Quatargate, Eva Kaili esce dal carcere e viene sottoposta ai domiciliari con braccialetto elettronico

L’ex vicepresidente del Parlamento europeo, Eva Kaili, è stata l’ultima degli esponenti coinvolti nello scandalo di corruzione ad essere rilasciata dopo 4 mesi di detenzione. Kaili si è sempre professata innocente

di Emilia Morelli

Dopo quattro mesi di detenzione, anche l’ultima degli indagati coinvolti nello scandalo del Qatargate è stata rilasciata. Eva Kaili, l’ex vicepresidente greca del Parlamento europeo è stata posta agli arresti domiciliari col braccialetto elettronico.

“Una decisione logica che abbiamo atteso per fin troppo tempo” ha commentato Sven Mary, uno dei suoi avvocati. Per l’altro, Michalis Dimitrakopoulos, Kaili “esce di prigione a testa alta e con dignità, non ha confessato ciò che non ha commesso, lotterà per la sua innocenza fino alla fine”.

L’ex parlamentare europea è stata arrestata lo scorso 9 dicembre con le accuse di associazione a delinquere, corruzione e riciclaggio. L’immunità parlamentare le è stata revocata in quanto a casa sua sono stati rinvenuti sacchi pieni di banconote che, secondo gli inquirenti belgi, erano i proventi del reato di corruzione da parte del Qatar idonei a integrare la flagranza di reato

Kaili è stata detenuta nel carcere di Haren, fuori Bruxelles. Nel corso della sua detenzione si è sempre dichiarata innocente e non ha mai confessato nè accusato altri esponenti del Parlamento europeo. I suoi avvocati, all’inizio della reclusione, hanno parlato di torture. L’ex vicepresidente del Pe sarebbe stata lasciata per ore senza acqua e al freddo, con una luce sempre accesa, affinchè confessasse.

Nelle scorse settimane hanno lasciato il carcere tutti gli altri politici e assistenti parlamentari coinvolti, tutti sottoposti alla misura degli arresti domiciliari con braccialetto elettronico. Il primo è stato Francesco Giorgi, ex eurodeputato di Articolo 1. Successivamente è stato rilasciato anche Antonio Panzeri che ha accettato di collaborare con il giudice istruttore Michel Claise, ammettendo la sua colpevolezza e facendo i nomi degli altri esponenti politici coinvolti. Infine è stato rilasciato anche l’eurodeputato socialista Marc Tarabella.

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