Istat: incremento della produzione industriale, Brunetta: “Rivedremo le stime del Pil”

di Corinna Pindaro

“A novembre la produzione industriale torna a crescere in termini congiunturali, dopo il calo del mese precedente; il livello dell’indice supera del 3,1% il valore di febbraio 2020, mese antecedente l’inizio dell’emergenza sanitaria. Anche la dinamica congiunturale nella media degli ultimi tre mesi registra un aumento. Tutti i principali settori di attività crescono su base mensile, con un incremento più ampio per il settore dell’energia. In termini tendenziali, al netto degli effetti di calendario, sia l’indice generale sia molti di quelli settoriali mostrano aumenti marcati”, così si legge in una nota dell’Istat.

Nel dettaglio l’incremento che caratterizza il settore dell’energia è del 12,4%, i beni di consumo registrano un incremento del 9,4%, mentre risulta più contenuta la crescita di beni intermedi che si attesta su un incremento del 4,3% e dei beni strumentali con una maggiorazione del 3,8%.

Ad ogni modo i settori in cui si rilevano incrementi maggiori sono la fabbricazione di coke petrolifero e prodotti petroliferi raffinati con un aumento del 25,%, la fornitura di energia elettrica, gas, vapore ed aria la cui produzione risulta aumentata del 13,3% e la produzione di prodotti farmaceutici di base e preparati farmaceutici che registra un aumento dell’ 11,6%. Sono solo tre, secondo i dati Istat, i settori in cui si registrano flessioni: le attività estrattive con una diminuzione della produzone dell’11,0%, la fabbricazione di mezzi di trasporto che registra un -9,3% e la fabbricazione di apparecchiature elettriche in cui si rileva un -1,8%.

 “L’industria italiana gode di ottima salute, anzi, fa da locomotiva in Europa. Il dato Istat conferma una più che positiva dinamica del ciclo economico relativo all’output dell’industria che, grazie a un eccellente effetto trascinamento sul 2022, ci induce a rivedere al rialzo le stime sul Pil per l’anno appena chiuso e a rafforzare le aspettative per l’anno appena aperto”, ha affermato commentando i dati Istat, Renato Brunetta, il ministro della PA aggiungendo, “se si dovesse registrare nell’ultimo trimestre 2021 una crescita attorno al +1% dovremmo rivedere al rialzo, ancora una volta, le previsioni di crescita dell’economia italiana dal +6,3% al +6,4% o perfino al +6,5%”.

Meno florida risulta l’analisi fornita da Bankitalia per quanto riguarda il prossimo futuro e le aspettative di inflazione e crescita. “I giudizi sulla situazione economica generale nel quarto trimestre del 2021 e le attese sulle proprie condizioni operative nei primi tre mesi del nuovo anno sono meno favorevoli rispetto al periodo precedente. La dinamica della domanda resterebbe robusta, ma i ritardi nelle catene di fornitura e la recrudescenza della pandemia comporterebbero rischi al ribasso sull’attività per più della metà delle imprese”, si legge nell’indagine. I problemi  che contribuiscono a frenare le prospettive di crescita evidenziati da Bankitalia attengono all’incertezza dei fattori economici e politici e l’aumento del prezzo del petrolio, problemi di approvvigionamento delle materie prime e gli strascichi delle ondate pandemiche.

(Associated Medias)- Tutti i diritti sono riservati