Moby-Tirrenia, i creditori hanno approvato il piano di salvataggio

di Corinna Pindaro

Moby e Cin- Tirrenia, la compagnia di traghetti alla ribalta delle cronache per il caso Grillo, è finita in default per non aver pagato a inizio 2019 né la cedola sul bond da 300 milioni di euro, con scadenza 2023, né gli interessi dovuti sulla linea di credito revolving da 260 milioni.

Nel tentativo di salvare la compagnia è stato depositato al Tribunale di Milano un nuovo piano di continuità. “Il piano attuale prevede percentuali di recupero per i creditori significativamente superiori rispetto al precedente piano depositato da Moby SpA il 29 marzo 2021 e ha ricevuto il preventivo consenso dei principali creditori finanziari del Gruppo, quali gli obbligazionisti riuniti nel Gruppo Ad Hoc e da tutte le istituzioni finanziarie”, hanno fatto sapere in una nota congiunta le due azienda controllate dalla famiglia Onorato.

Le due compagnie di navigazione proseguono affermando di avere “compiuto questo ulteriore importante passo verso un rilancio industriale in corso che segue la significativa inversione di tendenza che ha visto la Società superare le difficoltà legate alla pandemia e riposizionarsi come leader sui mercati e sulle rotte di riferimento”.

L’ok dei creditori al piano avviene mentre l’azienda si trova nel mezzo di aspre polemiche. La Procura di Milano ha indagato Beppe Grillo per traffico di influenze illecite assieme a Vincenzo Onorato, l’armatore che nel 2018 e 2019 avrebbe versato alla società di comunicazione del fondatore del Movimento Cinque Stelle un compenso di 120 mila euro all’anno per diffondere sul web “contenuti redazionali finalizzati a sensibilizzare l’opinione pubblica” per il marchio Moby.

Nell’inchiesta, inoltre, emerge un ulteriore dato di particolare gravità. La legge di continuità territoriale marittima, dopo l’intervento di una direttiva europea di marzo 2019, non poteva più consentire che le aziende del gruppo Onorato operassero in regime di monopolio. La direttiva stabiliva, infatti, che le tratte dovessero essere assegnate con bando pubblico in regime concorrenziale. Eppure, nonostante sia stato pubblicato un bando nel 2019, si è dovuto attendere il 2021 con ministra alle Infrastrutture Paola De Micheli, che ha avviato le gare durante il governo Conte 2. Viceversa con il governo Conte 1 e il ministro Toninelli il monopolio è proseguito finchè non è intervenuta l’Antitrust rilevando violazioni del regime concorrenziale.

Una volta aperte le gare nel 2021 Moby- Tirrenia ne ha vinta una su sei, quella per il collegamento tra Genova e Porto Torres. Dal 2021 la compagnia ha quindi perso il cospicuo finanziamento per la continuità marittima percepito negli ultimi 10 anni per un valore di 72 milioni. La grossa perdita certamente ha inciso sul bilancio delle aziende che, ad oggi,  ha un passivo di 200 milioni e 350 milioni di debiti.

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