Leonardo Drs, rinvio quotazione a Wall Strett: una scelta che potrebbe costare cara

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di Corinna Pindaro

Leonardo comunica il rinvio del collocamento a Wall Street di Leonardo Drs, la controllata statunitense che produce sistemi e attrezzature per eserciti compreso quello USA e le agenzie di spionaggio. Dopo questa comunicazione le quotazioni di Leonardo SPA, azienda attiva nei settori della difesa e dell’aereospazio e il cui maggior azionista è il Ministero Economia e Finanze  italiano – che detiene il 30% delle azioni- sono colate a picco registrando un tonfo del 6%. A questo punto la conferma della nomina dell’Amministratore Delegato,  Alessandro Profumo, sembra essere  sempre più appesa a un filo.

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Il progetto era quello di vendere sul mercato almeno il 22% della società. Leonardo ha però deciso di posticipare l’operazione a causa di quelle che, in una nota del gruppo, vengono definite avverse condizioni di mercato e questo “nonostante l’interesse degli investitori nel corso del roadshow, all’interno della fascia di prezzo definita (tra i 20 e i 22 dollari per azione, ndr). L’Ipo verrà valutata nuovamente quando le condizioni di mercato saranno favorevoli e sarà possibile ottenere una quotazione di successo”, ha affermato l’azienda.

La quotazione a Wall Street di Leonardo Drs si stima che avrebbe potuto produrre utili per 678 milioni di dollari che equivalgono a 573 milioni di euro e, nelle intenzioni sarebbe dovuta partire a fine marzo.

La decisione del management di Leonardo, e quindi dell’amministratore delegato Alessandro Profumo, è stata oggetto di numerose critiche tra le forze politiche. “Dal board societario ennesimo segnale preoccupante. È opportuna e urgente la scelta di una nuova dirigenza in grado di operare con serenità e visione industriale, assicurando la necessaria credibilità sui mercati internazionali”, così in una nota Matteo Salvini e il deputato Roberto Paolo Ferrari, responsabile dipartimento difesa della Lega e capogruppo in commissione Difesa alla Camera dicendosi “stupiti per l’annuncio della società Leonardo di rinviare l’offerta pubblica di vendita”.

Del resto la posizione di Profumo non era certo tra le più floride, condannato a 6 anni per falso in bilancio e manipolazione si è, finora, opposto alle richieste di dimissioni  -provenienti da tutte le correnti politiche italiane-  in attesa del giudizio di appello.  Alessandro Profumo non gode di favori neppure oltreoceano e, un articolo del New York Post, espressamente parla di quanto sia dannosa la permanenza di Profumo nel ruolo di Amministratore Delegato del colosso italiano dell’aereospazio.

A queste consapevolezze  si aggiunge l’ennesima consapevolezza di una gestione sconsiderata i cui dati, in termini di mancato profitto e perdita di credibilità internazionale, appaiono chiari e palesi.