di Emilia Morelli
“Vi siamo molto grati per tutto quello che avete fatto”, con queste parole il padre di Patrick Zaki, George, si rivolge ai diplomatici italiani. Per Patrick Zaki e la sua famiglia oggi oggi, dopo ventidue mesi di carcerazione, è arrivata la prima vittoria. Lo studente dell’università di Bologna è stato, infatti, arrestato il 7 febbraio in Egitto con l’accusa di aver diffuso false informazioni in un articolo in cui denunciava il regime di Abdel Fattah al-Sisi e le condizioni della popolazione copta. La decisione del giudice monocratico del tribunale di Mansura ha disposto la scarcerazione per Zaki, che dovrebbe avvenire in giornata, che però non equivale ad assoluzione. Il giovane resta imputato e con la prossima udienza, fissata per il 1 febbraio, rischia una condanna fino a cinque anni di carcere.
Ad ogni modo, la scarcerazione appare un piccolo segnale da parte dell’Egitto nei confronti dell’Italia dopo anni di mancata collaborazione nel caso Regeni. Il risultato, accolto con un urlo di gioia dei presenti in aula, è inaspettato e insperato anche per i legali del ragazzo. All’inizio dell’udienza, infatti, il suo avvocato, Hoda Nasrallah aveva fatto richiesta di poter proporre nuove prove idonee a dimostrare che ci sia stata una presunta illegalità durante l’arresto e che l’articolo redatto dal ragazzo sui copti contenga informazioni veritiere. A fronte di queste affermazioni l’udienza è stata sospesa, dopo soli 4 minuti. Per la prima volta, inoltre, aveva fatto l’ingresso in un tribunale egiziano la figura di Pm.
Concordemente a quanto avvenuto in tutte le altre udienze del processo Zaki erano presenti in aula diplomatici italiani al fine di monitorare il corretto svolgimento delle udienze e il rispetto dei diritti umani e civili. Uno tra i diplomatici è riuscito ad avvicinare lo studente e alla domanda su come stesse ha risposto “bene, bene, grazie!” alzando il pollice e ringraziando l’Italia per l’attenzione riservata al suo caso. L’affermazione sembra smentire le ipotesi di violenza nel carcere anche se le condizioni carcerarie, dopo il trasferimento di Patrick Zaki dal carcere di Tora a quello di Mansura, sembravano essere ancora più degradanti non esistendo neppure il bagno nella cella, ma solo un secchio.
Alla notizia della scarcerazione del ragazzo non sono mancate le reazioni degli esponenti politici italiani. Tra i primi Giuseppe Conte, leader del M5s, che ha affermato: “E’ una bella notizia perchè ho seguito particolarmente a Palazzo Chigi sia il caso Regeni e poi quello Zaki”. Enrico Letta, segretario del Pd, ha definito la notizia “uno spiraglio di luce finalmente” mentre il ministro degli Esteri, Luigi di Maio, ha commentato: “Il primo obiettivo è stato raggiunto. Patrick Zaki non è più in carcere. Adesso continuiamo a lavorare silenziosamente, con costanza e impegno. Un doveroso ringraziamento al nostro corpo diplomatico”. Fonti di Palazzo Chigi rendono noto che il premier, Mario Draghi, si è detto soddisfatto per il risultato raggiunto in una vicenda che è stata e sarà seguita con la massima attenzione da parte del governo. Il presidente della commissione parlamentare d’inchiesta sull’omicidio di Giulio Regeni, Erasmo Palazzotto, ha affermato: “Non sappiamo ancora a che condizioni e quando ma Patrick Zaki sarà scarcerato in attesa della sentenza prevista per il 1 febbraio. Una bella notizia per tutti coloro che in questi anni hanno continuato battersi per la sua libertà”. Il presidente del Parlamento europeo, David Sassoli, in un post su Twitter ha scritto: “Finalmente Patrick Zaki sarà scarcerato. Dopo 22 mesi di sofferenze, un primo passo avanti nella direzione giusta. Continueremo a chiedere la sua completa assoluzione e a batterci perché possa tornare al più presto ai suoi studi in Italia. Ti aspettiamo, Patrick”.
Amnesty International, associazione non governativa che supporta attivamente il caso Zaki, dopo essersi dichiarata pessimista prima dell’udienza parla, attraverso il portavoce Riccardo Noury, di “Un enorme sospiro di sollievo perché finisce il tunnel di 22 mesi di carcere e speriamo che questo sia il primo passo per arrivare poi a un provvedimento di assoluzione. L’idea che Patrick possa trascorrere dopo 22 mesi una notte in un luogo diverso dalla prigione ci emoziona e ci riempie di gioia. In oltre dieci piazze italiane questa sera scenderemo con uno stato d’animo diverso dal solito e più ottimista”.