La nota del 5 aprile

“Eppure resta che qualcosa è accaduto, forse un niente che è tutto” (Eugenio Montale)

La prima novità di oggi è la “mini sanatoria” (così tecnicamente la definisce il Sole) sulla casa, cioè il condono (termine usato da tutti gli altri) su tramezzi o soppalchi delle abitazioni. La brutta abitudine è che si parla di questo perchè Matteo Salvini lo ha scelto come argomento per tentare di risollevare le sue precarie sorti elettorali. Meloni ovviamente dice di non saperne nulla, ma non boccia l’ipotesi perchè sulla casa non si scherza prima delle elezioni e per quanto sia del tutto strumentale la mossa del leghista è furba. Repubblica infatti mette nel titolo che la premier è “spiazzata”, e fa sapere che Salvini sta preparando anche un incontro con Trump, cercando di anticiparla e di farle pagare l’ obbligata sintonia (quella tra capi di governo alleati) con il democratico Biden.

La seconda novità del giorno viene dagli arresti di Bari, città moderna e antica, porta verso l’Oriente e terra dove un voto vale poco, 50 euro nel migliore dei casi: li prometteva Anita Maurodinoia, li erogava il marito. Dieci persone, tra cui il sindaco di Triggiano ai domiciliari, finiscono in manette e altre settantadue sono indagate: voto di scambio. Le conseguenze politiche sono pesanti sull’equilibrio del centro sinistra, ancora più fragile di quello della maggioranza: Conte va per conto suo e continua a dettare le sue condizioni al Pd. E tutta la situazione politica alla fine è una corsa al ribasso, a chi sta meno peggio e ora il rischio è che gli ex grillini possano persino mettere a segno un buon risultato nella terra natale del loro attuale capo (che non a caso si riparla con Salvini, i simili si attraggono).

Emanuele Orsini è il nuovo presidente di Confindustria dopo essere stato il primo candidato unico ad arrivare alla designazione, non succedeva da molto tempo. Avrebbe vinto benissimo soltanto con i propri voti, ma ha fatto il miracolo dell’unità con 147 voti su 173 ed è in grado di mettere insieme una forte squadra di vertice. E’ stato accolto benissimo da Giorgia Meloni e da tutto il mondo politico, che ne conosce concretezza e visione. Osvaldo De Paolini offre nell’editoriale del Giornale il ritratto più completo di Orsini e ricorda i punti chiave del suo programma. Repubblica cerca di rinfacciargli con un fondo di Walter Galbiati i commenti positivi della maggioranza, quelli che sarebbero arrivati a chiunque altro fosse stato eletto alla guida degli imprenditori, tentativo banale poichè Orsini è un personaggio indipendente, base indispensabile per trattare con successo con tutti, e lo si è visto anche all’interno di Confindustria sia per come ha tenuto la barra dritta sino in fondo nel percorso di candidatura sia per come ha fatto gli accordi necessari per perseguire l’unità. Cerasa sul Foglio si dice contrario alla “lagna dei padroni”, scrive giustamente che si passa “dalla generazione Marcegaglia alla generazione Orsini”, chiede “più visione”, intanto sbaglia il fatturato delle imprese del nuovo presidente e scrive che si tratta di 60 milioni, cioè la metà dei ricavi di Sistem Costruzioni, Tino Prosciutti e Maranello Village. La Stampa mette tra i perdenti Emma Marcegaglia, che aveva puntato tutto su Garrone. Il Secolo XIX si duole che i due candidati liguri siano andati l’un contro l’altro armati.

La Stampa resta il quotidiano più attento ai temi della sanità e dedica il suo titolo principale alle Regioni che reclamano dal governo il miliardo e trecento milioni di fondi per l’adeguamento antisismico degli ospedali che Fitto vorrebbe coprire con altri capitoli di spesa ma che intanto sino spariti. Il Sole intervista il Nobel Giorgio Parisi, firmatario del documento-appello dei 14 scienziati che hanno chiesto il rilancio del Servizio sanitario nazionale: ci si aspettava di più dalle sue parole, invece lega la necessità di cure disponibili per tutti anche al cambiamento climatico, cosa che a chi deve combattere con le liste d’attesa per una visita specialistica in fondo importa poco.

Poteva mancare la truffa sul Pnrr, e non è da poco: 600 milioni. Lo hanno scoperto la Procura europea e la Guardia di Finanza. Prendevano fondi per progetti inesistenti e contravano beni di lusso.

Luca Ricolfi nel fondo del Messaggero racconta le difficoltà a formare una classe nella scuola di oggi, tra ragazzi italiani e ragazzi italiani di famiglia di immigrati.

Cdp mette a segno un utile importante, cosa che può giustificare sia la permanenza di Scannapieco alla guida, sia gli appetiti di chi vuole sostituirlo.

La catena tedesca di supermercati Lidl è uscita da Federdistribuzione perchè non condivide i ritardi sul contratto e vuole dare subito ai propri dipendenti gli aumenti che invece Confcommercio ha già deliberato con il proprio contratto. Una scossa ad un settore che sabato scorso ha scioperato proprio a causa dei bassi salari.

Pinault acquista per ben 1,3 miliardi, un vero e proprio record, il palazzo di via Montenapoleone 8 a Milano che ospita già vari marchi di moda.

Ed ecco alcuni dettagli/approfondimenti. Salvini: casa, sanatoria per le piccole irregolarità. L’opposizione insorge: è un nuovo condono. Meloni: ipotesi ragionevoli, ma non ho visto la norma. (Enrico Marro, Corriere della Sera)

Se proprio non si vuol risalire al 119 dopo Cristo e alla sanatoria voluta dall’imperatore romano Adriano e pagata in sesterzi, è più di mezzo secolo, dal 1973 del IV governo Rumor che si ricorre a questo tipo di provvedimenti. Di lì in poi, la cadenza ha subito un’accelerazione: 1982, governo Spadolini e nuovo condono per gli evasori; 1985, entrata in vigore del famoso (nel senso che si studia nelle università come esempio di decreto legge reiterato per più di venti volte) provvedimento ad opera di Craxi e del suo ministro dei Lavori Pubblici Nicolazzi; 1991, nuova sanatoria fiscale del VI governo Andreotti; 1995, doppio condono, edilizio e fiscale, del governo Dini; 2003, nuova doppietta, stavolta di Berlusconi, che replica nel 2009 con la norma per agevolare il rientro dei capitali, cosiddetti “scudati”, illecitamente portati all’estero. Per arrivare alla più recente “voluntary disclosure” – la sostanza è quasi la stessa – decisa nel 2014 dal governo Renzi, ministro dell’Economia Padoan. Complessivamente, secondo un calcolo della Cgia di Mestre giudicato ottimistico da altri osservatori tecnici, i condoni di qualsiasi tipo degli ultimi tre decenni avrebbero portato nelle casse dello Stato 104,5 miliardi di euro, meno di quanti ne sottragga l’evasione in un solo anno. A conti fatti, un pessimo affare. (Marcello Sorgi, La Stampa)

«Scambio tra soldi e voti» A Bari salta il campo largo. I pm: consensi comprati per 50 euro. Tra gli oltre 70 indagati un’assessora regionale dem. Otto gli arresti. Al centro dell’inchiesta Alessandro Cataldo, marito dell’assessora, che si è dimessa. Secondo i pm veniva utilizzato un database con i nomi degli elettori da corrompere. (Nicolò Delvecchio, Corriere della Sera)

A Bari il Pd su Leccese, i 5S con Laforgia: ex alleati divisi alle urne di giugno. Saltano le primarie che avrebbero deciso il candidato sindaco del centrosinistra per il dopo-Decaro. (Davide Carlucci, Repubblica)

Voto di scambio, arresti in Puglia. E Conte fa saltare le primarie a Bari. A meno di due mesi dagli arresti che hanno fatto emergere la possibilità che l’ex consigliera comunale di Bari Lorusso nel 2019 sia stata eletta anche grazie all’appoggio dei clan, un altro pezzo di politica finisce sotto inchiesta. Indagata l’ormai ex assessora regionale Maurodinoia. (Chiara Spagnolo, Repubblica)

Lo strappo di Conte: niente più primarie. L’ira della leader: è sleale, vuol far vincere la destra? Si riapre il fronte tra gli alleati che sosterranno candidati diversi. La segretaria e l’inchiesta: noi non accettiamo voti sporchi. «Affronteremo la campagna di Bari nel segno di un nuovo inizio e della legalità». (Maria Teresa Meli, Corriere della Sera)

Santanchè, bocciata la sfiducia. Fra i 213 voti anche i no dei renziani. FdI attacca le opposizioni. La polemica Iv-M5S. Donzelli: se rinviata a giudizio lei rifletterà. (Maria Teresa Meli, Corriere della Sera) La ministra soddisfatta: ho apprezzato i sostegni fuori dalla maggioranza. L’affondo: mi accusa Appendino, condannata… (Virginia Piccolillo, Corriere della Sera)

Roberto Gressi sul Corriere: Il duello fantasma sulle dimissioni. Aula deserta o semideserta per la discussione su Salvini e Santanchè. E anche Meloni, Schlein e Conte scelgono il basso profilo.

Un viaggio da Trump: il piano segreto di Salvini per spiazzare la premier. Anche il rapporto con Elon Musk aiuta il leader leghista ad accreditarsi con i repubblicani Usa. Una reazione alla strategia di Palazzo Chigi per ridurlo all’irrilevanza. (Tommaso Ciriaco, Repubblica)

Meloni: non sono contraria all’elezione diretta del presidente. La premier pronta a correre da capolista alle Europee. «Su Salis bisogna abbassare i toni». (Marco Galluzzo, Corriere della Sera)

Sondaggi politici, nubi sul centro. Calenda si allontana dalla soglia del 4%, in flessione anche Renzi e +Europa dopo l’accordo. Azione perde quattro decimi nella Supermedia Agi/ Youtrend. Calo marcato anche per Avs. A sinistra Santoro esordisce nei sondaggi con l’1,6. (Repubblica)

Sanità, la protesta delle Regioni: contro i tagli ricorso alla Consulta. Meloni alla Conferenza dei governatori: nessuna riduzione, il fondo è il più alto di sempre. (Paola Di Caro, , Corriere della Sera) «La colpa è di chi evade il Fisco. Va tutelato tutto il sistema, compresi gli ospedali privati». Zangrillo: le strutture accreditate contribuiscono all’offerta. (Simona Ravizza, Corriere della Sera)

«I numeri non sono opinioni: il fondo sanitario nel 2024 è al massimo storico di sempre: 134 miliardi. Negli anni prima del Covid stava a 115 miliardi. Non si può dire che abbiamo tagliato». La premier Giorgia Meloni, dallo studio di Porta a Porta, difende l’operato del suo esecutivo (e omette di precisare che la spesa sanitaria vada considerata in rapporto al Pil: in discesa al 6, 4 per cento nel 2024, pari ai livelli pre pandemia). Intanto tre segnali d’allarme in ventiquattro ore danno la misura dell’urgenza: salvare il Ssn, subito, prima che sia troppo tardi. Dopo l’appello di quattordici esperti, ieri all’indirizzo di Palazzo Chigi sono arrivati, a stretto giro, un ammonimento della Ragioneria di Stato sui Lea e l’aut aut della Conferenza delle regioni: se il governo non dovesse ripristinare i finanziamenti di 1, 2 miliardi tagliati dal decreto Pnrr per le opere di sicurezza sismica delle strutture ospedaliere, i governatori potrebbero rivolgersi alla Corte Costituzionale. La battaglia unisce amministratori di destra e sinistra. «Ci siamo sempre mossi in modo costruttivo seppure in uno scenario critico», premette il presidente del Friuli-Venezia Giulia Massimiliano Fedriga, alla guida della Conferenza delle regioni: «Abbiamo chiesto – spiega il leghista – che venga eliminato il definanziamento o che venga preso un impegno formale per rifinanziarlo negli anni successivi». Nella conclusione, l’ultimatum, seppur sfumato, in risposta a una domanda sulla possibilità di rivolgersi alla Corte Costituzionale: «Utilizzeremo – avvisa Fedriga – tutti i canali della collaborazione e anche quelli di non collaborazione, se necessario, per tutelare il più possibile il Ssn». Un documento della Conferenza delle regioni illustra il braccio di ferro nei dettagli: l’articolo 1, comma 13 del decreto Pnrr prevede che gli interventi di edilizia ospedaliera non più finanziabili con il piano europeo siano coperti da fondi propri delle regioni, senza aggiungerne altri. Problema non irrilevante: le risorse in questione «sono destinate ad interventi di edilizia sanitaria che le regioni hanno già programmato». Insomma, soldi impegnati. (Serena Riformato, La Stampa)

Il tribunale dei ministri salva Speranza. Ieri la giustizia italiana ha perso qualcosa di molto importante: la possibilità di alleviare, seppur di poco, il dolore dei danneggiati dal vaccino anti Covid, che aspettavano solo indagini a tutela del loro «fidarsi delle istituzioni» sbandierato durante la pandemia. E così la giustizia ha perso anche la possibilità di «consolare» i parenti di chi dopo il siero ha perso la vita, dimostrando che non tutto può essere sotterrato e coperto dal più indegno silenzio. L’inchiesta con al centro l’ex ministro della Salute, Roberto Speranza, è stata infatti archiviata ieri dal tribunale dei Ministri. Le motivazioni sono racchiuse in 30 pagine che verranno rese pubbliche oggi. Tutti i pesanti reati contestati: commercio e somministrazione di medicinali imperfetti, somministrazione di farmaci in modo pericoloso, falso ideologico e persino l’omicidio sono stati cancellati con un colpo di spugna, senza neanche indagare. Una decisione accolta con soddisfazione dai legali dello stesso ex ministro:

«È stata riconosciuta la correttezza della condotta di Speranza, volta esclusivamente alla difesa dell’interesse pubblico e del diritto alla salute dei cittadini». L’inchiesta sui cosiddetti «Aifaleakes» (i documenti interni dell’Aifa) condotta da Fuori dal coro di Mario Giordano e pubblicata sulla pagine della Verità, era confluita all’interno di un corposo studio fatto da diversi scienziati per dimostrare i pericoli dei vaccini anti Covid. I documenti interni dell’Aifa hanno portato alla luce come le informazioni sugli effetti avversi sono state volutamente celate per non creare panico. (Marianna Canè, La Verità)

L’Istituto superiore: crisi iniziata anni fa. Ora più investimenti ma mancano medici. Il presidente Bellantone: no a contese politiche. Per il 2024 previsto un aumento di 3 miliardi di euro degli stanziamenti nella sanità. (Margherita De Bac, Corriere della Sera)

Lirio Abbate su Repubblica: I rischi del potere centralizzato. Se ci fossero controlli più efficienti nella fase dell’erogazione dei finanziamenti per i progetti del Pnrr ai privati, ci sarebbero meno truffe milionarie alla Ue.

I truffatori del Pnrr. Fondi europei usati per comprare ville, supercar e gioielli. La Guardia di finanza di Venezia sequestra beni per 600 milioni, 24 misure cautelari. Tra gli arrestati anche il patron della Pistoiese. (Giuliano Foschini, Repubblica)

Busia sulla truffa del Pnrr: “L’assalto è iniziato. Senza controlli adeguati la nostra credibilità a rischio”. Il presidente dell’anticorruzione: “L’Italia ha maggiori responsabilità perché ha avuto più soldi di tutti gli altri paesi Ue”. (Liana Milella, Repubblica)

Padoan avverte l’Ue: “Difesa, tech e capitali, o diventerà marginale”. Il presidente Unicredit: “L’Europa abbandoni i tabù su bilancio comune e fisco”. (Eugenio Occorsio, Repubblica)

Google alla grande svolta AI a pagamento nel motore di ricerca. Allo studio un abbonamento per usare le funzioni di Gemini. (Michela Rovelli, Corriere della Sera)

Tajani: «Stellantis non lasci l’Italia». Landini: siamo di fronte a un rischio concreto. Alla Maserati di Modena 150 esuberi. (Andrea Bonafede, Corriere della Sera)

Il caffè italiano piace ai fondi. Dopo Illy e Borbone anche Zanetti apre le porte. Quattro R mette sul piatto 100 milioni per il rilancio e la strategia di crescita del gruppo valutato oltre 600 milioni. In arrivo un nuovo management. (Sara Bennewitz, Repubblica)

Gli altri temi del giorno

Allarme Nato: Putin può avanzare. Stoltenberg ai ministri degli Esteri: «Situazione grave, c’è bisogno di più aiuti». Mosca: «Ormai è confronto diretto». L’appello di Kuleba per i Patriot. (Francesca Basso, Corriere della Sera)

I timori che crolli il fronte ucraino. Così l’Alleanza prepara la colletta dei missili. Il modello è quello di Praga, Berlino capofila. (Giuseppe Sarcina, Corriere della Sera)

Territori in cambio di sicurezza: l’ipotesi di Kiev nell’Alleanza se Zelensky accetta la resa a Putin. Il retroscena. Ufficialmente nessuno ne parla. Ma l’idea di una transazione caldeggiata dagli Usa, in caso di una sconfitta di Biden, è nota a tutti. (Claudio Tito, Repubblica)

Il presidente francese si è detto «sicuro» che Mosca voglia in qualche modo colpire la Francia in occasione dei Giochi. Macron non teme attacchi convenzionali, per i quali sono già in campo tutti i protocolli di sicurezza relativi alla minaccia di attentati terroristici. Piuttosto c’è il sentore che Mosca voglia approfittare degli eventi per sferrare attacchi di tipo informatico o comunque avviare azioni di disinformazione per cercare di guastare la festa. Macron ha confermato che lo scenario privilegiato prevede la cerimonia di apertura sulla Senna il prossimo 26 luglio, ma non ha escluso un piano B «qualora le circostanze lo imponessero». (Marco Bresolin, La Stampa)

«Israele aumenti gli aiuti a Gaza». E Biden condiziona il sostegno Usa. Telefonata tesa con Netanyahu dopo l’attacco sull’Ong: cessate il fuoco indispensabile. (A. Ni., Corriere della Sera) Biden contro Netanyahu “Proteggete i civili”. Riapre il valico di Erez. Telefonata turbolenta dopo la strage degli operatori umanitari “È inaccettabile” Nella notte la decisione del gabinetto di guerra israeliano sugli aiuti a Gaza. (Anna Lombardi, Repubblica)

Armi a Israele, in Usa e Uk cresce il dissenso. Il dissenso di parte dell’opinione pubblica al supporto incondizionato di Westminster al governo di Israele si estende dalle manifestazioni in strada alle Corti di giustizia britanniche. Più di 600 fra avvocati, docenti universitari ed ex giudici (fra cui tre ex togati dell’Alta Corte, la massima autorità giudiziaria del Paese, e 60 King’s Counsel, avvocati esperti nominati dal sovrano) hanno firmato una lettera indirizzata al primo ministro, Rishi Sunak, in cui chiedono la fine delle esportazioni di armi a Israele. Perché, sostengono con approfondite motivazioni legali, continuando ad armare Tel Aviv, Londra sta violando il diritto internazionale. (Sabrina Provenzani, Il Fatto Quotidiano)

Emergenza fame a Gaza. Il rischio è una strage. Morire di fame. È questo il pericolo che si profila a Gaza, denunciato da varie organizzazioni umanitarie. L’ultimo rapporto è della ong Oxfam e rilascia dati inquietanti. Anche perché, tre giorni dopo l’uccisione degli operatori di World Central Kitchen, il numero dei pasti serviti nella Striscia si riduce ulteriormente: mancano 180mila pasti al giorno, dato che Wck, dopo la strage, ha sospeso l’attività umanitaria. Intanto il presidente americano Joe Biden intende accelerare la costruzione del molo galleggiante, di fronte a Gaza, per sopperire alla distribuzione di pasti. A 6 mesi dall’inizio del conflitto, in media ogni persona, tra le 300 mila in trappola a Gaza nord, sopravvive con 245 calorie al giorno, cioè meno del 12% del fabbisogno calorico necessario, che è di 2.100 calorie quotidiane a persona.

L’Ong spiega che 245 calorie sono l’equivalente di 100 grammi di pane. Si tratta di meno del 12% del fabbisogno calorico necessario di 2.100 calorie a persona, calcolato sulla base di dati demografici che tengono conto delle variazioni per età e sesso. «Analizzando i dati – spiega Paolo Pezzati, portavoce per le crisi umanitarie di Oxfam Italia, citato nella nota – si scopre inoltre come dallo scorso ottobre il totale degli aiuti alimentari di cui è stato consentito l’ingresso in tutta Gaza è servito a garantire appena il 41% delle calorie necessarie ai 2,2 milioni di abitanti, che in questo momento rischiano di morire di fame».(Il Sole 24 Ore)

Nel villaggio di Cuba dove i cinesi spiano gli americani. Viaggio a Bejucal. Pechino avrebbe fatto un accordo con L’Avana per convertire qui una struttura militare in un centro di ascolto. Con il rischio di aprire una crisi come quella dei missili tra Urss e Usa. (Paolo Mastrolilli, Repubblica)

La nuova Cina (super digitale e autarchica) che fa a meno dell’Occidente. Con le app si prenota il taxi e si paga anche il ristorante: dopo la pandemia Pechino ha stretto il controllo sociale. E ora il Paese si ritrova con troppi figli e troppe case. Invece di un lavoro ben pagato, il mercato offre ai neolaureati precariato e mansioni operaie. (Federico Rampini, Corriere della Sera)

Sulla Luna che ore sono? Il nuovo rebus della Nasa. La Casa Bianca chiede all’agenzia spaziale di stabilire un fuso orario per il satellite, in vista delle missioni previste per i prossimi anni. A causa della diversa gravità, il tempo sulla superficie lunare è leggermente più veloce del nostro. (Anna Lombardi, Repubblica)

Picchiata per mesi fino a svenire. I 200 selfie con il volto tumefatto. Napoli, a ogni aggressione la vittima si scattava una foto. In cella l’ex compagno, è un medico. (Fabio Postiglione, Corriere della Sera)

Repubblica intervista Alessandro Taffo: “I bulli dicevano: è arrivato il becchino. Ora rido con la morte per allontanarla”. L’intervista al figlio del patron delle pompe funebri.

Il Corriere intervista Enrica Bonaccorti: «Le tenerezze sulla mia 500 con Renato Zero e Placido. Alle ragazze di Non è la Rai davo consigli sull’amore».

Un secolo di Scalfari in 100 ritratti molto speciali. In occasione del centenario del fondatore di “Repubblica” esce un libro curato dal nipote Simone Viola per ricordarlo Con le testimonianze di giornalisti, familiari, artisti, amici di una vita. (Sara Scarafia, Repubblica)

Gaetano Pesce e l’arte di costruire pezzi unici. Il grande designer è morto a New York. Aveva 84 anni.

Gli Anniversari

1453, Maometto II prepara l’attacco a Costantinopoli
1621, la Mayflower fa ritorno in Gran Bretagna
1648, fine della Repubblica napoletana
1794, ghigliottinato Danton su ordine di Robespierre
1817, presentata la prima bicicletta
1875, a Venezia V. Emanuele II e Francesco Giuseppe
1895, Oscar Wilde in carcere per omosessualità
1908, esordio per la nazionale tedesca di calcio
1923, Il Popolo va in edicola
1933, prima chirurgia di rimozione di polmone
1934, muore a Napoli Salvatore Di Giacomo
1951, a morte i Rosenberg per spionaggio
1955, Churchill rassegna le dimissioni
1962, ultimato il traforo del Gran San Bernardo
1969, cuore in plastica per un paziente di Houston
1969, Guerra del Vietnam: dimostrazioni in America
1973, in funzione il Fondo monetario europeo
1977, rapito a Napoli Guido De Martino
1982, Lussemburgo: primo sciopero della storia
1986, Berlino: bomba nella discoteca La Belle
1992, ha inizio l’assedio di Sarajevo
1994, muore suicida a Seattle Kurt Cobain
1997, muore a NY Allen Ginsberg
1998, In Giappone il ponte sospeso più lungo del mondo
2001, parte la sperimentazione del braccialetto elettronico
2002, negoziati per ricongiungere coniugi delle due Coree
2003, Saddam Hussein ricompare in pubblico
2004, Powell: non ci sono armi di distruzioni di massa in Iraq
2008, incendio al castello di Moncalieri
2008, muore a Beverly Hills Charlton Heston

Nati oggi

1588, Thomas Hobbes
1801, Vincenzo Gioberti
1898, Leonida Rèpaci
1900, Spencer Tracy
1908, Herbert Von Karajan e Bette Davis
1916, Gregory Peck
1928, Enzo Cannavale
1936, Natalino Irti
1937, Colin Powell
1940, Stefano Malatesta
1943, Elena Ferrante
1951, Maurizio Migliavacca
1959, Nino La Rocca
1976, Simone Inzaghi

Si festeggia San Vincenzo Ferrer

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