Ocse: “Il ritmo di crescita delle principali economie mondiali sta rallentando”

di Emilia Morelli

Il ritmo di crescita delle principali economie mondiali, compresa quella statunitense e quella dell’Ue, sta rallentando dopo mesi di espansione: lo si evince sulla base dell’indicatore dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo (Ocse). Secondo quanto emerge dall’analisi dell’Organizzazione la crescita potrebbe continuare, ma vi sono chiari segnali per sostenere che l’andamento sarà meno vigoroso e tutt’altro che costante. A luglio l’indicatore e’ salito a 100,8 da 100,7 a giugno (dopo 100,5 a maggio, 100,3 in aprile e 100 a marzo) per l’intera area Ocse, con un aumento di 3,4 punti sull’anno.

Per quanto riguarda l’economia tedesca emergono dati deludenti sulla produzione industriale, l’indice di fiducia Zew, che misura le aspettative degli analisti sullo sviluppo dell’economia in Germania nell’arco dei prossimi sei mesi, ad agosto è scivolato a a 40,4 punti dai 63,3 di luglio, scendendo di 22,9 punti. Non solo il calo si presenta consistente ma è notevole anche la differenza che si registra con le previsioni degli analisti che lo proiettavano a 56,7 punti. Si tratta della terza flessione dell’indice da maggio, che si appaia alle tre flessioni consecutive della produzione industriale, stretta fra aumento dei prezzi e carenza di materie prime.

Le preoccupazioni per la consistenza della ripresa in Europa e negli Usa seguono quelle già rilevate per l’economia cinese: su questo fronte il superindice Ocse continua a puntare verso un’espansione costante, ma nel gigante asiatico la produzione industriale stenta e i prezzi alla produzione galoppano, si pensi che Goldman Sachs ha ridimensionato radicalmente le stime sulla crescita nel terzo trimestre e ribassato quelle sull’intero 2021.

In Cina, come nel resto del mondo, ad incidere sull’economia è certamente l’andamento della pandemia e l’incremento dei contagi dovuti alla variante Delta. Se negli Stati Uniti e in Europa per adesso non sono state reintrodotte restrizioni, a Pechino, invece, vi sono  prescrizioni che limitano la mobilità e stretto i controlli per evitare la creazione di nuovi focolai. I dubbi dell’economia cinese hanno messo sotto pressione anche il prezzo del petrolio, con cali che, fino ai tentativi di ripresa di oggi, erano vicini alla doppia cifra in poche sedute, a testimonianza di come sul mercato permangano dubbi sulla consistenza della ripartenza dell’economia.

In Russia, nonostante la graduale revoca delle misure di contenimento del Covid-19 in alcuni paesi e il progresso delle campagne di vaccinazione, le incertezze persistenti potrebbero comportare fluttuazioni più elevate del solito nel superindice e nelle sue componenti, spiega l’Ocse, che invita a interpretare il dato “con attenzione”, guardandolo come “un’indicazione della forza piuttosto che come una misura del grado di crescita dell’attività economica”.

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