PNRR, cos’è e come si struttura. I finanziamenti sono stimati per 122,6 miliardi

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def2021di Corinna Pindaro

Il Piano nazionale di ripresa e resilienza è lo strumento che dovrà dare attuazione, in Italia, al programma Next Generation EU. Nella premessa al Piano, che sarà presentato il 24 aprile in CDM, si legge che il NGEU rappresenta un’opportunità unica di sviluppo, investimenti e riforme il cui scopo è mettere in moto un percorso di crescita economica sostenibile e duraturo rimuovendo gli ostacoli che hanno bloccato la crescita italiana negli ultimi decenni e, da ultimo, la crisi legata al covid.

L’Italia è la prima beneficiaria in Europa dei due strumenti del NGEU: il Dispositivo per la Ripresa e Resilienza (RRF) e il Pacchetto di assistenza alla Ripresa per la Coesione e i Territori di Europa (REACT-EU). Il solo RRF garantiscerisorse per 191,5 miliardi di euro, da impiegare nel periodo 2021-2026, delle quali 68,9 miliardi sono sovvenzioni a fondo perduto. Il Presidente del Consiglio, nel documento,  conferma che l’Italia intende utilizzare appieno la disponibilità di finanziamenti tramite i prestiti della RRF stimata in 122,6 miliardi.

I risvolti e i benefici conseguibili attraverso il PNRR  sono significativi e riguarderanno le principali variabili macroeconomiche, l’inclusione sociale, lo sviluppo sostenibile e l’equità. In particolare si stima che nel 2026, anno di conclusione del Piano il prodotto interno lordo sarà di almeno 3,6 per cento più alto rispetto all’andamento tendenziale e l’occupazione di quasi 3 punti percentuali. Inoltre, si prevedono significativi miglioramenti negli indicatori che misurano la povertà, le diseguaglianze di reddito e l’inclusione di genere, e un marcato calo del tasso di disoccupazione giovanile.

Nel mese di aprile 2021, il piano è stato discusso e condiviso con gli enti territoriali, le forze politiche e le parti sociali. L’azione di rilancio del Piano è guidata dagli obiettivi di policy e interventi connessi ai tre assi strategici condivisi a livello europeo: digitalizzazione e innovazione, transizione ecologica, inclusione sociale.

Il Piano si articola in sedici Componenti, le quali sono raggruppate in sei Missioni. La prima è relativa alla Digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura: è costituita da 3 componenti e si pone come obiettivo la transizione digitale delle infrastrutture di comunicazione del Paese, nella Pubblica Amministrazione e nel suo sistema produttivo. Una componente è dedicata ai settori che più caratterizzano l’Italia e ne definiscono l’immagine nel mondo: il turismo e la cultura.

La seconda missione è inerente la Rivoluzione verde e transizione ecologica, al suo interno vi sono 4 componenti ed è finalizzata a porre in essere  la transizione verde ed ecologica della società e dell’economia italiana coerentemente con quanto previsto dal Green Deal europeo.

Terza missione attiene alle Infrastrutture per una mobilità sostenibile, comporta da 2 componenti e si pone di colmare il divario tra nord e sud  in relazione alle infrastrutture,  l’obiettivo di rafforzare ed estendere l’alta velocità ferroviaria nazionale e potenziare la rete ferroviaria regionale.

Istruzione e ricerca, è la quarta missione. Con uno sguardo attento ai giovani si vuole affrontareuno dei temi strutturali più importanti per rilanciare la crescita potenziale, la produttività, l’inclusione sociale e la capacità di adattamento alle sfide tecnologiche e ambientali del futuro.

Inclusione e coesione, la quinta missione è suddivisa in 3 componenti e comprende una revisione strutturale delle politiche attive del lavoro, un rafforzamento dei centri per l’impiego e la loro integrazione con i servizi sociali e con la rete degli operatori privati.

Sesta, ma ovviamente non ultima per importanza, la missione afferente la Salute si articola in 2 componenti ed è focalizzata su due obiettivi: il rafforzamento della rete territoriale e l’ammodernamento delle dotazioni tecnologiche del Servizio Sanitario Nazionale (SSN) con il rafforzamento del Fascicolo Sanitario Elettronico e lo sviluppo della telemedicina.

Per chiunque voglia consultare il documento integrale del PNRR lo trova in download nell’area documenti.

Per quanto rigurarda i fondi il Governo intende richiedere il massimo delle risorse RRF, pari a 191,5 miliardi di euro, divise in 68,9 miliardi di euro in sovvenzioni e 122,6 miliardi di euro in prestiti. Il primo 70 per cento delle sovvenzioni è già fissato dalla versione ufficiale del Regolamento RRF, mentre la rimanente parte verrà definitivamente determinata entro il 30 giugno 2022 in base all’andamento del PIL degli Stati membri registrato nel 2020-2021 secondo le statistiche ufficiali. L’ammontare dei prestiti RRF all’Italia è stato stimato in base al limite massimo del 6,8 per cento del reddito nazionale lordo d’accordo con la task force della Commissione.

Nel nuovo documento si delinea con maggiore articolazione e precisione  uno schema di governance per la gestione per PNRR che prevede una struttura di coordinamento centrale presso il Ministero dell’Economia,  struttura centrale deputata alla supervisione e attuazione del piano.  Sarà la struttura centrale a predisporre l’invio delle richieste di pagamento alla Commissione Europea. Accanto alla struttura di coordinamento, sono previste due strutture complementari tra loro una per la valutazione e un’altra dedicata al controllo. Alle singole amministrazioni è demandata la responsabilità  di investimenti e delle riforme di loro competenza ed è previsto un raccordo con la struttura centrale attraverso l’invio di  i resoconti.

Inoltre, il governo affiancherà delle task force che possano supportare le amministrazioni territoriali per migliorare la loro capacità di investimento semplificandone le procedure. La supervisione politica del piano è affidata a un comitato istituito presso la Presidenza del Consiglio a cui partecipano i ministri competenti.

Partendo da questa visione strategica, il PNRR si presenta come un’opportunità imperdibile su cui si fondano gli obiettivi da qui a dieci anni, permettendo di definire i traguardi da raggiungere nel 2026 prima e poi nel 2030 e 2050. Un anno importante quest’ultimo, in quanto l’UE desidera arrivare a zero emissioni nocive per l’ambiente. Draghi ha annunciato l’intenzione di selezionare progetti e iniziative coerenti con gli obiettivi strategici del PNRR, assicurando che la spinta all’occupazione sarà forte a partire da quest’anno.

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