M.O. La rivolta studentesca americana contro Israele non si ferma, 2000 arresti in due settimane

Dai tempi della guerra del Vietnam non si vedeva una mobilitazioni cosí massiccia nei campus universitari usa. La repressione e gli arresti non aiutano la corsa di Biden alla riconferma alla Casa Bianca

 

Una mobilitazione cosi ampia  non si vedeva negli Stati Uniti dai  tempi della guerra del Vietnam. Le proteste filo palestinesi messe in atto dagli studenti nei campus universitari di tutto il paese e che si stanno estendendo a macchia d’olio dopo l’irruzione della polizia martedí sera nell’ Hamilton Hall della Columbia university stanno rischiando di offuscare ulteriormente l’immagine del presidente Joe Biden la cui corsa per il secondo mandato alla Casa Bianca si fa sempre piú faticosa.

I 2 mila arresti dall’inizio delle dimostrazioni  e le tensioni esplose in California nelle scorse ore dove le forze dell’ordine hanno sgomberato una tendopoli allestita nella Ucla e fatto scattare le manette per  oltre 130 persone, usando anche proiettili di gomma, come ha riferito la Cnn, non stanno certamente aiutando il presidente nella gara contro Donald Trump.

“Tuteliamo le proteste pacifiche, non quelle violente. L’antisemitismo non ha posto nelle università”, ripete come un mantra Biden le cui parole non riescono peró ad arrivare al cuore dei giovani americani che chiedono ai loro atenei di disinvestire dalle aziende che sostengono Israele, responsabile della barbarie in atto a Gaza.

Sono finora oltre 40 i campus universitari statunitensi coinvolti nella protesta che si sta estendendo anche al Canada.Nei campus di Montreal e di Toronto, come anche in quelli della British Columbia e di Ottawa sono state allestite tende e accampamenti, monitorati dalle forze dell’ordine che al momento non sono ancora intervenute.

 

 

 

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