Nexi sigla un accordo con BigCommerce per incentivare le piccole imprese a vendere online

di Corinna Pindaro

Nexi, azienda italiana che offre servizi di pagamento digitale, ha sottoscritto un protocollo d’intesa con BigCommerce finalizzato a incentivare anche i piccoli artigiani e le imprese di piccole dimensioni a vendere i loro prodotti online. BigCommerce è, infatti, una piattaforma di e-commerce quotata in borsa che fornisce servizi software ai rivenditori. Attraverso l’iscrizione a BigCommerce anche le piccole imprese possono godere della creazione di negozi online, indicizzati, usufruendo delle competenze di marketing e delle strutture di sicurezza di una grande impresa. Secondo i termini dell’accordo Nexi è l’unico partner di BigCommerce per quanto riguarda i  pagamenti online in Italia. Qualunque impresa decida, quindi, di usufruire dei servizi di BigCommerce troverà integrato nel proprio negozio online il metodo di pagamento attraverso Nexi.

“Questa partnership, che si colloca in un importante percorso di sviluppo e rafforzamento della posizione di Nexi nel mercato e-commerce, ci consente di ampliare significativamente il nostro presidio multicanale e di offrire alle imprese del nostro Paese un’occasione unica per sfruttare le opportunità di business offerte dal commercio digitale, canale che negli ultimi due anni ha registrato tassi di crescita importanti. Chi sceglierà BigCommerce con XPay integrato, potrà ottenere le migliori performance nel commercio elettronico”, ha commentato Dirk Pinamonti, head of e-commerce di Nexi.

La scelta si colloca in un settore strategico, in costante espansione. A livello globale si stima che l’e-commerce è destinato a crescere nel 2022 del 17%. In Italia, secondo i dati raccolti dal Politecnico di Milano, le vendite online registreranno una crescita del 21% per un valore di 38,4 miliardi.

Che il trend sia positivo è evidente ma ci sono anche altri numeri dimostrano quanto ci sia spazio per crescere: “Oggi la penetrazione dell’e-commerce sul totale delle vendite retail è intorno al 10%, mentre in Cina è arrivata al 28%, negli Stati Uniti è al 22%, e in Europa è frastagliata con punte come il Regno Unito al 31%”, ha sottolineato Pinamonti aggiungendo, “La pandemia ha fatto ovunque da acceleratore. Sembra che alcuni consumatori abbiano scoperto l’e-commerce durante l’emergenza e di fatto è stato così per 2 milioni di italiani, nel corso del 2020. Ma a ben vedere si tratta di accelerazioni di trend in essere”.

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