L’ Italia è leader del riciclo ma non riesce a trattare i RAEE: raggiunti meno della metà dei target Ue

I RAEE includono una vasta gamma di rifiuti elettronici, dai grandi elettrodomestici come frigoriferi e lavatrici ai piccoli dispositivi come laptop e stampanti, fino a pannelli fotovoltaici e attrezzature elettriche di vario tipo

L’Italia, Paese campione di riciclo, si sta allontanando sempre più dagli obiettivi europei per la raccolta e il trattamento dei RAEE (Rifiuti di Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche), che includono dispositivi come monitor e vecchi telefoni cellulari. Secondo il rapporto 2023 del Centro di Coordinamento RAEE, l’Italia non sta riuscendo a raggiungere i target comunitari. Nel 2023, il tasso di raccolta di questi rifiuti si è fermato al 30,24% del totale immesso sul mercato, ben al di sotto dell’obiettivo europeo del 65%. Non solo è diminuita la quantità di rifiuti raccolti, ma anche quella trattata negli impianti specializzati. L’anno scorso sono state avviate al recupero 510.708 tonnellate di RAEE, un calo del 4,6% rispetto all’anno precedente.

Le tre cause principali del problema

Gli esperti identificano tre cause principali per la scarsa performance dell’Italia nel riciclo dei RAEE. Prima di tutto, molti cittadini non smaltiscono correttamente i rifiuti elettronici. In secondo luogo, vi è una crescente dispersione di questi rifiuti al di fuori dei canali ufficiali, dovuta al loro valore intrinseco. Infine, manca un’adeguata supervisione lungo la filiera. Carlo Zaghi, presidente del Comitato di Vigilanza e Controllo sui RAEE, istituito dal Ministero dell’Ambiente nel 2018, sottolinea la necessità di “promuovere ispezioni e controlli” sia per chi gestisce i RAEE sia per i produttori di apparecchiature elettroniche.

I dati del 2023

I RAEE includono una vasta gamma di rifiuti elettronici, dai grandi elettrodomestici come frigoriferi e lavatrici ai piccoli dispositivi come laptop e stampanti, fino a pannelli fotovoltaici e attrezzature elettriche di vario tipo. Nonostante i RAEE siano una delle categorie di rifiuti in più rapida crescita nell’Unione Europea, meno del 40% viene effettivamente riciclato. Nel 2023, l’Italia ha trattato 510mila tonnellate di rifiuti tecnologici, di cui 367mila tonnellate provenienti da uso domestico e 143mila tonnellate da uso professionale. Rispetto all’anno precedente, i rifiuti domestici sono diminuiti del 2,6% e quelli professionali del 9,2%. La raccolta dei grandi elettrodomestici è aumentata del 6,7%, così come quella dei prodotti IT (+2,7%) e delle sorgenti luminose (+23,7%). Tuttavia, la raccolta di TV e monitor è drasticamente diminuita, passando da 72.541 unità nel 2022 a 49.174 nel 2023, con un calo del 32,2%.

Gli obiettivi europei

Sebbene gli impianti di trattamento RAEE in Italia siano eccellenti dal punto di vista qualitativo, il problema risiede nella fase di raccolta, che porta solo una piccola percentuale delle apparecchiature dismesse agli impianti di riciclo. Le direttive europee fissano un obiettivo di raccolta del 65%, un traguardo ancora lontano per l’Italia, che è passata dal 34,5% del 2021 al 30,2% nel 2023. Raggiungere gli obiettivi europei non solo eviterebbe eventuali sanzioni, ma aumenterebbe anche l’autonomia italiana nell’approvvigionamento delle “materie prime critiche”, fondamentali per la transizione ecologica e spesso recuperabili dai rifiuti elettronici. Il Critical Raw Materials Act, approvato dall’UE recentemente, prevede di soddisfare entro il 2030 almeno il 25% del fabbisogno di questi materiali tramite il riciclo.

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