La nota del 12 aprile

“Un attimo che mi stiracchio l’anima” (Charles Bukowski)

Giuseppe Conte fa la cosa più facile, quella che gli è stata servita su un piatto d’argento dalla deriva clientelare della giunta Emiliano in Puglia e dalla debolezza di Elly Schlein rispetto allo stesso presidente della regione e ai “cacicchi” del Pd, porta via gli ex grillini dalla giunta e si guadagna l’apertura delle prime pagine di Corriere e Repubblica, Libero e Fatto, e i titoli degli altri. Emiliano si affretta a dire proprio al Fatto che farà tutto quello che Conte e i suoi gli chiederanno purchè rientrino in giunta. Si tratta di un vulnus non facilmente recuperabile per il Pd, e i commenti sono più o meno scontati visto che l’obiettivo di Conte è sorpassare il Pd, diventare il capo dell’opposizione e puntare poi a palazzo Chigi, da cui continua a considerarsi cacciato ingiustamente a distanza di quasi quattro anni. Il Messaggero punta sullo stop a nuovi scivoli per le pensioni (la spesa previdenziale sfonda i 337 miliardi, si allontana l’uscita con 41 anni di contributi ed è in bilico anche quota 103), il Sole sul nuovo BTp Valore in arrivo il 6 maggio, il Financial Times sulle controverse decisioni o piuttosto non decisioni della Bce sui tassi, cioè i rinvii che Donato Masciandaro sul Sole giudica “inutili e dannosi per l’economia reale”.

La Stampa invece dedica la sua apertura ad una intervista al cardinale Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna, il quale chiede di fermare la strage dei morti sul lavoro. Posizione anche questa obbligata da parte di tutti, figurarsi per il capo dei Vescovi. Intanto, vengono ritrovati i corpi di altri due dispersi nella tragedia della centrale di Suviana e i sindacati si dividono: la Cisl non partecipa allo sciopero della Cgil, la Uil sta in mezzo. L’Enel affida a Salvatore Bernabei, capo di Enel Green Power, la sua posizione ufficiale: appalti a ditte serissime e riunione sulla sicurezza dice anche la Uil aveva partecipato e condiviso le decisioni. Il Fatto fa sapere che nel figlio cantiere erano iscritte 7 persone, mentre in realtà al lavoro nel,a centrale erano in 15 mentre dovevano essere soltanto in cinque. Il ministro del Lavoro Calderone inserisce a volo nel Dl Pnrr un emendamento che inasprisce le sanzioni sui cantieri in caso di mancata sicurezza, sanzioni che possono arrivare sino al 10 per cento del valore dei lavori.

Alessandro Sallusti, direttore del Giornale, riassume bene la situazione: “Al momento i fatti ci dicono che l’Enel, società proprietaria dell’impianto, ha appaltato i lavori di manutenzione a tre società leader del settore, non a spregiudicati e improvvisati imprenditori, proprio per puntare al meglio possibile. Non a caso la squadra che si è calata nella pancia della centrale era formata da tecnici di riconosciuta e indiscussa professionalità, uno di loro addirittura premiato lo scorso anno dal presidente Mattarella con la Stella al merito del lavoro. Difficile pensare che uomini di tale esperienza e serietà avrebbero accettato l’incarico se non fossero stati più che sicuri delle condizioni di sicurezza nelle quali si sarebbero trovati. Eppure qualche cosa è andato storto, in teoria potrebbe anche essere che le cose non sono come ci appaiono oggi. Ma chi oggi specula su questa disgrazia si comporta da sciacallo. Per quello che ne sappiamo, a Suviana non c’è stato alcuno «sfruttamento dei lavoratori» come sostiene Landini: tecnici super specializzati e ben retribuiti giravano il mondo per revisionare centrali idroelettriche, un mestiere pericoloso in sé a prescindere, e c’è stato un incidente. Anche noi vogliamo sia fatta   chiarezza   scientifica   e   giudiziaria,   ma   qui   l’unico «sfruttamento» è quello che la Cgil sta facendo su lavoratori morti, cosa non bella da vedere e sentire”.

Meloni riceve Charles Michel, presidente del Consiglio europeo, e parlano dell’ipotesi Draghi alla guida della Commissione europea. Angelo De Mattia su Mf fa giustamente notare che c’è il rischio di ripetere lo schema che non portà l’ex premier al Quirinale. In chiave europea va tenuto d’occhio anche Tajani, che ha ottimi agganci nel Ppe e sta facendo un buon lavoro con Forza Italia. Come ministro degli Esteri sta mentendo in piedi una collaborazione con la Cina, fuori dalla via della Seta.

Urso attacca Stellantis ma senza avere altre carte in mano. Chiede ai francesi di costruire un milione di auto in Italia, altrimenti si rivolge ad altri. Intanto Tavares festeggia 4 miliardi di utili. Elkan si gode quelli di Exor e poi fa un pensa al giornalismo indipendente mentre i giornalisti di Repubblica sono in agitazione perchè il loro direttore, Molinari, ha mandato al macero lunedì 100 mila copie di Affari e Finanza che ci teneva un articolo critico sui rapporti economici tra Italia e Francia sbilanciati a favore di Parigi. Gad Lerner sul Fatto scrive che La Stampa evita di scrivere che gli scioperi a Mirafiori sono contro gli Agnelli/Elkan.

A proposito di giornalisti, Fratelli d’Italia vuole inasprire le pene per il reato di diffamazione a mezzo stampa,m e tre Elisabetta Belloni mette il segreto di Stato sui rapporti tra i servizi segreti e Report nel caso dell’incontro Renzi-Mancini alla stazione di servizio in autostrada qualche anno fa.

Osvaldo De Paolini affronta sul Giornale il tema delle Casse previdenziali dei professionisti, i cui iscritti calano.

Impresa dell’Atalanta in Europa League: vince 3 a 0 in casa del Liverpool, mentre quasi a sorpresa la Roma castiga il Milan a San Siro.

Ed ecco alcuni dettagli/approfondimenti. Puglia, il Movimento rompe «Via dalla giunta, ora pulizia». Il leader M5S a Bari: «Patto per la legalità con la Regione». Il governatore al bivio: azzerare o proseguire. (Francesco Strippoli, Corriere della Sera)

In Puglia M5S fuori dalla giunta Conte: “Facciamo tabula rasa”. L’ex premier ritira l’assessore dalla squadra di Emiliano: “Dobbiamo estirpare l’erbaccia della cattiva politica”. Il Pd espelle due consiglieri, si dimette anche il capogruppo. Il governatore finisce nel mirino della segretaria: “Forte irritazione”. Avs chiede un “reset”. Tra i dem critiche ai 5S: “Non siamo subalterni”. (Davide Carlucci, Repubblica)

L’ira di Schlein con Emiliano: Conte non dà la linea, ma si cambi. Lui: non posso rimetterci solo io. La segretaria decide l’espulsione degli indagati: tolleranza zero. La resistenza del governatore che rivendica «un buon rapporto» con i 5 Stelle. La leader con i suoi: trasformismo? Parla chi ha fatto il governo con la Lega. (Maria Teresa Meli, Corriere della Sera)

Quei mariuoli di troppo alla corte dell’ex sceriffo. Così il sistema Emiliano sta affondando la Puglia. La Tangentopoli barese riparte da dove tutto era cominciato: il contante. C’è la presunzione di innocenza ma per capire basta anche la statistica. (Giuliano Foschini, Repubblica)

Laforgia in campo da candidato (ma anche da avvocato). Ha difeso 3 imprenditori nell’indagine che ha toccato il Comune. Adesso il passo indietro da legale di Pisicchio. (Vito Fatiguso, Corriere della Sera)

Il «mercimonio» imprese-politica e i soldi nei sacchi della spazzatura. Nelle carte dei magistrati la ricostruzione del triangolo tra aziende, tecnici e amministratori. (Giovanni Bianconi, Corriere della Sera)

Massimo Franco sul Corriere: Lo strappo M5S non cancella gli intrecci col Pd pugliese. Nonostante la scelta di Conte i rapporti tra grillini e giunta. Emiliano restano e rimandano al governo Pd-Movimento.

Stefano Cappellini su Repubblica: Se il nemico è il tuo alleato. Le indagini giudiziarie sono per il Movimento 5 Stelle quel che gli sbarchi di migranti sono per la Lega: un sempreverde, un cavallo di battaglia, un ricostituente. L’obiettivo di Conte è chiaro: colpire il Pd, trasmettere il messaggio che c’è un solo partito intransigente.

Calenda “Un’ammucchiata la lista di Bonino e Renzi, Conte è il Dracula del Pd”. Intervista al leader di Azione che dice: “+Europa con Cuffaro nella tradizione radicale: credono che la loro purezza non ne risentirà”. (Concetto Vecchio, Repubblica)

Recuperati altri tre corpi «Sono morti scappando». Suviana, sei le vittime e un disperso. «Dai rumori avevano capito che erano in pericolo». (Alfio Sciacca, Corriere della Sera) «Sulla sicurezza non c’erano problemi. Nessuna catena di subappalti». Bernabei: la Uil alla riunione si disse soddisfatta. (Giusi Fasano, Corriere della Sera)

Vittime sul lavoro, sindacati in piazza Divisioni e polemiche sullo sciopero. Landini accusa Sbarra: Cisl sceglie di non protestare. Il leader replica: centinaia di assemblee. All’Enel per l’azienda l’adesione è dell’8,7%, per i sindacati supera il 50, con punte dell’80. (Claudia Voltattorni, Corriere della Sera)

Da Brandizzo a Suviana i lavoratori pagano il veleno dei subappalti. A due giorni dall’incidente, la tragedia di Suviana si conferma, in tutta la sua terribile dimensione, peggiore di quelle pur feroci di Firenze e di Brandizzo, a cui tuttavia l’associa un denominatore comune che dovrebbe farci riflettere. In tutti e tre i casi la stessa pietosa opera di ricostruzione dei nomi e delle posizioni lavorative delle vittime è stata resa difficile dall’intrico di appalti e subappalti che frantumava i cantieri e rendeva difficilmente decifrabile la catena delle responsabilità. Addirittura, a Suviana, si è dovuto aspettare a lungo prima di sapere da quale ditta dipendessero i lavoratori travolti dall’esplosione. Ha ragione il segretario della Cgil di Bologna quando, nel corso dello sciopero generale per dire basta a queste morti, urla che «questi sono morti di appalto». Sono morti annunciate, figlie di un sistema di organizzazione del l avoro dissennato, costruito consapevolmente per comprimere i costi dei grandi committenti (e sono davvero grandi questi committenti, Ferrovie dello stato, Esselunga, Enel, colossi leader nei loro settori), oltre che per cancellare le tracce delle colpe quando qualcosa va male.(Marco revelli, La Stampa)

Enel Green Power aveva affidato i lavori in appalto a quattro società: Siemens, Abb, Voith Hydro e Lab Engineering. La Siemens, poi, aveva a sua volta subappaltato ad altre due aziende, e cioè l’Engineering automations con sede a Mele, in provincia di Genova, e Impel System di Noventa Padovana, in provincia di Padova. I magistrati e il pool investigativo lavorano per verificare se le norme sono state rispettate, ma il procuratore capo di Bologna, Giuseppe Amato, precisa che non bisogna demonizzare la pratica del subappalto che «di per se stesso non è un problema, è una figura giuridica prevista dal codice civile a cui tradizionalmente si ricorre per avere personalità specifiche. Non deve essere vista in ottica pregiudizialmente negativa, lo sguardo verso le competenze non deve essere ideologico. Qui noi valuteremo le condizioni delle ditte e se dal punto di vista normativo, di prevenzione e infortunistica è stato fatto tutto». (Grazia Longo, La Stampa)

Pnrr, Michel apre al rinvio di un anno. Sul tavolo dell’incontro con Meloni lo slittamento delle scadenze al 2027 ma anche immigrazione e voto europeo. Marco Galluzzo, Corriere della Sera)

Valzer di nomi per la Ue. Si rafforza l’ipotesi Draghi. Tracce sparse, in giro per il mondo. Avvistamenti vari tra Roma, Bruxelles e New York. Contatti riservati. Pure qualche parola impegnativa, pronunciata in una serata di gala al Metropolitan Museum. «L’Europa è più vulnerabile, deve intraprendere numerosi e importanti cambiamenti se vuole preservare la sua prosperità e la sua indipendenza». Attenzione, avvertono, lui parla in generale, affronta massimi sistemi, perché Super Mario non c’è, «non è disponibile», non cerca «incarichi». Eppure l’ex premier c’è sempre, spunta in tutti i discorsi dei leader, è la chiave di volta di qualunque risiko, appare infatti anche nel colloquio a Palazzo Chigi tra Giorgia Meloni e Charles Michel, il dimissionario presidente del Consiglio Europeo di cui Draghi potrebbe, chissà, prendere il posto. Oppure, hai visto mai, lo vedremo al vertice della Commissione, considerando la velocità con cui la candidatura della von der Leyen si sta sfarinando. Prima l’inchiesta sugli sms con la Pfizer per le forniture di vaccini anti Covid. (Massimiliano Scafi, Il Giornale)

Campomenosi (Lega): «Per il governo è un primo passo. Ma il piano migranti serve solo al Ppe». L’europarlamentare: Noi siamo deputati europei, votiamo secondo i nostri valori. Non è la prima volta che ci esprimiamo in dissenso rispetto all’esecutivo in Italia. (Cesare Zapperi, Corriere della Sera)

I 40 anni della Lega. Oggi l’anniversario della fondazione. La storia del partito raccontata da dentro Dalle battaglie per il Nord alla notte delle ramazze. «Quella volta di Bossi sul palco in lacrime». Marco Cremonesi, Corriere della Sera)

L’aborto nella Carta dei diritti Ue: l’Europarlamento spinge gli Stati. Divisi i partiti italiani: contrari Lega, Fdl e Forza Italia. Ma a livello dei 27 serve l’unanimità. (Francesca Basso, Corriere della Sera)

Diffamazione, blitz di FdI: sì al carcere per i giornalisti- Ma gli alleati non ci stanno. FI e Lega: noi vogliamo la rettifica. Opposizioni all’attacco. (Paola Di Caro, Corriere della Sera)

Maurizio Ferrera sul Corriere: I migranti e l’Europa più forte. Il nuovo accordo: con il Patto la Ue compie un piccolo ma importante passo in avanti in termini di sovranità condivisa.

Anche i bambini verranno schedati e trattenuti ai confini dell’Europa, con tanto di impronte digitali e foto segnaletiche. La norma che fa discutere è contenuta nel nuovo Patto Ue per le migrazioni, approvato dal Parlamento europeo. Il volto di chi abbia più di sei anni e sia entrato irregolarmente, verrà così inserito e memorizzato nella banca dati Eurodac, condivisa tra gli stati membri. Finora la conservazione dei dati biometrici era prevista solo per i minori migranti dai 14 anni in su, la nuova normativa, che aggiorna il regolamento screening, invece, ne abbassa l’età per comprendere anche i piccolissimi. Come si legge nel documento la modifica, nelle intenzioni, dovrebbe servire a rendere “più semplice l’identificazione dei minori non accompagnati che potrebbero fuggire dai centri di accoglienza o dai servizi sociali per l’infanzia” e aiutare a tenere traccia di quelli “che vengono separati dalle loro famiglie e potrebbero poi essere ritrovati in un altro Stato membro”. Ma, nei fatti, la regola ha già sollevato diverse critiche da parte delle organizzazioni che si occupano dei diritti dei minorenni. A preoccupare sono anche le nuove procedure accelerate di frontiera, che coinvolgeranno pure le famiglie con bambini al di sotto dei 12 anni e i minori non accompagnati. La border procedure, che ha l’obiettivo di rendere più veloce l’analisi delle richieste di protezione, si applicherà a quei migranti provenienti da paesi il cui tasso di riconoscimento dello status di rifugiato è inferiore al 20% in Europa. (Eleonora Camilli, La Stampa)

Attacco al Premio Strega. Il romanzo su Acca Larentia che non piace alla destra. I parlamentari FdI contro la scrittrice Valentina Mira e “l’amichettismo di sinistra” Minacciata in Rete replica: “Rispetto tutte le vittime. Ma croci celtiche e saluti romani no”. (Clotilde Veltri, Repubblica)

L’epopea del giovane Berlusconi, ascesa irresistibile e senza scandali. Su Netflix la serie che racconta in tre puntate la cavalcata tutta luci e scarse ombre del futuro fondatore di Forza Italia. (Filippo Ceccarelli, Repubblica)

Ritorna il Btp Valore. A poche settimane dall’ultima emissione, avvenuta tra fine febbraio e inizio marzo, il Tesoro ripropone l’innovativo titolo di Stato pensato per i piccoli risparmiatori e riservato esclusivamente a loro. La nuova emissione, la quarta della serie e la seconda dell’anno, partirà il prossimo 6 maggio per chiudere venerdì 10 maggio, salvo stop anticipato. L’idea è di una tornata «speciale», come è stata definita ieri dal ministero dell’Economia, per dare «l’opportunità di investire in uno strumento di grande successo come il Btp Valore, sia a chi non ha ancora avuto modo di sottoscriverlo nel precedente collocamento, sia a tutti i piccoli risparmiatori e affini a cui è dedicato». L’ipotesi è che l’obiettivo sia di rastrellare nuovo risparmio cavalcando il buon momento per questo tipo di strumento. Lanciato la prima volta nell’estate dell’anno scorso, nelle passate edizioni ha sempre registrato record di incassi anche per effetto dell’atteso taglio dei tassi che ne aumenta l’appeal. L’edizione di maggio probabilmente anticipa le mosse della Banca centrale europea che potrebbe ridurre a giugno il costo del denaro. (Sandra Riccio, La Stampa)

Verità scientifiche decise a tavolino per salvare Speranza dal processo. Il politico è stato archiviato in virtù di un circolo vizioso: l’emergenza ha giustificato lo strapotere degli esperti «ufficiali» e le toghe hanno deciso che solo loro, pur scelti arbitrariamente e spesso in errore, erano credibili. Ma ecco che arriva il ragionamento più disturbante. Il Tribunale dei ministri, dopo avere elencato le varie autorità sanitarie nazionali e internazionali (si richiama pure l’Ema e addirittura la Fda), spiega che esse sono le uniche titolate a fornire «dati scientifici». I quali non possono in alcun modo essere sostituiti da fonti diverse o da esperti di qualsiasi ordine e grado. Tutto questo per un motivo apparentemente giusto: se non si fa riferimento alle autorità competenti del settore ci si dovrebbe rivolgere ad altri studiosi, la cui scelta tuttavia potrebbe risultare arbitraria. Qui però si pone una robusta serie di problemi. Per prima cosa tocca notare che, in effetti, anche la scelta degli esperti da inserire nel Comitato tecnico scientifico è stata in qualche modo arbitraria, così come la scelta dei consulenti ministeriali. Soprattutto, però, a lasciare sconcertati è il raccapricciante uroboro sanitario evocato dalle corti di giustizia. Provate a riflettere: se gli organismi istituzionali sono gli unici che possono fornire dati, qualora sbagliassero o mentissero non ci sarebbe alcun modo di contrastarli, perché nessuna altra fonte è ritenuta valida. Dunque tutto il potere resta in mano a quella che Speranza ha più volte indicato come «scienza ufficiale». Come operasse questa scienza e a quali pressioni politiche fosse sottoposta l’abbiamo appreso dalle dichiarazioni dei diretti interessati e da pagine e pagine di inchieste che però non hanno portato a nulla. (Francesco Borgonovo, La Verità)

Tassi invariati, ma la Bce si divide. Lagarde: parte del board è per un taglio subito. L’intesa sul rinvio a giugno. Il nuovo Btp Valore. (Marco Sabella, Corriere della Sera) La Bce rinvia a giugno il taglio dei tassi: “Decideremo in base all’inflazione”. I tassi restano al 4%. La presidente Lagarde: “Nel board c’era chi voleva dare subito un segnale di allentamento”. Gli analisti prevedono una prima riduzione di 25 punti base, la Fed dovrebbe intervenire dopo. (Tonia Mastrobuoni, Repubblica)

«Il Mediterraneo motore di crescita» Il ministro Musumeci alla Giornata del Mare: al via un piano triennale. Legge quadro per regolamentare i fondali. La presidente Metsola: «La gestione sostenibile delle risorse marine è cruciale». (Virginia Piccolillo, Corriere della Sera)

Super utile per Exor, ma Juve in rosso. La lettera agli azionisti: profitti a quota 4,19 miliardi, ai soci dividendi per 100 milioni, 0,46 euro per azione. (Andrea Rinaldi, Corriere della Sera)

Gedi, più 50% di abbonati digitali Un valore il giornalismo indipendente. In un contesto di mercato incerto – tra guerre, pandemie e nuove abitudini del pubblico – il gruppo editoriale Gedi ha spostato il suo baricentro, «il suo focus verso il digitale». L’ad di Exor: “Testate fedeli ai lettori e non agli interessi di chi li possiede”. (Aldo Fontanarosa, Repubblica)

Auto, duello governo-Stellantis sull’Alfa prodotta in Polonia. Urso: «Non può chiamarsi Milano, vietato l’italian sounding». L’Alfa Romeo Milano oggi è costruita a Tychy dove è prodotta anche la Fiat 600. (Andrea Ducci, Corriere della Sera)

Alfa Milano, perché Urso sbaglia sul nome. L’esperto: “Un’auto non è come il Barolo o il Parmigiano, nella scelta un significato iconico”. L’avvocato Luigi Mansani, partner dello studio internazionale Hogan Lovells International, spiega perché la legge “Italian Sounding” non è applicabile all’ultima nata della casa del Biscione prodotta in Polonia. (Diego Longhin, Repubblica)

Campari, lascia Kunze-Concewitz manager dei record. Fantacchiotti nuovo ceo. (Daniela Polizzi, Corriere della Sera)

Gli altri temi del giorno

 La roulette russa degli ostaggi nella Striscia. I media Usa e l’allarme: «Tanti sono morti». Il portavoce dei familiari: «Finché non saranno tutti a casa lotteremo». (Greta Privitera, Corriere della Sera)

Fonti Usa: «A Gaza morta gran parte degli ostaggi». Vi sono fondati motivi per temere il peggio. Secondo un report di funzionari americani citato dal Wall Street Journal «potrebbero essere per la gran parte morti». Alcuni potrebbero esser rimasti uccisi durante i raid israeliani a Gaza, altri per le ferite riportate durante il loro rapimento del 7 ottobre. Alcune settimane fa le forze armate israeliane (Idf) avevano confermato la morte di 34 ostaggi. La situazione sarebbe peggiore di quanto si temeva. L’incertezza sul destino di molti di loro sta rallentando i già difficili negoziati in corso al Cairo, mediati da Stati Uniti, Egitto e Qatar. Il tempo stringe. Se dovesse verificarsi una grave escalation tra Israele ed Iran, i negoziati passerebbero in secondo piano. (Roberto Bongiorni, Il Sole 24 Ore)

Tremila militari sul Baltico. L’Italia rafforza il fianco Est. Il generale Figliuolo: 1.100 mezzi, venti aerei e una nave sul fronte orientale della Nato. (Fabrizio Caccia, Corriere della Sera)

Kiev, passa la nuova leva Ancora raid sulle centrali «Finiti i missili Patriot». Arruolamento a 25 anni. In 20 mila senza luce a Kharkiv. Putin: abbiamo scelto di non colpire in inverno per «ragioni umanitarie». (Marta Serafini, Corriere della Sera)

I missili russi contro le centrali elettriche Zelensky mobilita altri 500 mila soldati. Bombardamenti continui. Morti. Danni terribili alle infrastrutture civili. La guerra scatenata da Putin è tutto questo. Ora il Cremlino è tornato a prendere di mira la rete elettrica dell’Ucraina ,con crescente intensità. E con conseguenze gravissime. « Le forze russe hanno completamente distrutto la centrale termoelettrica di Trypilska», ha denunciato ieri il governo di Kiev. Un duro colpo per l’Ucraina: la centrale che sorgeva a 50 chilometri dalla capitale era «la più grande fonte di elettricità nelle regioni di Kiev, Cherkasy e Zhytomyr», sostiene infatti la società statale Centrenergo: «L’entità della distruzione è terribile, non può essere calcolata in termini finanziari». Le immagini pubblicate dai principali media internazionali mostrano un inferno di fiamme e un’enorme nuvola di fumo nero che si alza verso il cielo. Ma secondo le autorità ucraine la centrale di Trypilska non è l’unica infrastruttura civile colpita ieri dai soldati di Putin. Kiev accusa infatti le truppe russe di aver scatenato una crudele pioggia di fuoco nella notte, provocando danni ad impianti di produzione elettrica in almeno cinque regioni: compresa quella di Kharkiv, bersagliata ogni giorno dai raid russi e dove ieri 200.000 persone sono rimaste senza elettricità. (Giuseppe Agliastro, La Stampa)

Per far sì che l’Ucraina continui la guerra c’è bisogno di almeno 500 mila soldati e questa volta non saranno i volontari ad andare al fronte, quelli sono già tutti lì, ora tocca a quelli che finora hanno sperato di non andarci. Zelensky aveva annunciato di non voler ricorrere a una mobilitazione forzata per non perdere popolarità e in effetti la legge ha scatenato il malcontento. Non solo si abbassa l’età di reclutamento a 25 anni, ma si includono delle misure che non lasciano scampo. Per le nuove reclute ci saranno cinque mesi, tra i 25 e i 27 anni, e tre, per tutti gli altri, di addestramento previo alla guerra vera e propria. Importante avere il libretto militare in regola, i cittadini sono invitati ad aggiornarlo entro sei mesi, anche quelli all’estero, con possibilità di farlo online. Tale documento, utile al governo per avere un chiaro censimento dei candidati, potrà essere controllato praticamente da chiunque, non solo dalle forze dell’ordine, ma probabilmente anche il datore di lavoro avrà facoltà di farlo. Nel caso di non averlo si verifica quella che i pacifisti ucraini denunciano come “morte civile”. Se sei un ucraino all’estero perdi il diritto all’assistenza consolare. (Alessandro Parente, Il Fatto Quotidiano)

La guerra coi droni del soldato Tredici: “Così respingiamo la Marina russa”. Un operatore dell’intelligence militare di Kiev spiega come i suoi mezzi telecomandati hanno affondato già 22 imbarcazioni. (Daniele Raineri, Repubblica)

Il Wall Street Journal rivela che i droni forniti dagli Usa all’esercito ucraino per combattere quello russo (che li compra dall’Iran) sono troppo costosi, fragili, mal funzionanti, difficili da riparare e incapaci di resistere ai sistemi di disturbo elettronico dei russi. Così, udite udite, Kiev acquista droni cinesi meno cari e tecnologicamente più avanzati. Avete capito bene: li compra con i nostri soldi dalla Cina di Xi Jinping, il cattivone amico di Putin e nemico dell’Occidente, che va tenuto a distanza revocando a spron battuto le Vie della Seta perché forse arma sottobanco i russi e minaccia noi buoni democratici. E ora il buono e democratico Zelensky, che combatte con le nostre armi per difendere l’Europa dall’invasione militare di Putin e dall’invasione commerciale di Xi Jinping, che fa? Bussa alla porta dell’amico del nemico per combattere il nemico con l’aiuto dell’altro nemico. Non è un amore? Il paradosso fa il paio con quello dell’Ucraina che ci ordina di sanzionare sempre più duramente la Russia e seguita a incassare da Mosca i diritti di transito del gas russo sul suo territorio, visto che l’Ue si guarda bene dal disdire l’accordo trilaterale con Mosca e Kiev (l’unica via di transito del gas russo che rifornisce Slovacchia, Austria, Ungheria, Italia e altri paesi Ue dopo la distruzione dei Nord Stream è proprio l’Ucraina). (Marco Travaglio, Il Fatto Quotidiano)

Gli scandali (e il caro cipollotti): urne amare per Yoon Suk- yeol. Seul, alle Parlamentari stravince l’opposizione liberale. Ha pesato il costo della vita. (Guido Santevecchi, Corriere della Sera)

Giulia, in aula i suoi ultimi vocali. «Non mi fido di te, me ne vado via». Milano, le chat con Impagnatiello due giorni prima del delitto: «Non voglio essere infelice». «Sono orgogliosa di te, hai provato a prenderti la vita, quella che ti hanno strappato». (Cesare Giuzzi e Giuseppe Guastella, Corriere della Sera)

O.J. Simpson morto di tumore. L’uomo che ha diviso l’America. L’ex campione di football che fuggì su un Suv in mondovisione dopo il delitto della moglie. (Massimo Gaggi, Corriere della Sera)

L’Iliade segreta di Pompei. Un ciclo di affreschi mai visti prima, ispirati alla guerra di Troia, emerge dai nuovi scavi nel Parco archeologico sotto il Vesuvio Si lavora già alla possibilità di aprire il ritrovamento al pubblico. (Antonio Ferrara, Repubblica)

Sul Corriere la giornalista Anna Cataldi viene raccontata da Jacaranda Caracciolo Falck: «Gli amori, il jet set e le avventure in Africa. La morte di mio fratello le spezzò il cuore».

Gli Anniversari

1175, sconfitto il Barbarossa
1204, Quarta Crociata: sacco di Costantinopoli
1606, la Gran Bretagna adotta l’Union Jack
1633, eresia: si apre il processo a Galilei
1815, Murat sconfitto dagli austriaci
1827, John Walker vende il primo fiammifero
1927, muore a Napoli Giuseppe Moscati
1928, bomba alla Fiera di Milano: 20 morti
1935, Germania: vietati autori non ariani
1944, V. Emanuele III annuncia l’abdicazione
1945, muore a Warm Springs Franklin Delano Roosevelt
1946, la Siria indipendente dalla Francia
1951, fissato 13 aprile il ricordo dell’Olocausto
1961, Gagarin primo uomo nello spazio
1970, il Cagliari di Riva campione d’Italia
1973, scontri: muore a Milano l’agente Marino
1975, Cambogia: gli Usa ritirano i diplomatici
1980, Usa: da disertare le Olimpiadi di Mosca
1981, nello spazio la navetta Columbia
1984, Bossi fonda la Lega Lombarda
1984, prima riparazione in orbita di un satellite
1989, muore Sugar Ray Robinson
1990, Olocausto: la Germania dell’Est si scusa
1992, La Cinq cessa le trasmissioni
1995, La Voce sospende le pubblicazioni
2003, Ue: ungheresi favorevoli all’ingresso
2004, Mubarak incontra Bush in Texas
2004, Iraq: 4 italiani in ostaggio degli Sciiti

Nati oggi 

1930, Francesco Saverio Borrelli
1947, David Letterman
1948, Marcello Lippi
1949, Scott Turow
1950, Flavio Briatore
1956, Andy Garcia
1978, Luca Argentero
1986, Blerim Dzemaili
1996, Matteo Berrettini

Si festeggiano San Zeno e San Giulio I

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