Rafah. Spaccatura insanabile tra Israele e Usa, lo stato ebraico va avanti da solo

Tel Aviv  Washington mai cosí lontani. Non accadeva dai tempi della prima guerra del Libano, che gli Usa fermassero l’invio di armi allo stato ebraico.

 

La spaccatura tra Stati Uniti e Israele si sta sempre piú allargando. Lo sottolinea oggi in apertura il New York Times riportando le dichiarazioni della leadership israeliana che a gran voce ha affermato che non si lascerà certo scoraggiare dalle minacce del presidente Joe Biden di fermare l’invio di armi nel caso in cui l’esercito avesse lanciato un’invasione su vasta scala di Rafah, dove si sono rifugiati circa un milione di palestinesi. Un portavoce militare dello stato ebraico ha assicurato che Israele ha abbastanza munizioni a disposizione per procedere con i suoi piani.

Intanto, riferisce il quotidiano americano, i colloqui di alto livello che erano in corso a  Cairo finalizzati a raggiungere un cessate il fuoco e un accordo sugli ostaggi sono stati sospesi, dopo la rabbia divampata tra i partecipanti alla notizia della presa del valico di frontiera di Rafah da parte di Tel Aviv e la partenza delle delegazioni di Hamas e Israele.

“Mi rivolgo ai nemici di Israele, così come ai nostri migliori amici, e dico: lo Stato di Israele non può essere sottomesso”, ha detto il ministro della Difesa israeliano, Yoav Gallant, durante una cerimonia commemorativa, aggiungendo che che il Paese farà “tutto il necessario” per difendere i suoi cittadini e “per resistere a coloro che tentano di distruggerlo”.

Anche il primo ministro Benjamin Netanyahu, pur non rispondendo direttamente a Biden, con tono d sfida ha tuoanato: “Se avremo bisogno di restare soli, resteremo soli”, mentre Itamar Ben-Gvir, responsabile del dicastero della sicurezza nazionale ed esponente di estrema destra, ha postato sui social questo messaggio “Hamas ♥ Biden”, suscitando la reazione del presidente israeliano, Isaac Herzog che ha replicato in tono di rimprovero che anche quando gli alleati non sono d’accordo “c’è un modo per chiarire le controversie”.

Biden martedí scorso ha bloccato l’invio a Israele giá disposto di 1800 bombe da 2000 libbre e 1.700 bombe da 500 libbre per timore che potessero essere sganciate su Rafah e ora la sua amministrazione sta valutando se trattenere altri futuri pacchetti che comprenderebbero anche kit che convertono le cosiddette bombe stupide in munizioni a guida di precisione, hanno detto i funzionari. Nadav Eyal, un importante editorialista di Yedioth Ahronoth, ha scritto sui social media che la posizione di Biden sulle armi a Israele è “lo scontro più grave” che si sia verificato “tra un’amministrazione americana e il governo di Israele dalla prima guerra del Libano”. Durante quel conflitto, iniziato nel 1982, l’amministrazione Reagan sospese la consegna di munizioni di artiglieria a grappolo e di altre armi a Tel Aviv.

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