Rapiti in Mali tre italiani, una coppia con il loro bambino, e un togolese

di Corinna Pindaro

Un commando di quattro uomini, a bordo di una Toyota, ha rapito una coppia italiana con il loro bambino e un togolose, a Sincina, nel distretto di Koutiala, nel sud est del Mali.  Sembra che il rapimento sia opera del del Fronte Nazionale del Macina (Flm), conosciuto anche come Katiba Massina .

La famiglia Koulibaly-Langone, con doppia nazionalita, appartiene alla congregazione dei testimoni di Geova e  viveva nel Mali già da qualche anno. Secondo quanto riferiscono fonti informate, era impegnata nella costruzione di una chiesa. Le stesse fonti riferiscono che la famiglia non era neppure registrata all’Anagrafe degli italiani residenti all’estero (Aire) probabilmente perchè i componenti usavano nomi locali e si sentivano protetti nonostante risiedessero in una zona molto pericolosa.

“Non abbiamo traccia di nostri fedeli in missione in quei luoghi. Forse potrebbero essere dei volontari”, ha fatto sapere la Congregazione cristiana dei Testimoni di Geova che ha aggiunto, “Speriamo di avere notizie positive dai canali ufficiali”. La Farnesina ha fatto sapere in una nota che l’Unità di Crisi sta compiendo le dovute verifiche e accertamenti ed ministro degli Esteri Luigi Di Maio sta seguendo in prima persona l’evolversi della vicenda.

Purtroppo non si tratta del primo episodio di rapimento di cittadini italiani nella regione del Sahel. Nel 2018 hanno trovato la prigionia per lunghi mesi il 31enne padovano Luca Tacchetto e il sacerdote della Società delle Missioni Africane Padre Pier Luigi Maccalli. Nel 2019 è stato rapito invece il turista campano Nicola Chiachio.

La situazione in Mali è particolarmente pericolosa considerati i numerosi attacchi da parte di  gruppi jihadisti legati ad Al-Qaeda e allo Stato Islamico oltre che le reiterate violenze ad opera delle milizia autoproclamate di autodifesa e da banditi. A causa di questi continui episodi hanno perso la vita molte persone tra civili e militari ed altre centinaia sono state sfollate nonostante il dispiegamento delle forze Onu, francesi e africane. Si pensi che, secondo quanto riferito dal Global terrorism index (Gti), nel 2021 nel Mali vi è stato il più alto numero di attacchi terroristici e morti dal 2011, con un aumento rispettivamente del 56% e del 46% dall’anno precedente. Nel Mali inoltre vi sono stati due colpi di Stato. Al momento vi è al governo una giunta che si è allontanata dalla Francia e dai suoi Partner avvicinandosi alla Russia nel tentativo di frenare l’avanzata jihadista.

“Bisogna ridurre gli effettivi, in modo coordinato, e rischierarli in altri Paesi della regione, e vedere poi come gli obiettivi della missione possano essere ridefiniti per continuare ad assistere la popolazione del Mali. Presenteremo un piano per ridimensionare la nostra missione in Mali. Abbiamo deciso di sospendere tutte le attività di addestramento delle truppe, e non vedo più una prospettiva perché queste attività possano riprendere nel prossimo futuro”, ha detto l’Alto Rappresentante per la politica estera Ue Josep Borrell a proposito dell’instabile situazione nel Paese africano.

(Associated Medias)- Tutti i diritti sono riservati