Pnrr, Corte dei conti: “L’attuazione procede senza ritardi ma la sfida è complessa”

di Corinna Pindaro

L’attuazione del Pnrr “sta procedendo senza particolari ritardi”, è “in linea coi tempi ma la sfida è complessa”. E’ quanto afferma la Corte dei Conti che ha pubblicato la relazione di avvio dell’attività di controllo sul Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Nel dettaglio, i magistrati contabili evidenziano che procede con eccessiva lentezza il rafforzamento delle strutture tecniche di progettazione e gestione del piano, innescando notevoli problemi soprattutto per quanto riguarda gli enti locali del Sud.

La Corte dei Conti mette in risalto il fatto che si tratta di un progetto molto vasto ed impegnativo ed i passi compiuti sono ancora troppo pochi, vi sono infatti 283 progetti da realizzare che diventano 320 se vi si include il Piano Nazionale degli investimenti complementari (Pnc). E, com’è noto, se non si rispettano gli obiettivi prefissati si rischia di perdere le risorse.

In particolare la programmazione risulta “complessa” e manca  al momento di efficace collaborazione tra i vari livelli coinvolti al punto che la Corte avverte “potrebbe essere condizionato il buon esito del piano”. L’analisi dei magistrati contabili parte dagli obiettivi raggiunti, l’anno scorso durante il primo semestre di realizzazione del Pnrr sono stati conseguiti 51 obiettivi concordati a livello europeo, tuttavia “i traguardi e gli obiettivi intermedi, a carattere interno, mostrano un tasso di realizzazione più basso”, pari al 69%  anche se in alcuni casi il conseguimento può “ritenersi assorbito nel raggiungimento del traguardo europeo”. In questo semestre il governo è chiamato a raggiungere 45 obbiettivi, di cui 6 sono già consolidati, a cui si devono aggiungere 70 obiettivi intermedi nazionali e altri 55 legati a progetti finanziati dal fondo complementare.

E’ fondamentale, quindi, secondo i giudici contabili attuare “una elevata capacità progettuale in grado di assistere e guidare i soggetti attuatori, un efficace coordinamento tra livelli di governo e un quadro regolamentare chiaro, efficace e snello”. La Corte rileva “consistenti” i progressi su misure di semplificazione e aggiornamento delle norme sugli appalti, invece è “più lento di quanto auspicabile”, nelle singole amministrazioni, il rafforzamento delle strutture tecniche di coordinamento del piano, a partire dai profili dirigenziali. E ancora. “E’ limitata la disponibilità di strutture tecniche a sostegno delle capacità progettuali delle amministrazioni territoriali”. Il rischio è perdere i fondi o dover riprogrammare gli interventi, con il ricorso a quote di riserva. Vale soprattutto nel Mezzogiorno, dove si fa fatica star dietro ai bandi che hanno tempi “particolarmente stringenti”, in media due mesi.
La Corte dei Conti individua, inoltre, nel settore dell’edilizia una criticità specifica a causa della difficoltà a far fronte all’impennata degli appalti. Il settore, grazie ai generosi incentivi fiscali concessi con i vari bonus, ha visto una notevole crescita ma si misura con “scarsità di materiali e professionisti” e  “appare impreparato, sia per il numero di imprese che per la loro dimensione”.

Infine, c’è il capitolo che chiama in causa la politica. Infatti la realizzazione delle principali riforme, dalla concorrenza, al fisco, fino alla spending review, risultano attualmente ancora in fase “preliminare”.

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