Prysmian Group presenta i risultati dei primi nove mesi del 2021, ricavi per una variazione di +11,4%

di Corinna Pindaro

“I risultati dei primi nove mesi del 2021 segnano il ritorno a livelli del pre-pandemia. Il trend di recupero è positivo in tutti i business e a livello globale, con segnali di ulteriore miglioramento registrati nel terzo trimestre. In particolare, è il segmento Energy a mostrare ancora resilienza e buona capacità di ripresa. Anche il Telecom è in miglioramento spinto dalla ripresa della domanda in particolare negli USA e da un miglior bilanciamento di domande e offerta in Cina. Projects torna a segnare una crescita organica positiva, con previsioni di un forte recupero nel quarto trimestre. La decisa ripresa della crescita organica dei ricavi si accompagna al balzo dell’Adjusted EBITDA e al miglioramento dei margini di profittabilità, conseguita anche grazie al focus sul cliente e alle efficienze operative che hanno consentito di limitare l’impatto del rincaro delle materie prime e dei costi di shipping. Le recenti maxi commesse negli Stati Uniti hanno portato il totale dei progetti acquisiti da inizio anno a un ammontare di 2,3 miliardi, confermando il ruolo da protagonista che il nostro Gruppo ricopre nei piani di sviluppo e ammodernamento delle infrastrutture energetiche. Pur mantenendo la prudenza che da sempre caratterizza il nostro stile manageriale, esprimo fiducia nella possibilità di raggiungere la parte alta dell’obiettivo di EBITDA Adjusted (920 milioni –  970 milioni) che ci siamo dati per l’intero esercizio 2021”. In questi termini si esprime Valerio Battista, l’Amministratore Delegato di Prysmian group.

La multinazionale con sede a Milano, leader mondiale della produzione di cavi per applicazione nel settore dell’energia e delle telecomunicazioni e fibre ottiche,  ha presentato i risultati dei primi 9 mesi del 2021. I Ricavi di Gruppo sono ammontati a 9.294 milioni registrando una variazione organica del +11,4% rispetto ai primi nove mesi del 2020, escludendo il segmento Projects 2, evidenziando un forte recupero in tutti i Business e in pressoché tutte le geografie. La solidità del trend di crescita dei ricavi è tale da superare anche i livelli del pre-pandemia, con una variazione organica del +1,5% rispetto ai primi nove mesi del 2019. Tale tendenza trova ulteriore conferma nella accelerazione registrata nel terzo trimestre 2021, quando la variazione organica dei ricavi è ammontata a +13,2% sul corrispondente periodo 2020. Il segmento Energy, in particolare, conferma le caratteristiche di resilienza e capacità di crescita mostrate anche nel 2020. In ripresa il Telecom, soprattutto sulla spinta della domanda di cavi ottici negli USA. Torna il segno più nel segmento Projects, che registra primi segnali di ripresa nel terzo trimestre con prospettive di accelerazione per l’ultimo trimestre dell’anno sulla spinta della esecuzione dei progetti submarine. L’EBITDA Adjusted registra una crescita del 12,1% a 725 milioni. Le efficienze operative ottenute, insieme all’attento price management, hanno consentito di bilanciare l’impatto dell’inflazione dei costi (materie prime e costi di trasporto) e l’effetto cambi (negativo per 19 milioni nei primi nove mesi del 2021) sul risultato. Il rapporto EBITDA Adjusted su Ricavi è risultato pari al 7,8%, equivalente al 9,0% considerando il prezzo dei metalli agli stessi livelli del 2020, in crescita rispetto all’8,6% dell’anno precedente. In particolare, l’EBITDA Adjusted del segmento Energy ha superato i livelli del pre-pandemia, confermando il suo fondamentale contributo alla stabilità e capacità di crescita del Gruppo. L’EBITDA è aumentato a 700 milioni, rispetto ai 601 milioni nei primi nove mesi del 2020, includendo oneri netti legati a riorganizzazioni aziendali, oneri netti non ricorrenti e altri oneri netti non operativi pari a 25 milioni, a confronto dei 46 milioni nei primi nove mesi del 2020. Il Risultato Operativo sale a 488 milioni rispetto ai 294 milioni dei primi nove mesi del 2020.

L’Utile Netto di pertinenza degli azionisti della Capogruppo balza del +82,1% a 255 milioni rispetto ai 140 milioni del corrispondente periodo del 2020. Negli ultimi dodici mesi il Gruppo ha generato un Free Cash Flow pari a 282 milioni (escludendo 80 milioni di esborsi relativi al contenzioso Antitrust e 81 milioni relativi ad acquisizioni). L’aumento del capitale circolante netto operativo degli ultimi dodici mesi rimane contenuto, forte impatto negativo derivato dall’incremento del prezzo dei metalli e delle altre materie prime.

I principali fattori che hanno consentito la generazione del Free Cash Flow sono molteplici, si tratta in particolare del: flusso netto delle attività operative (prima delle variazioni di capitale circolante) pari a 825 milioni; del flusso netto generato dall’incremento del capitale circolante netto per 56 milioni; del flusso netto per pagamenti relativi a ristrutturazioni pari a 37 milioni; dell’esborso di cassa per investimenti netti pari a 248 milioni; di oneri finanziari netti pagati per 77 milioni; di imposte pagate pari a 133 milioni; dell’Indebitamento Finanziario Netto  che  a fine settembre ammonta a 2.663 milioni, mentre nel medesimo periodo di esercizio del 2020 era 2.669 milioni.

Le infrastrutture di rete per la trasmissione e distribuzione di energia e per le telecomunicazioni a banda larga e ultra-larga, ricoprono un ruolo cruciale nel globale processo di decarbonizzazione. Il Green Deal in Europa e il Piano Biden in US rappresentano per Prysmian Group una opportunità strategica di crescita e le tecnologie dei cavi e delle fibre ottiche possono dare risposta alla necessità di ammodernare e sviluppare le infrastrutture di rete.

Le previsioni sono di una crescita importante del fabbisogno di cavi e sistemi per la trasmissione di energia, fino a raggiungere una media di oltre 7 miliardi di progetti all’anno nel periodo 2020-2030, da una media di circa 2,4 miliardi nel periodo 2015-2019. Con l’obiettivo di affrontare le importanti sfide tecnologiche e industriali e cogliere tali opportunità, il Gruppo prevede investimenti (CAPEX) per un ammontare fino a 350 milioni in media all’anno dal 2021 al 2025, che includono anche la costruzione di un nuovo stabilimento di cavi sottomarini negli USA. L’innovazione tecnologica supportata da costi di R&D per oltre €100 milioni all’anno rappresenta un punto di forza distintivo di Prysmian, impegnata nello sviluppo di sistemi in cavo sostenibili per l’ambiente, con più elevata capacità di trasmissione e in grado di coprire distanze e profondità marine record.

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