Irpef, il 75,57% del totale è coperto da 10 milioni di persone

In Italia il 40% della popolazione è responsabile di oltre il 90% delle tasse, mentre la restante parte contribuisce solo all’8% dell’Irpef

irpefNel 2023, il gettito Irpef ha registrato un incremento del 6,3% rispetto all’anno precedente, sebbene questo aumento sia stato inferiore rispetto alla crescita del PIL nominale. Tuttavia, i dati segnalano che, nonostante una crescita economica e un miglioramento dell’occupazione, il 45,16% degli italiani risulta privo di redditi e quindi dipende economicamente da altri. Su 42 milioni di contribuenti, il 75,57% del totale dell’Irpef è coperto da circa 10 milioni di persone, mentre i restanti 32 milioni coprono solo il 24,43%. Questi dati sono stati pubblicati dall’Osservatorio sulla spesa pubblica e sulle entrate di Itinerari Previdenziali e Cida.

L’onere del 90% delle imposte sulle spalle del 40% della popolazione

Alberto Brambilla, presidente di Itinerari Previdenziali, sottolinea come in Italia il 40% della popolazione sia responsabile di oltre il 90% delle tasse, mentre la restante parte contribuisce solo all’8% dell’Irpef. Secondo Brambilla, questo crea un equilibrio precario che rende complesso finanziare il welfare.

La riforma fiscale potrebbe inasprire la situazione

Secondo l’analisi di Itinerari Previdenziali, la riforma fiscale in programma potrebbe peggiorare ulteriormente la situazione. Con l’introduzione di tagli alle detrazioni fiscali per i redditi oltre i 75.000 euro, si prospetta un aumento della pressione fiscale su chi contribuisce di più. Questo, spiega Brambilla, manda un messaggio preoccupante: in Italia non converrebbe distinguersi per produttività o innovazione, ma piuttosto diventerebbe conveniente evadere le imposte o nascondere i propri guadagni.

L’aumento della spesa assistenziale e il peso sui contribuenti

Con la diminuzione dei contribuenti che sostengono la spesa pubblica, i costi per l’assistenza sociale continuano a crescere a un ritmo sempre più rapido. Negli ultimi dieci anni, la spesa per il welfare è aumentata del 30%, con un’impennata nei costi per l’assistenza pari al +126%. Stefano Cuzzilla, presidente di Cida, evidenzia che il peso fiscale per coloro che producono reddito è ormai difficilmente sostenibile. Inoltre, l’inflazione ha eroso del 24% il potere d’acquisto in 15 anni, aggravando ulteriormente la condizione di chi finanzia il sistema, inclusi sanità e servizi sociali, senza ricevere in cambio benefici proporzionali. Cuzzilla si domanda fino a che punto questa minoranza di contribuenti sarà disposta a sostenere il carico fiscale per l’intero sistema.

Il ruolo del ceto medio e la redistribuzione fiscale

In Italia, il sistema fiscale grava sempre più sul ceto medio, ormai in riduzione, che si trova a sostenere gran parte delle spese per il welfare e l’assistenza. Sommando anche i contributi destinati agli enti locali, il totale della spesa redistributiva raggiunge i 240,56 miliardi di euro sui circa 661 miliardi di entrate, al netto dei contributi sociali. Circa l’86,33% delle imposte dirette viene redistribuito, in gran parte a favore del 53,19% degli italiani che rientrano nelle fasce di reddito più basse. Gli autori dell’Osservatorio si chiedono se sia plausibile che quasi la metà degli italiani viva con un reddito lordo annuo di circa 10.000 euro.

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