La Nasa annuncia due nuove missioni, entro il 2030, alla scoperta di Venere

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due-nuove-missioni-nasa-su-veneredi Corinna Pindaro

Tra il 2028 e il 2030 la Nasa ha in programma due nuove missioni alla scoperta del pianeta Venere. Lo scopo dichiarato è studiare il pianeta e il suo funzionamento, l’atmosfera, scoprire se in passato vi era la presenza di un oceano e se risulti geologicamente attivo.

Le due missioni sono chiamate “Veritas”, saranno realizzate con la partecipazione anche dell’Agenzia spaziale italiana (Asi), e  di Davinci+ (Deep atmosphere venus investigation of noble gases, chemistry, and imaging). La notizia si apprende a seguito delle dichiarazioni rilasciate dall’amministratore capo della Nasa, Bill Nelson.

Le due missioni, necessiteranno di particolari accorgimenti tecnici e le astronavi saranno progettate per resistere alle temperature estreme di Venere e alla sua elevata pressione atmosferica, a causa del fortissimo effetto serra che si realizza sul pianeta. Le missioni sono inserite nel  Discovery Program della Nasa e sono gestite dal Jet propulsion laboratory (Jpl), in California.

Secondo quanto emerge dalle intenzioni della Nasa, lo studio di Venere è utile anche per apprendere nuovi dati sull’evoluzione della Terra, i ricercatori avranno l’occasione di capire e poter studiare in maniera approfondita la formazione e le caratteristiche dei pianeti rocciosi in orbita attorno ad altre stelle.  Il contributo dell’Agenzia spaziale italiana, grazie a una partnership con il Jpl, si concretizzerù nello sviluppo e nella realizzazione di tre tra gli strumenti di bordo di Veritas: il trasponditore IDST (Integrated Deep Space Transponder), necessario per garantire le comunicazioni e per eseguire gli esperimenti di radio scienza utili alla comprensione della gravità del pianeta, la parte a radiofrequenza del VISAR (Venus Interferometric Synthetic Aperture Radar), utile allo studio della morfologia del pianeta e dei fenomeni di vulcanismo, e l’antenna HGA (High-Gain Antenna).

“La missione Veritas  indagherà la storia geologica di Venere, mappando la sua superficie per studiarne processi come la tettonica o il vulcanismo”, ha spiegato Barbara Negri, la responsabile per l’Asi dell’Unità volo umano e sperimentazione scientifica.

 

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