La nota del 18 aprile

“I bambini giocano alla guerra. E’ raro che giochino alla pace perchè gli adulti da sempre fanno la guerra. Pace è non avere fame, non avere freddo, non avere paura” (Bertolt Brecht)

L’attesa per la “scelta degli obiettivi” iraniani da parte di Israele (titolo del Corriere) sembra una specie di adempimento di routine nelle cronache di guerra cui purtroppo ci stiamo abituando. Il Messaggero punta sulle sanzioni all’Iran che il G7 vuole inasprire. La Stampa spiega che l’Europa sta accelerando per fornire la difesa aerea all’Ucraina (per Zelensky invece il ritardo è enorme), il Fatto è del tutto convinto che due anni fa siano stati Boris Johnson, gli Usa e l’Ue a boicottare la pace tra Russia e Ucraina. Intanto continua il braccio di ferro alla Sapienza tra studenti più filopalestinesi che amici di Israele, rettorato e polizia. Bernini, ministro dell’Università vorrebbe (versione del Fatto) il pugno duro, Piantedosi frena. Libero fa sapere che ci sono infiltrati islamici nella protesta, arrivata allo sciopero della fame.

Repubblica invece dilata le cronache politiche italiane e apre sul “mercato dei voti” in Sicilia, dove è stato inquisito il vicegovernatore leghista della regione, Luca Sammartino. La cosa ha messo in agitazione la Lega poichè rappresenterebbe l’ultimo fallimento della strategia salviniana di espansione al Sud, ma va detto che Sammartino, campione delle preferenze, era già passato da diversi partiti.

Di Draghi candidato eventuale alla presidenza della commissione Ue non si occupano i giornali europei. Quelli italiani riflettono le divisioni tra e dentro le forze politiche: nella Lega Salvini lo attacca e Giorgetti lo difende; in Fratelli d’Italia apertura di La Russa e silenzio di Meloni; il Pd tace; gli ex grillini schierano il Fatto con gli articoli di Travaglio e di Fabrizio Barca ferocemente contro. Cerasa scrive sul Foglio che la nuova agenda europea dell’ex governatore Bce è l’antidoto a tutti i populismi.

Repubblica fa sapere che a proposito delle elezioni per il Quirinale, vi fu una cena a fine 2021 tra Renzi e Miccichè in cui si parlò delle vere intenzioni di Berlusconi: votare chi avrebbe garantito la grazia al suo amico Dell’Utri, cosa peraltro impossibile essendo l’ex capo di Publitalia condannato per mafia.

Emanuele Orsini presenta oggi la sua squadra di presidenza. Anche Repubblica, che in campagna elettorale l’aveva dolosamente attaccato, riconosce lo sforzo unitario del nuovo presidente per dare rappresentanza anche agli uomini di Garrone e Gozzi.

Intanto il Centro Studi dell’associazione migliora di 4 decimali la previsione di crescita del Pil per il 2024, mentre il Fondo monetario era stato molto più pessimista, e si prende il plauso del Giornale. Il Financial Times sottolinea invece in prima pagina il problema del debito Usa sulle prospettive dell’economia mondiale.

Il presidente dell’Emilia-Romagna Bonaccini in un evento del gruppo Class offre le cifre dell’export della Regione Emilia, che è prima davanti a Lombardia e Veneto. Ed è prima, lo scrive Repubblica Bologna anche nel digitale: 13 mila aziende hi-tech e un mercato da 6 miliardi sulla via Emilia.

Il Sole dedica un titolo importante in prima pagina (il secondo più visibile dopo l’apertura di nicchia sui Bitcoin) a Biden che vuole triplicare i dazi sulle importazioni di acciaio cinese.

L’Antitrust ha istruito un procedimento contro le bollette gonfiate dalle società energetiche per 4,5 milioni di utenti, equivalenti a un miliardo di danni.

La Stampa sottolinea che il provvedimento sul Pnrr è diventato una sorta di decreto omnibus che contiene i fondi per l’Albania e le nuove norme per la sicurezza sul lavoro.

Marcello Pera ricorda sul Tempo che il premierato non portò bene a Renzi e si pone in contrasto con Fratelli d’Italia.

La Rai è in difficoltà: i giornalisti vogliono scioperare per l’occupazione degli spazi da parte del governo, Sallusti e Mentana ricordano che è stato così con tutti gli esecutivi. Ma certo è più grave anche per i conti che Mediaset l’abbia sorpassata negli ascolti, come scrive Repubblica.

Claudio Velardi firma il suo primo numero da direttore del Riformista, punterà sui commenti, quelli di Sebastiano Maffettone prima di tutti.

I controlli sul Superbonus ora sono affidati ai vigili. Lo scrive il Messaggero.

Repubblica dedica una pagina alla Nutella che fa sessant’anni, era una crema povera che ora ha conquistato il mondo.

Ancelotti batte Guardiola ai rigori e il Real Madrid va in semifinale di Champions. Le italiane si consolano con Roma- Milan di Europa League stasera. Intanto la Juve deve dare 9,7 milioni di stipendi arretrati a Cristiano Ronaldo.

Ed ecco alcuni dettagli/approfondimenti. Israele sceglie gli obiettivi del contrattacco. Gallant: «L’Iran ha mani sporche di sangue, le taglieremo ovunque». Il premier israeliano risponde alla tedesca Baerbock e al britannico Cameron in visita in Israele per chiedere «moderazione». Attacco anche con droni di Hezbollah in Galilea: 5 civili e 13 militari feriti. Il presidente iraniano Raisi: «Reazione feroce se ci colpiscono». (Davide Frattini, Corriere della Sera)

L’uomo che nell’81 colpì il reattore di Saddam Hussein: «Blitz sulle centrali? Sarebbe un errore». Il comandante Raz: meglio un cyberattacco. Qui i laboratori sono sparsi e costruiti decine di metri sottoterra. Non abbiamo le «bunker buster», le bombe necessarie a distruggerli. (Davide Frattini, Corriere della Sera)

Il vento del fanatismo: attacchi impuniti contro i palestinesi e nuove costruzioni. Secondo l’Anp i civili uccisi dal 7 ottobre sono quasi 500. Le organizzazioni più radicali hanno infiltrato i quadri alti dell’esercito anche a Gaza. (Lorenzo Cremonesi, Corriere della Sera)

Al G7 la spinta per le sanzioni. I ministri degli Esteri a Capri e la linea contro Teheran. Blinken: la leadership italiana fa la differenza. Il G7, quindi, raccomanderà ai singoli Stati di applicare questo tipo di sanzioni. Italia, Germania e Francia, naturalmente, agiranno nel quadro dell’Unione europea. Il presidente Biden apprezza profondamente la sua partnership con Meloni e apprezziamo la nostra partnership con l’Italia. (Giuseppe Sarcina, Corriere della Sera)

Asse Ue-G7: «Sanzioni all’Iran e difesa aerea per l’Ucraina». A Bruxelles, si riunisce infatti l’ultimo Consiglio europeo prima delle elezioni che l’8 e 9 giugno ridisegneranno i vertici delle istituzioni comunitarie. Inevitabilmente, dunque, un summit a giri ridotti, in attesa della Commissione che verrà. Ma con una lunga sessione – terminata ieri a tarda sera – dedicata proprio al dossier mediorientale e a quello ucraino. A Capri, invece, va in scena la ministeriale dei ministri degli Esteri del G7, quest’anno presieduto dall’Italia. Un vertice che si muove sulla falsariga della dichiarazione congiunta che ha seguito la riunione straordinaria dei leader che si è tenuta domenica scorsa in videoconferenza, all’indomani dell’attacco di Teheran contro Israele. La parola d’ordine, insomma, resta «de- escalation». Perché sullo sfondo rimane la grandissima preoccupazione per un’eventuale reazione eccessiva di Tel Aviv, che potrebbe avere conseguenze difficilmente prevedibili. Ma con un passo in più sul fronte delle sanzioni all’Iran, che da ipotesi concreta sta diventando scenario più che probabile dopo l’accelerazione di Washington. (Adalberto Signore, Il Giornale)

«L’Iran voleva spaventare ma non potrà mai vincere. Il regime ora teme il popolo». La Nobel Ebadi: l’attacco a Israele è stato un vero errore. Loro sanno che l’80% dei cittadini li vuole cacciare. Per questo sono tornati aggressivi con le donne. (Greta Privitera, Corriere della Sera)

I leader europei promettono: «Subito la difesa aerea a Kiev». L’iniziativa della Germania. Scholz: già consegnati due sistemi Patriot. Zelensky ringrazia e sprona. (Francesca Basso, Corriere della Sera)

Ucraina, così la guerra poteva finire subito. Un mese dopo l’invasione russa fu possibile l’accordo con Kiev neutrale, ma nella Ue. Bucha e il boicottaggio di Boris Johnson affossarono la pace. L’articolo è definitivo già nel titolo: “I colloqui che avrebbero potuto porre fine alla guerra in Ucraina”. La collocazione, la prestigiosa rivista di politica internazionale Foreign Affairs, fa il resto. L’ampio e dettagliato resoconto pubblicato martedì 16 aprile aiuta a capire quello che in pochi ripetono inascoltati da due anni: subito dopo l’invasione russa dell’Ucraina si era aperta la possibilità di un accordo. Quella finestra è stata chiusa di colpo intorno al mese di maggio da diversi fattori su cui è bene continuare a confrontarsi. “Allora perché i colloqui si sono interrotti?”. La Russia ha puntato il dito contro l’intervento delle potenze occidentali, come l’improvviso viaggio dell’allora premier inglese Boris Johnson a Kiev, recante il messaggio: “Combattere la Russia finché non si otterrà la vittoria”. “La risposta occidentale a questi negoziati è stata certamente tiepida. Washington e i suoi alleati erano profondamente scettici riguardo alle prospettive del percorso diplomatico”. Si è scelto di intensificare gli aiuti militari a Kiev, si è aumentato “il tasso di aggressività” respingendo qualsiasi ipotesi di accordo. Foreign Affairs, pur non credendo che l’Occidente abbia costretto l’Ucraina a ritirarsi scrive però che “le offerte di sostegno devono aver rafforzato la risolutezza di Zelensky, e la mancanza di entusiasmo occidentale sembra aver smorzato il suo interesse per la diplomazia”. (Salvatore Cannavò, Il Fatto Quotidiano)

Walter Veltroni sul Corriere: La guerra e le verità nascoste in un film. “Civil war” ha il merito di farci percepire la guerra non come una pura memoria o un evento futuribile ma come il convitato di pietra di questo tempo storico.

Bernard-Henri Lévy su Repubblica: Israele, contro l’Iran l’unica scelta è contrattaccare. Teheran non è solo un regime fallito. È anche un Paese che si è dotato di un settore nucleare. Segreto ma efficiente.

 

Tahar Ben Jelloun su Repubblica: Gaza, se la guerra non finirà con la pace. Se oggi l’Europa vive in pace è perché ha fatto a lungo la guerra. Guerre per brandelli di territorio. Milioni di morti.

L’ex premier e quelle voci che lo chiamano ripetutamente in causa per ruoli internazionali. La partita su von der Leyen e il legame con Meloni. I rumors su Draghi alla guida della Nato o alla presidenza della Commissione Ue. (Francesco Verderami, Corriere della Sera)

«Bene la svolta di Draghi per l’Ue». Ma dalla politica dubbi bipartisan. Gentiloni: ha centrato il punto. I distinguo di FdI e Pd, Salvini critico. La cautela di Tajani. (Monica Guerzoni, Corriere della Sera)

Il grande freddo di Meloni su Draghi in Ue FdI: “Così rischia di fare il bis del Colle”. «Speriamo che non sia un Quirinale bis» sintetizza il capogruppo Tommaso Foti, memore di quando il Parlamento affossò le chance dell’allora premier. È una battuta che circola tanto, dentro e fuori FdI, dopo il discorso di Draghi, l’altro ieri a Bruxelles. Un discorso sul futuro economico dell’Ue e sulla necessità di «cambiamenti radicali», che alla politica italiana è suonato come un’autocandidatura. L’universo meloniano è gelido. Il ministro Francesco Lollobrigida, cognato della presidente del Consiglio, ricorda: «Draghi non era estraneo a quella stagione che oggi critica». La prima pagina di Libero, quotidiano diretto dall’ex portavoce di Meloni, Mario Sechi, titola «Attenti al nonno», in riferimento a quando a poche settimane dall’apertura dei giochi per l’elezione del presidente della Repubblica, nel gennaio 2022, l’ex banchiere si autodefinì «nonno al servizio delle istituzioni». Al punto che di buon mattino, Matteo Salvini ha pensato bene di provare a stroncare questa eventualità, anticipando i paragrafi dedicati a Draghi del suo libro, “Controcorrente”, che uscirà il 30 aprile. Una ricostruzione risentita del difficile rapporto con l’ex premier lungo i ventuno mesi del governo di emergenza nazionale. Salvini racconta i retroscena della formazione dell’esecutivo, non risparmiando a Draghi giudizi e critiche. Una relazione mai decollata, viziata già in partenza per «il metodo sbagliato» usato dal banchiere sulla scelta dei ministri della Lega, comunicati dieci minuti prima al segretario del partito. Ma il passaggio più clamoroso è quello in cui Salvini conferma le trattative in prima persona di Draghi per diventare presidente della Repubblica: «Ricordo un ultimo incontro in cui sondava la disponibilità della Lega (…) Alla mia domanda diretta: “In caso di sua elezione che ne sarà del governo? “, la risposta non arrivò. O meglio, ci fu un “ne parleremo dopo…”».(Ilario Lombardo, La Stampa)

Letta: l’Europa recuperi presto il divario con Usa e Cina. Serve un vero mercato unico. Oggi la presentazione del rapporto. I dubbi del presidente di turno De Croo. Il più grande nemico del mio rapporto è il cassetto, dove sono finiti altri rapporti sul tema in passato. L’obiettivo è evitare che ci finisca. Se la difesa europea non cresce, continuerà questa vergogna del 78% delle forniture militari che abbiamo acquistato al di fuori dell’Ue. Il divario con gli Usa e la Cina è tale che siamo di fronte all’ultima opportunità per agire, una finestra si apre e occorre sfruttarla. (Francesca Basso, Corriere della Sera)

Letta prende ad esempio i dati degli ultimi due anni, quelli che hanno visto l’Ue schierarsi a sostegno dell’Ucraina in seguito all’invasione russa: nel periodo 2022-2024, l’Europa ha speso molto per aiutare Kiev, ma «il 78% delle risorse è servito per acquistare materiale militare non europeo», mentre in parallelo «l’80% delle spese degli Stati Uniti hanno finanziato prodotti americani». Numeri che secondo Letta rappresentano «una vergogna», frutto della frammentazione che «impedisce le economie di scala e danneggia la competitività dell’industria Ue». Per questo è necessaria una «europeizzazione del settore» visto che «nessuna nazione europea può difendersi da sola». L’altra espressione forte usata da Letta riguarda il «disastro industriale» rappresentato dal settore delle telecomunicazioni nell’Unione europea, dove ci sono «ventisette sistemi diversi con cento operatori attivi, mentre negli Usa ce ne sono soltanto tre». È quindi necessario «trovare un compromesso che dia una buona soddisfazione ai consumatori europei» ponendo al tempo stesso rimedio a quello che è senza mezzi termini «un disastro». Negli Anni ‘80 e ‘90, ha ricordato, la rivoluzione tecnologica nelle tlc era sotto leadership europea, oggi invece siamo indietro e siamo messi ai margini». (Marco Bresolin, La Stampa)

La Meloni in Tunisia consolida l’intesa per mettere un freno all’immigrazione. L’Italia ha rafforzato la sponda con la Tunisia. Ieri, accompagnata dal ministro dell’Interno Matteo Piantedosi e da quello dell’Università Anna Maria Bernini, Giorgia Meloni si è recata nel Paese nordafricano, dove ha avuto un bilaterale con il presidente tunisino Kais Saied. Ovviamente la questione degli sbarchi va inserita in un quadro di carattere geopolitico. Non a caso, il viaggio tunisino della Meloni ha avuto una dimensione significativamente connessa alle dinamiche geopolitiche del Nord Africa e del Medio Oriente. Da questo punto di vista, l’importanza del piano Mattei è centrale per evitare che la Tunisia continui ad avvicinarsi all’asse sino-russo. A gennaio, il ministro degli Esteri cinese, Wang Yi, si è recato nel Paese nordafricano e, incontrando Saied, ha sostenuto che «la Cina è disposta a rafforzare il coordinamento con la Tunisia». Non solo. Nei primi dieci mesi del 2023, le importazioni della Tunisia dalla Russia sono aumentate nel 67% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente: si parla soprattutto di prodotti come greggio, fertilizzanti, gas e cereali. (Stefano Graziosi, La Verità)

Mafia e voto di scambio, 6 arresti. Indagato il vicegovernatore siciliano. Il leghista Sammartino lascia anche l’incarico di assessore. Un pentito: ha incontrato un boss. (Lara Sirignano, Corriere della Sera)

Voto di scambio e mafia in Sicilia sospeso vice governatore leghista. Nell’indagine dei pm di Catania coinvolto Sammartino, numero due di Schifani e uomo di Salvini nell’Isola: è accusato di corruzione. Si vantava di aver raccolto preferenze per la dem Chinnici e criticava il Carroccio. Arrestato anche un sindaco. Siamo diventati terra per i leghisti che ci devono venire a raccontare a noi siciliani come funziona il mondo. (Salvo Palazzolo, Repubblica)

Bari, Pd e M5S si sfideranno. Il patto per il ballottaggio «Chi perde sosterrà l’altro». La scelta di Laforgia e Leccese. Regione, accertamenti su un assessore. I cambiamenti in giunta non sono semplici L’ipotesi di 4 nuovi ingressi, pochi per il Pd. (Francesco Strippoli, Corriere della Sera)

Massimo Franco sul Corriere: Le inchieste rianimano il populismo dei 5 Stelle. Il Movimento di Conte si isola rivendicando una sorta di primato morale nel sistema politico e spera in una nuova Mani pulite.

Carmelo Lopapa su Repubblica: La malattia del trasformismo. Tutto racconta dell’unica vera emergenza che forse la politica nazionale sta vivendo. Senza distinzione di partito, da destra a sinistra, o di latitudini, dal Tavoliere alle Alpi.

Premierato, Autonomia e Ponte. Centrodestra, tensione sui dossier. La riforma costituzionale avanza e nascono i «comitati civici». I leghisti temono per il loro testo. Gava, viceministra della Lega all’Ambiente: le richieste ministeriali sono aspetti ordinari. (Marco Cremonesi, Corriere della Sera)

Scontro Italia-Spagna sull’aborto. La ministra Redondo: “La destra minaccia i diritti”. Meloni: “Madrid non dia lezioni”. La titolare della Parità su X critica l’emendamento della maggioranza che apre alla presenza dei movimenti pro-vita nei consultori. Replica la premier: “Quando si è ignoranti su un tema meglio non intervenire”. (Maria Novella De Luca, Repubblica)

Scontro sull’aborto tra Madrid e Roma “Non dateci lezioni”. È scontro tra il governo italiano e quello spagnolo: la scelta del governo di aprire i consultori alle associazioni “pro-vita” – contestata duramente dalle opposizioni in Italia – viene attaccata anche da Ana Redondo, ministra per l’Uguaglianza nel governo Sanchez, e altrettanto ruvida è la risposta di Giorgia Meloni e della ministra Eugenia Roccella, che rivendicano di avere solo applicato la legge 194. Per Redondo non ci sono dubbi: consentire la presenza dei volontari “pro- vita” nei consultori significa operare «pressioni organizzate contro le donne che vogliono interrompere la gravidanza», di fatto un modo per «indebolire un diritto riconosciuto dalla legge. È la strategia dell’estrema destra: intimidire per negare i diritti, per fermare l’uguaglianza tra donne e uomini».

Frasi che scatenano la premier italiana: «Normalmente quando si è ignoranti su un tema si deve avere almeno la buona creanza di non dare lezioni. Varie volte ho ascoltato ministri stranieri che parlano di questioni interne italiane senza conoscerne i fatti». (Alessandro Di Matteo, La Stampa)

Rai, contromossa dopo gli addii: blindati alcuni «volti». Il cda vara il bilancio. Le conferme di Ranucci e Iacona. L’Usigrai: sciopero. Sergio: «Discovery ora ha tre talent: Crozza, Fazio e Amadeus. La Rai ne ha 110». (Antonella Baccaro, Corriere della Sera)

Voto in condotta, le nuove regole. Con 8, meno punti alla Maturità. Sì del Senato. Rimandati con 6, multe per i violenti. Elementari, cambiano i giudizi. (Gianna Fregonara, Corriere della Sera)

Gli altri temi del giorno

Il richiamo del Fondo Monetario: “L’Italia ha bisogno di ulteriori sforzi di bilancio nei prossimi due anni”. I rilievi del Fondo nel Fiscal Monitor: “Italia tra i Paesi che spingono il debito. Serv aggiustamento credibile”. (Repubblica)

Povertà in aumento e 4,5 milioni di italiani rinunciano alle cure. C’è un miglioramento complessivo del benessere del Paese – il reddito aumenta, calano i giovani “Neet” – ma dentro la vita degli italiani ci sono delle gravi carenze, in particolare sui campi dell’ambiente, della sicurezza e della salute. E inoltre il rischio di povertà resta molto elevato, e riguarda un quinto del Paese. Lo spaccato che emerge dall’undicesimo Rapporto sul Benessere Equo e Sostenibile (Bes), presentato dall’Istat, è quindi come naturale a luci e ombre, ma un dato spicca sugli altri: nel 2023 sono stati circa 4,5 milioni cittadini che hanno dovuto rinunciare a visite mediche o accertamenti diagnostici per problemi economici, di lista di attesa o difficoltà di accesso, il 7,6% della popolazione (in aumento rispetto al 7,0% del 2022, circa 4,1 milioni e al 6,3% del 2019), probabilmente per recupero delle prestazioni sanitarie differite   per   il   COVID-19   e   difficoltà   a   riorganizzare efficacemente l’assistenza sanitaria). Si assiste ad un raddoppio della quota di chi ha rinunciato per problemi di lista di attesa (da 2,8% nel 2019 a 4,5% nel 2023), stabile la rinuncia per motivi economici (da 4,3% nel 2019 a 4,2% nel 2023), ma comunque in aumento rispetto al 2022: +1,3 punti percentuali in un solo anno. (Carlo Marroni, Il Sole 24 Ore)

Essilux, spinta sul welfare. Ai dipendenti 36 milioni. Tra premio di risultato, azioni e bonus. Un piano da un miliardo. (Daniela Polizzi, Corriere della Sera)

Nexi, per i terminali l’interesse Euronet. Il piano sulla rete. Gli sportelli automatici. Il dossier su Worldline. (Francesco Bertolino, Corriere della Sera)

Ryanair, O’Leary: “Rialzo del petrolio? Non ci riguarda. L’Ue approverà la fusione Ita-Lufthansa, per noi sarà una vittoria”. L’amministratore delegato della compagnia irlandese attacca ancora l’Antitrust, che domani prenderà una decisione sulla questione dei biglietti venduti dalle agenzie di viaggio online: “Questi siti applicano sovrapprezzi inspiegabili truffando il consumatore”. (Federico Formica, Repubblica)

La Corte dei Conti indaga anche sul Tricapodanno Mediaset del 2024 trasmesso su Canale 5. La Procura regionale della Liguria apre un fascicolo per danno erariale sull’ultima kermesse organizzata da Comune e Regione. Pure in questo caso, come per la passata edizione, la magistratura ipotizza che gli enti abbiano eluso le norme europee. Toti: “Noi trasparenti e regolari”. (Giuseppe Filetto, Repubblica)

La regina rossa del Labour «crocifissa» sulle tasse. Ma c’è chi la difende: «Attacchi misogini e snob». La vice di Starmer, di origini umili, è l’unica a parlare di lavoro. (Luigi Ippolito, Corriere della Sera)

Cos’è il “cloud seeding”, una delle possibili cause delle piogge devastanti a Dubai. In 24 ore caduta l’acqua che solitamente cade in un anno e mezzo. Negli Emirati mai piogge così intense negli ultimi 75 anni. Un meteorologo suggerisce il

possibile impatto dell’inseminazione artificiale delle nuvole, ma le autorità negano. E altri esperti ricordano il peso dei cambiamenti climatici. (Giacomo Talignani, Repubblica)

La mamma di Willy: “Ucciso perché era nero. Io mi stringo ancora a lui nella stanza dei ricordi”. Lucia Monteiro Duarte: “Mio figlio non ha difeso il suo amico, voleva solo vedere come stava”. (Romina Marceca, Repubblica)

Gli Anniversari

1506, Giulio II: prima pietra della Basilica di S. Pietro
1521, scomunica: Lutero rifiuta di ritrattare
1877, descritto il processo di registrazione del suono
1902, la Danimarca introduce le impronte digitali
1906, terremoto distrugge gran parte di San Francisco
1921, l’isola croata di Lesina alla Jugoslavia
1936, muore a Roma Ottorino Respighi
1938, Superman debutta nei fumetti
1946, sciolta la Società delle Nazioni
1948, Italia: prime elezioni repubblicane
1949, l’Irlanda indipendente dal Regno Unito
1951, trattato di Parigi: nasce la Ceca
1954, Nasser prende il potere in Egitto
1955, muore a Princeton Albert Einstein
1956, si sposano a Monaco Ranieri III e Grace Kelly
1958, Ezra Pound può lasciare il manicomio
1965, la Rhodesia indipendente dall’Inghilterra
1972, fondata a Osaka la Roland Corporation
1974, Genova: Br sequestrano il magistrato Sossi
1978, le Br annunciano la morte di Moro
1979, scossa di terremoto in Friuli
1980, nasce la repubblica dello Zimbabwe
1983, Beirut: attentato distrugge ambasciata Usa
1984, intervento chirurgico per Michael Jackson
1994, muore a Roma Ruggero Orlando
2001, giovane ucciso in Algeria: primavera nera
2002, aereo contro il grattacielo Pirelli: 3 morti
2002, dopo 29 anni rientra a Kabul l’ex re Zahir Shah
2004, riaperto il grattacielo Pirelli
2005, conclave in Vaticano per il dopo Wojtyla

Nati oggi

1480, Lucrezia Borgia
1897, Ardito Desio
1901, Angelo Costa
1920, Mario Gozzini
1923, Sergio Saviane
1927, Oreste Lionello e Charles Pasqua
1938, Leone di Lernia
1944, Claudio Sabelli Fioretti
1963, Massimiliano Pani
1964, Benedetta Corbi
1969, Rosaria Renna
1971, Miguel Gotor e Natasha Stefanenko
1979, Giusy Ferreri

Si festeggia San Calogero

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