Lo Slow Fashion di Be Nina che colpisce

di Giulia Romana Zacutti

Situazione: Piena Milano Fashion Week, palazzo Giureconsulti, settima edizione del progetto Designers For The Planet. Io che passeggio tra gli stand del Fashion Hub di Camera Nazionale della Moda Italiana e…vengo colpita da uno di questi, uno tra i 9 progetti sostenibili di giovani creativi selezionati da un’apposita giuria.Chiacchiero con la stilista: si chiama Sabrina Bonatesta, ha ventisei anni e talento da vendere, lo capisco dalla sua collezione: vestiti crochet ricamati a mano, vecchie lenzuola di lino trasformate in originalissime gonne, tailleur, mini kilt (i primissimi capi prodotti), cappelli con orecchie di gatto… tutti tessuti provenienti dalla Puglia, terra natale di Sabrina detta “Binina” (appunto). Lei crede nel principio dell’upcycle e del riutilizzo di materiali deadstock per produrre le sue creazioni. Tra l’altro impiega anche vecchi centrini, lenzuola, tovaglie e federe di cuscini per dare vita alle collezioni. Infatti, Il capo icona a-seasonal è il vestito di centrini modellati sul manichino con applicazioni ricamate. Inoltre mi racconta di aver studiato cinque anni a Londra, lavorato a Parigi ed anche viaggiato tanto, il Giappone le è rimasto nel cuore, infatti ne ha influenzato il design dei capi, un po’ surreale e fiabesco. Proprio il cappello rosa con orecchie di gatto l’ha indossato la modella Iris Law (figlia di Jude) al memorial per Vivienne Westwood, una dei designer preferiti della stilista di Be Nina. Sabrina è affiancata da un bel team creativo, una stylist, una make-up artist e giovani assistenti, come progetti futuri vorrebbe partecipare alla Fashion Week con una sfilata, magari non solo a Milano, tornerebbe volentieri anche Tokyo. Quindi, questa settimana troverete lo stand di Be Nina al secondo piano del Palazzo, curiosate tra i suoi abiti, vi immergerete in una realtà creativa unica!

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