECONOMIA RIGENERATIVA: ATTENZIONE AI PROCESSI PRODUTTIVI

Partiamo dalla componente “E” relativa all’ambiente, che attualmente è la più sentita. L’emergenza climatica è un’evidenza sotto gli occhi di tutti e la riduzione delle emissioni di gas serra al fine di diminuire la temperatura media globale è una necessità non più rimandabile. In questo contesto, un ruolo centrale nel contenimento delle emissioni è svolto dalle imprese.

L’European Green Deal – insieme di iniziative politiche della Commissione Europea con l’obiettivo generale di rendere l’Unione Europea neutrale dal punto di vista climatico nel 2050 – pone come obiettivo quello di ridurre le emissioni del 60% e il consumo di energia del 14% entro il 2030, per poter poi raggiungere la neutralità entro il 2050.

Una recente analisi CRIF – Nomisma ha evidenziato che più della metà delle imprese italiane intervistate sono pronte ad impegnarsi proprio nel fattore ambientale, mentre 1 impresa su 3 è esposta a potenziali perdite economiche a causa di fenomeni naturali (analisi CRIF-RED, in collaborazione con QBE Italia e con il patrocinio di IIA, Italian Insurtech Association).

A questo vanno aggiunte le evidenze dello studio effettuato da REPAiR Lab (Responsible, Patient and Reliable Finance Lab) – il laboratorio di SDA Bocconi e CRIF sulla finanza responsabile e sostenibile – che evidenzia come oltre il 72% delle aziende avrà un impatto medio o superiore nella catena industriale dovuto al percorso di transizione ecologica. In particolare, le aziende maggiormente impattate saranno quelle nei settori chimico e del cemento.

Con una maggiore efficienza dal punto di vista energetico, le imprese possono migliorare la propria situazione finanziaria ma anche ridurre le emissioni di gas serra. È fondamentale, inoltre, che le iniziative di transizione ecologica si estendano dalla singola impresa all’intera supply chain, quindi alla filiera economica. La conversione verso fonti rinnovabili non è infatti sufficiente. Occorre orientarsi verso una produzione più sostenibile e anche rivedere i cicli di produzione e ridurre l’utilizzo delle materie prime, accelerando verso l’economia circolare e rigenerativa.

IL RUOLO DEL SISTEMA BANCARIO NELLA TRANSIZIONE ECOLOGICA

I player finanziari sono chiamati a giocare un ruolo chiave nel diffondere una maggiore consapevolezza e cultura green tra le imprese, attraverso lo sviluppo di servizi e prodotti di finanza “verde” e la promozione e il finanziamento di percorsi di transizione ecologica.

In Italia il 60% delle aziende attualmente presenta un’adeguatezza ESG medio-bassa e ha spazi di investimento in sostenibilità. L’opportunità di erogare finanziamenti green richiede la capacità di riconoscere il livello di sostenibilità delle controparti e delle iniziative ESG che promuovono.

Le banche sono chiamate, quindi, ad effettuare una corretta analisi dell’adeguatezza dell’impresa verso i criteri di sostenibilità e una valutazione del merito creditizio per individuare e premiare le aziende più virtuose. D’altra parte, il framework regolamentare, con le linee guida EBA su Loan Origination e Monitoring, impone loro un’attenta ponderazione dell’impatto dei rischi associati ai fattori ESG nel mettere a punto il proprio “appetito” per il rischio.

Valorizzare i fattori ESG per le banche rappresenta comunque una grande opportunità. Da analisi CRIF condotte sulla totalità delle imprese italiane emerge che le aziende green hanno un profilo di rischio creditizio minore, di circa il 50% inferiore rispetto alla media; di contro, le aziende con scarsa adeguatezza ESG hanno un livello di rischiosità più che doppio rispetto alla media.

CRIF ESG INFORMATION E INTELLIGENCE PER RAGGIUNGERE GLI OBIETTIVI DI SOSTENIBILITÀ

Marco Colombo CRIF

“La transizione ecologica è di sempre più stringente attualità per le imprese così come per i player finanziari, che sono chiamati ad accompagnarle con servizi efficaci e tempestivi. D’altronde le risorse del PNRR rappresentano un’opportunità che non può essere assolutamente persa” – commenta Marco Colombo, Managing Director Finance Italy di CRIF. “Apportare un contributo concreto alla costruzione di un futuro sostenibile è uno dei principali obiettivi che guidano l’operare quotidiano di CRIF che oggi mette a disposizione di player finanziari e aziende un mix unico di informazioni, analytics, piattaforme digitali e advisory per abilitare una reale transizione green”.

Con il proprio DNA da data-driven company, insieme all’ampliamento delle fonti informative CRIF ha investito fortemente sulla propria capacità di elaborare milioni di dati, con modalità avanzate di intelligenza artificiale e machine learning, e ha sviluppato innovativi indicatori forward looking che consentono di indagare al meglio la dimensione ESG delle imprese da valutare e gestire.

Tra questi indicatori di ultima generazione vi è lo score ESG, che, a partire dal vasto patrimonio informativo gestito in termini di informazioni puntuali, statistiche, geografiche e di settore, è un indicatore calcolato sulla totalità delle imprese italiane, che dice quanto un’azienda è o meno ESG compliant, e quindi anche meno rischiosa da un punto di vista creditizio. Per le aziende corporate, tale score viene integrato dagli analisti di CRIF Ratings, la società di rating del gruppo CRIF, per produrre il Rating ESG.

Accanto ai due indicatori sopracitati, c’è anche lo score per la stima degli impatti dovuti alla transizione energetica, nato nell’ambito del Laboratorio di ricerca REPAiR di CRIF e SDA Bocconi. Esprime la probabilità per un’azienda di subire impatti significativi con orizzonte al 2050. Applicando lo score sull’universo delle imprese italiane, emerge che a livello di dimensioni, le aziende che subiranno un impatto maggiore sono tendenzialmente più grandi della media.

Nel segmento PMI, la consapevolezza sui temi Environmental, Social e Governance è ancora in via di consolidamento, per cui è fondamentale acquisire ed elaborare informazioni qualificate al fine di costruire un quadro quali-quantitativo completo. In questo percorso, CRIF mette a disposizione SynESGy, il primo network mondiale dedicato al mondo ESG destinato a Corporate e PMI, con l’obiettivo di incrementare la consapevolezza e la trasparenza nei processi delle filiere produttive e nel loro livello di sostenibilità.

La piattaforma favorisce e stimola, da una parte, le imprese a muoversi verso una gestione aziendale ispirata a criteri etici e ad avviare percorsi di trasformazione in ottica di sostenibilità, e dall’altra, fornisce a player finanziari e aziende uno strumento fondamentale per comprendere il proprio livello di sostenibilità e quello dei propri clienti e fornitori. Tale piattaforma è stata presentata lo scorso novembre durante l’incontro organizzato dall’International Committee on Credit Reporting a Washington, presso la World Bank.

La metodologia di SynESGy segue standard internazionali di sostenibilità generalmente accettati come il Global Reporting Initiative (GRI) e il Sustainable Development Goals Alliance (SDGA) ed è stata sviluppata da CRIF Ratings, che opera sotto la supervisione dell’ESMA (European Securities and Markets Authority), Autorità europea degli strumenti finanziari e dei mercati.

Sempre nell’ambito delle iniziative innovative in ambito ESG, si segnala la ‘Climate Risk Analytics Suite’, piattaforma digitale per segnalare e monitorare i rischi legati al clima, in linea con le raccomandazioni internazionali. La soluzione ha vinto il G20 TechSprint 2021, il prestigioso riconoscimento da parte della Banca d’Italia e della Banca dei Regolamenti Internazionali (BRI), nella categoria ‘Analisi e valutazione dei rischi di transizione e dei rischi fisici legati al clima’.

INNOVAZIONE E PROGETTUALITÀ ESG NEL MONDO FINANZIARIO

La totalità dei player finanziari si sta muovendo verso l’evoluzione dei modelli di servizio e operativi secondo percorsi di sostenibilità, oltre che nell’ampliamento dell’offerta di servizi e prodotti green. CRIF ha il privilegio di poter operare con una molteplicità di soggetti, in una logica di innovazione aperta e collaborativa.

In questo contesto si colloca la progettualità con Intesa Sanpaolo Innovation Center che, grazie alla partnership con CRIF, ha sviluppato uno strumento di misurazione del livello di circolarità delle imprese, denominato “Circular Assessment”. Si tratta di un questionario evoluto che consente di ottenere un report con il grado di performance aziendale nella circolarità.

Altra rilevante iniziativa è quella con Agos, società leader nel credito al consumo partecipata per il 61% dal Gruppo Crédit Agricole attraverso Crédit Agricole Consumer Finance e per il 39% da Banco BPM. Agos ha deciso di attivare per i propri clienti la piattaforma di CRIF Green BEES®

“Grazie alla piattaforma Green BEES®, offriamo ai nostri clienti uno strumento digitale innovativo che, attraverso la valutazione dell’efficienza energetica degli immobili, possa aiutarli nell’individuazione degli interventi da attivare per migliorare l’efficientamento energetico della propria abitazione. Questa soluzione crediamo possa aiutare tutti gli italiani che vogliono valutare gli interventi sul proprio immobile per far fronte al rincaro generalizzato dei costi dell’energia e ridurre le loro emissioni di CO2”- afferma Guido Rindi, Direttore Clienti e Assicurazioni di Agos.

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