Rapporto Istat 2021, crollo dei consumi e nascite ai minimi storici dall’Unità d’Italia

di Mario Tosetti

Il rapporto Istat del 2021 fotografa un’ Italia in cui le famiglie consumatrici spendono molto meno con evidenti ricadute sul ciclo economico. Nel 2020 il reddito disponibile delle famiglie consumatrici si è ridotto del 2,8% (meno 32 miliardi), quasi azzerando la crescita del biennio precedente. I consumi finali hanno subito una caduta di dimensioni molto più ampie (meno 10,9%) e mai registrate dal dopoguerra e la propensione al risparmio è salita dall’8,1 al 15,8%. Il reddito primario delle famiglie è sceso di 92,8 miliardi di euro (meno 7,3%) ma i massicci interventi pubblici per 61 miliardi hanno compensato due terzi della caduta.

Il rapporto del 2020 si caratterizza con un altro dato terribilmente negativo, siamo di fronte  al “nuovo minimo storico di nascite dall’Unità d’Italia” e il numero massimo “di decessi dal secondo dopoguerra”. La diminuzione delle nascite si attesta sul -3,8% rispetto al 2019, anno in cui i nati da popolazione residente sono stati 404.104. Rispetto al 2008, anno in cui si era registrato il numero massimo di nascite la diminuzione è di quasi il 30%.  La tendenza al calo delle nascite sembra bloccarsi da marzo del 2021 in cui il dato è del +3,7% rispetto allo stesso mese del 2020, soprattutto da genitori non sposati. Nel 2020 il totale dei decessi è stato di 746.146. Rispetto alla media 2015-2019 i decessi in più sono 100.526 .

Dato molto preoccupante è quello che vede aumentare esponenzialmente la povertà assoluta. Quest’ultima nel 2020 interessa oltre 2 milioni di famiglie, pari al 7,7% (era al 6,4% nel 2019), e più di 5,6 milioni di individui, il 9,4% (era al 7,7%). Lo afferma l’Istat nel rapporto annuale 2021 sulla situazione del Paese. La condizione peggiora di più al Nord, ma nel Mezzogiorno c’è ancora l’incidenza più alta (9,4% quella familiare), al Centro la più bassa (5,4%). Le famiglie più colpite sono state quelle con persona di riferimento occupata; dove c’è almeno uno straniero l’incidenza di povertà arriva al 25,3%. Più di una persona su cinque ha avuto difficoltà a fronteggiare impegni economici.

A migliorare la situazione potrebbe esservi l’impatto del Pnrr.  Secondo quanto riportato dall’Istat nel rapporto annuale del 2021 è possibile “misurare”, attraverso una “simulazione”, l’impatto del Piano nazionale di ripresa e resilienza con un “innalzamento del livello del Pil, rispetto allo scenario base, compreso tra il 2,3 e il 2,8% nel 2026”.

 

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