Intesa Sanpaolo, Pil in crescita al 6,2% nel 2021 e al 4,3% nel 2023

di Emilia Morelli

La direzione Studi e ricerche di Intesa Sanpaolo mostra una stima di crescita al rialzo del Pil italiano al 6,2% nel 2021 e al 4,3% nel 2022. Secondo gli economisti la crescita italiana potrebbe raggiungere nuovamente il livello pre pandemia entro la metà del 2022.

La revisione al rialzo è determinata dal balzo, superiore alle aspettative, che si è registrato nei mesi centrali del 2021. Il recupero è stato, infatti, più veloce delle stime. Gli economisti dell’Istituto Sanpaolo ritengono, comunque, che l’effettivo output gap terminerà nel 2023 e per un concreto recupero dei ritmi di crescita pre-pandemia occorrerà attendere il 2024. Ad ogni modo gli studiosi avvertono che permane incertezza e non mancano rischi al ribasso. Si pensi ad eventuali problemi legati alla “quarta ondata pandemica” tali da indurre i consumatori ad una maggior cautela e quindi ad un rallentamento dell’attività economica.

A suscitare ulteriori preoccupazioni anche il fenomeno dei cosiddetti “colli di bottiglia” presenti nelle catene produttive internazionali, che ormai da mesi determinano difficoltà nel reperimento di materie prime e componenti, nonché decisi rincari nei costi degli input produttivi. Tuttavia, nella nota si legge che “nel periodo più recente si nota qualche incipiente segnale di attenuazione dei problemi dal lato dell’offerta, che, pur restando severi, sembrano se non altro non accentuarsi ulteriormente”.

L’inflazione, invece, secondo lo studio dovrebbe essere superiore al 2% e per la discesa all’1,8% occorrerà attendere il 2023. Il dato sull’inflazione è determinato, secondo quanto emerge dallo studio, dal caro energia e dal fatto che alcuni settori, quali la ristorazione e il turismo, risentono ancora della crisi economica innescata col covid. Tuttavia pressioni limitate sul costo del lavoro dovrebbero mantenere bassa l’inflazione di fondo che si stima sarà nel 2022 leggermente maggiore dell’1% destinata, però, a salire all’1,9% nel 2023. Ad ogni modo lo studio evidenzia come i rischi legati all’inflazione siano minori in Italia rispetto a tutti gli altri Paesi europei.

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