La conquista dello spazio, dalle vicende Usa-Urss alla contesa Bezos-Musk

di Carlo Longo

Jeff Bezos il 20 Luglio partitrà per il primo viaggio turistico nello Spazio a bordo del razzo New Shepard. A febbraio ha affidato la guida di Amazon all’attuale Ceo Andy Jassy  per dedicarsi in toto agli investimenti in campo spaziale, suo grande sogno fin da bambino. Il suo rivale più accanito è Elon Musk, il miliardario inventore delle auto elettriche di Tesla e del circuito di Paypal. Proprio come Bezos, Musk ha deciso di dedicarsi alla realizzazione del suo sogno d’infanzia, godere delle meraviglie dello spazio.

Storicamente non sono nuove le rivalità che si giocano in orbita, prima tra tutte quella tra Usa e Urss. La vicenda affonda le sue radici  nel 1957 ed in particolare all’episodio in cui l’ Unione sovietica lanciò il primo satellite nello spazio, chiamato Sputnik I ,e l’amministrazione degli Stati Uniti d’America fu colta di sorpresa. In quegli anni Usa e l’Urss  vivevano  l’apice della rivalità essendo in piena guerra fredda. In America non era visto di buon occhio il fatto che i sovietici dimostrassero di avere a disposizione tecnologie più avanzate di quelle occidentali. Il tempo non si rivelò immediatamente a favore degli americani: nel novembre dello stesso anno l’Unione sovietica lanciò nello spazio lo Sputnik II, che aveva a bordo il primo essere vivente della storia a fare un viaggio fuori dall’atmosfera terrestre, il cagnolino Laika.

Lo spazio ben presto si configurò come un terreno si sfida tra le due potenze mondiali, affermare la supremazia nello spazio divenne sinonimo di affermarsi come superpotenza. E’ così che nacque la Nasa,  il 1 ottobre del 1958, con l’obiettivo di lanciare un satellite in orbita il più velocemente possibile. Gli investimenti nel settore aereospaziale ebbero un incremento clamoroso: si passò da un settore con zero dollari investiti nel 1948 a più di 100 milioni nel 1957. La supremazia russa, comunque, rimase senza rivali fino agli inizi degli anni 60. Tra il 1958 e il 1959 l’Urss lanciò i razzi Sputnik III e Sputnik IV,  quest’ultimo con la specifica missione di fotografare il lato oscuro della Luna. Nell’aprile del 1961, poi, mandano il primo uomo in assoluto nello Spazio, Jurij Alekseevic Gagarin, a bordo della Vostok 1.

Nel frattempo in America si lavorava sodo e grazie agli ingenti investimenti solo un mese dopo Alan Shepard fu il primo americano ad andare in orbita. Da qui le due potenze continuano ad in inseguirsi nei primati. Un anno dopo, nel febbraio del 1962, John Glenn divenne il primo uomo statunitense a girare 3 volte intorno alla Terra. La russa Valentina Tereshkova fu la prima donna ad andare nello Spazio nel 1963, ma fu il russo Alexei Leonov, molto amico di Gagarin, a farsi la prima camminata fuori dalla navicella il 18 marzo 1965. Leonov lasciò la capsula per rimanere sospeso liberamente nello Spazio, con una bombola di ossigeno sulla schiena e la tuta spaziale che si gonfiava via via sotto i suoi occhi.

Gli Usa sembravano arrancare a causa del ritardo accumulato e dopo l’impresa di Gagarin, la Nasa doveva assolutamente vincere la Space Race. Gli americani si posero allora l’ambizioso obiettivo di raggiungere la Luna prima degli avversari, che intanto si erano arenati a causa di alcuni problemi con il funzionamento razzo lunare N-1 dopo la morte del progettista Sergey Korolev. Le energie americane allora decisero di convogliarsi tutte attorno al raggiungimento della luna e  John Kennedy, in carica dal 1961, avvio ufficialmente la missione Apollo.

Il budget totale della Nasa grazie agli investimenti della popolazione statunitense raggiunse i 5 miliardi di dollari l’anno, una cifra di gran lunga maggiore di quella investita dalla Russia. Il picco di investimenti raggiunse i 7 miliardi di dollari  nel 1967, sotto la presidenza Lyndon B. Johnson. Gli sforzi, alla fine, furono ripagati: il 21 luglio del 1969 Neil Armstrong e Buzz Aldrin  furono i primi uomini a camminare sulla Luna e il successo della missione Apollo 11 sancì la vittoria dell’Occidente sull’Urss. Gli interessi di tutti, dopo dieci anni di imprese impensabili, potevano tornare a rivolgersi unicamente agli affari della Terra.

Dopo la missione Apollo 11 seguì un periodo di disinteresse in campo aereospaziale. La scienza continuò a progredire ma invero non esistevano più motivazioni tali da smuovere il pubblico di investitori in maniera così massiccia.  Negli Usa, in particolare, la Nasa ha iniziato col tempo ad appoggiarsi sempre di più alle aziende private per i finanziamenti, soprattutto per costruire razzi e navicelle.

Nel 2021 l’interesse politico mondiale sul tema è di nuovo ai massimi livelli, ma gli obiettivi sono cambiati.  I motivi per cui gli Stati tornano a rivolgersi allo Spazio sono da ricercarsi nel fatto che sia la Luna che Marte promettono di essere fonti preziose di energie alternative  e tanto la Cina quanto gli Emirati Arabi e la Russia hanno avviato le loro proprie missioni per capire come sfruttare il più possibile il pianeta rosso e il satellite della Terra. Parallelamente, alcuni tra gli uomini più ricchi del mondo hanno compreso le opportunità di profitto che si celano alla volta celeste. In particolare: Elon Musk e Jeff Bezos.

 

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