Rassegan stampa 10 maggio

SICUREZZA

Acquisizione. Fincantieri pagherà a Leonardo 300 milioni di euro, più una componente variabile aggiuntiva fino a 115 milioni di euro in base a determinati obiettivi per quest’anno, ha dichiarato ieri sera la società. L’accordo è stato annunciato insieme all’ultimo aumento di capitale di Fincantieri per un importo massimo di 400 milioni di euro. Il round di finanziamento, sostenuto dall’investitore statale Cassa Depositi e Prestiti, servirà a finanziare l’acquisizione del gruppo. L’acquisto da parte di Fincantieri della toscana WASS, che produce missili sottomarini e sonar, rafforzerà le operazioni di difesa e sicurezza della società controllata dallo Stato. L’azienda produce sia navi da crociera che militari, nonché sottomarini, e mira ad espandere la propria attività subacquea.
Silvia Sciorilli Borrelli su Financial Times

Fincantieri vara l’aumento e rileva Wass. Fincantieri chiude l’acquisizione dell’ex Wass, ma in Borsa perde il 7,5%. Con un cda straordinario convocato ieri è giunto il via libera all’operazione che sarà finalizzata a inizio 2025 e sostenuta da un aumento di capitale di 400 milioni. L’acquisto dell’ex Wass, confluita sotto il cappello di Leonardo nella linea di business Uas, va in porto per un corrispettivo pari a 415 milioni. La cifra si compone di un enterprise value fisso di 300 milioni e di ulteriori 115 milioni che rappresentano l’asticella massima come componente variabile riconosciuta all’avverarsi di determinati presupposti di crescita legati al ramo d’azienda oggetto del trasferimento. La cessione «rientra nel piano di razionalizzazione del portafoglio e dà ulteriore impulso alla collaborazione tra i due gruppi», ha sottolineato l’Ad di Leonardo Roberto Cingolani.
Celestina Dominelli su Sole 24 Ore

415 milioni per Wass. La firma dell’accordo arriva dopo un cda straordinario di Fincantieri. L’intesa prevede che il gruppo acquisti da Leonardo le attività subacquee con un corrispettivo fisso di 300 milioni di euro per rilevare gli stabilimenti e la capacità costruttiva di sonar e siluri della ex Wass, e un’ulteriore componente variabile fino a 115 milioni, che verrà stabilita a fine 2024, una volta verificati i dati di crescita dell’attività detenuta finora da Leonardo (i ricavi sono pari a 160 milioni e l’ebitda a 34 milioni). L’Ad di Leonardo Roberto Cingolani ribadisce due aspetti: la cessione della ex Wass «rientra nel piano di razionalizzazione del portafoglio di business di Leonardo», e «l’operazione dà ulteriore impulso alla collaborazione tra Leonardo e Fincantieri, nel quadro di una più efficace difesa e competitività globale».
Andrea Ducci su Corriere della Sera

Fincantieri compra. Accordo con Leonardo. Dopo mesi di indiscrezioni, ieri Fincantieri e Leonardo hanno firmato una lettera di intenti: il gruppo guidato da Pierroberto Folgiero rileverà Wass da quello della difesa di Roberto Cingolani. La divisione che produce sonar e sistemi subacquei è valutata 300 milioni, cui si aggiungono fino a 115 milioni di correttivi al rialzo, al verificarsi di determinate condizioni entro il 2024. A fine 2023 Wass ha generato ricavi di 160 milioni e un margine operativo lordo di 34 milioni. «L’aumento è superiore al fabbisogno per rilevare Wass – fanno notare gli analisti di Banca Akros – e anche se Cdp è fortemente impegnata a supportare l’operazione la ricapitalizzazione sarà comunque molto diluitiva».
Sara Bennewitz su Repubblica

Fincantieri compra sonar e siluri di Leonardo. Fincantieri acquisisce da Leonardo la società di subacquea Underwater Armament Systems che, insieme con la recente operazione su Remazel Engineering, consolida il posizionamento del gruppo nel settore della subacquea e della difesa navale. L’operazione sulla ex Wass ha un valore di 300 milioni di euro, per un enterprise value totale pari a massimi 415 milioni. Il closing dell’intesa è previsto per l’inizio del 2025. Il numero uno di Leonardo, Roberto Cingolani, ha spiegato il razionale. La cessione «rientra nel piano di razionalizzazione del portafoglio di business di Leonardo. L’iniziativa dà ulteriore impulso alla collaborazione tra Leonardo e Fincantieri, nel quadro di una più efficace difesa e competitività globale».
Fabrizio Goria su Stampa

Fincantieri si arma con i siluri di Wass. Nuovo acquisto di Fincantieri nel settore strategico della subacquea a cavallo con quello della difesa. Il gruppo guidato dal ceo Pierroberto Folgiero ieri ha annunciato l’acquisizione da Leonardo della ex Wass. L’operazione, che sarà perfezionata nel 2025, costerà 300 milioni nella componente fissa e fino a 115 per quella variabile, legati all’andamento della linea di business nel 2024. Il valore complessivo, al massimo, sarà di 415 milioni. La linea di business – che sarà conferita a una nuova società – comprende la partecipazione al 50% nella Geie EuroTorp (costituita con Naval Group e Thales), dedicata alla commercializzazione del siluro leggero MU90, ed è localizzata in due sedi, Livorno e Pozzuoli.
Marcello Astorri su Giornale

Accordo sui siluri. Fincantieri ha sottoscritto un accordo per l’acquisizione da Leonardo della linea di business Underwater che comprende i siluri (ex Wass). L’operazione dovrebbe essere finalizzata a inizio 2025. Il corrispettivo ammonta a 300 milioni di euro come enterprise value fisso, oltre a 115 milioni come componente variabile, per una cifra totale di 415 milioni. «La cessione di Underwater armaments e systems rientra nel piano di razionalizzazione del portafoglio di business di Leonardo», ha riferito l’Ad Roberto Cingolani. «L’iniziativa dà ulteriore impulso alla collaborazione tra Leonardo e Fincantieri nel quadro di una più efficace difesa e competitività globale».
Giovanni Galli su Italia Oggi

Cdp. Cdp rafforza il capitale di Fincantieri. Ieri il cda di via Goito ha dato il via libera alla controllata Cdp Equity ad assumere un impegno di sottoscrizione nell’ambito dell’aumento di capitale fino a 500 milioni in due tranche proposto dalla partecipata Fincantieri in misura proporzionale alla quota detenuta, pari circa al 71,3% del capitale. La prima tranche è di 400 milioni, la seconda prevede warrant per un massimo di 100 milioni. La maggior parte delle risorse fresche verrà utilizzata per l’acquisizione, annunciata ieri sera, da Leonardo della linea di business Uas. La quota parte riservata all’azionista di maggioranza ammonta a 355 milioni.
su Messaggero

Fincantieri Leonardo. Per aggredire i 100 miliardi di euro di valore del mercato dell’economia sottomarina Fincantieri mette a segno l’acquisizione dell’ex Wass di Leonardo. Si tratta della business unit del gruppo guidato da Roberto Cingolani che produce sistemi di difesa subacquei, asset che Leonardo ha deciso di dismette in quanto non più parte del core business. A borsa chiusa e al termine di un cda straordinario di Fincantieri, le due società nell’orbita del Tesoro hanno comunicato la firma di un accordo per l’operazione di acquisto che però verrà perfezionata soltanto all’inizio del prossimo anno. Per la vendita Leonardo creerà una newco in cui far confluire il ramo d’azienda ex Wass (gli stabilimenti di Livorno e Pozzuoli con 450 dipendenti), più metà partecipazione nella Geie EuroTorp che commercializza il siluro leggero MU90.
Andrea Deugeni su Mf

Fincantieri compra i sonar di Wass. Leonardo spa prosegue la sua mutazione in una società sempre più votata alla digitalizzazione spinta, alla sicurezza cyber e all’IA e sempre più intenzionata a rinunciare ai rami di attività ritenuti non strategici. Il gruppo guidato da Roberto Cingolani ha raggiunto ieri un obiettivo che inseguiva da tempo, la vendita a Fincantieri dell’ex Wass di Livorno. Per l’Ad di Leonardo Roberto Cingolani la cessione «rientra nel piano di razionalizzazione del portafoglio di business di Leonardo» e «dà ulteriore impulso alla collaborazione con Fincantieri». Lo scorso ottobre i due gruppi hanno firmato un memorandum per il “dominio subacqueo” definito di importanza strategica. La vendita della Wass segna una nuova tappa nella collaborazione tra le due aziende, che sono insieme anche nel Polo nazionale della subacquea di La Spezia.
Francesco Margiocco su Secolo XIX

La tecnologia militare resta ancora libera da regole. I governi occidentali si stanno lasciando le mani relativamente libere per quanto riguarda l’intelligenza artificiale applicata alle armi, un po’ per non restare indietro rispetto alle scelte di paesi come la Cina e la Russia, un po’ perché a loro volta fronteggiano sistemi di potere enormi al loro interno. Sistemi dei quali fanno parte ovviamente anche le relazioni tra strutture militari e fornitori di tecnologia. E tra questi ci sono anche molti grandi dell’intelligenza artificiale civile. Se non ci sono regole non ci sono neppure garanzie che le tecnologie limitino i danni che possono arrecare ai civili o all’ambiente. O che gestiscano i sistemi d’arma in modo tale da tenere le loro scelte automatizzate sotto il controllo degli umani.
Luca de Biase su Sole 24 Ore

Sabotaggi cyber. I disturbatori filorussi attaccano il sito di Palazzo Chigi, ma la vera minaccia è grave e altrove. La geografia della minaccia informatica è multiforme, cambia online e si adatta alle nuove difese, e non è più soltanto furto di dati e caos. E il contrasto comune a certe attività ostili è lento perché le agenzie nazionali “fanno fatica a dialogare”, spiega una fonte militare.
Giulia Pompili su Foglio

Resa dei conti pro Kiev nel Pd. “La politica sull’Ucraina non deve cambiare”, in risposta al no alle armi di Strada e Tarquinio domani mattina al Centro Brera di Milano si terrà “Identità europea e difesa comune”, evento organizzato da Guerini, Pinotti, Quartapelle, Madia e Sensi.
Francesca Schianchi su Stampa

L’Italia va in missione per trovare vita su Marte. La missione Exo Mars cercherà tracce di vita marziana inviando un rover sulla superficie del pianeta tra ottobre e novembre del 2028. L’Italia vi contribuirà in maniera determinante attraverso soprattutto Thales Alenia Space Italia, prime contractor industriale che fornirà alcuni dei sistemi cruciali, a partire dal modulo che dovrà garantire l’ammartaggio sicuro del rover. «L’Entry, descent and landing module (Edlm) – ha spiegato ad Airpress l’Ad di Thales Alenia Space Italia, Massimo Claudio Comparini – è equipaggiato con tecnologia ed elettronica tutta europea» e dovrà garantire «che il rover arrivi funzionante sul pianeta grazie al suo scudo termico». La joint venture tra Thales e Leonardo fornirà anche l’Analytical laboratory drawer, un «laboratorio automatico per le analisi in situ», ha aggiunto Comparini. I campioni di superficie marziana saranno raccolti da un altro sistema made in Italy: la trivella spaziale di Leonardo, capace di carotaggi fino a 2 metri di profondità.
Marco Battaglia su La Verita’

Boeing. La navicella che deve portare astronauti alla Stazione orbitante non è potuta partire nel giorno previsto per il primo test importante. Il lancio è stato rinviato prima al 10 maggio e poi al 17 maggio, a causa dell’anomalia riscontrata ad una valvola di scarico dell’ossigeno liquido del motore dell’ultimo stadio del razzo Atlas V, il collaudato “Centaur”.
Antonio Campo su Avvenire

Musk sotto la lente Onu. Servono nuove regole per le costellazioni satellitari in orbita intorno alla Terra con l’obiettivo di mitigarne l’impatto sull’astronomia con una serie di raccomandazioni e protezioni che dovranno essere recepite dai vari Paesi. A chiederle è l’Unione astronomica internazionale (Iau), che ora è riuscita a interessare del problema le Nazioni Unite. Sotto la lente finirà anche la costellazione satellitare Starlink della società aerospaziale americana Space X di Elon Musk, che conta il maggior numero di satelliti in orbita, all’incirca 5mila sul totale di oltre 8mila.
Simonetta Scarane su Italia Oggi

Il futuro è il Mediterraneo allargato. Cooperazione e Sicurezza sono i temi centrali per analizzare e capire le crisi che investono il mondo e in particolare la regione del Mediterraneo allargato: per questo la Fondazione Med-Or ha deciso di sostenere il progetto di Giovanni Orsina, direttore della School of Government della Luiss, di tenere un master su Mediterranean Cooperation and Security. A presentarlo ieri a Roma in una tavola rotonda insieme al docente della Luiss c’era la ministra dell’Università e della ricerca Anna Maria Bernini e il presidente della Fondazione Med-Or, Marco Minniti, moderati da David Parenzo.
su FORMICHE.NET

La cooperazione universitaria antidoto ai regimi. “Come possiamo pensare, anche solo per un momento, che la cooperazione tra le università sia da bloccare? È il più grande regalo che si possa fare ai cattivi governanti e ai dittatori. È un ragionamento piccino quello che ci dice con chi parlare di volta in volta. Il dialogo ci salva dal clima di permanente collasso del nostro mondo”: così il presidente di MedOr Marco Minniti alla presentazione del Master in Mediterranean Cooperation and Security della Luiss in collaborazione con MedOr. Minniti ha ricordato l’importanza di mantenere un costante binomio tra libertà e sicurezza: “Un pezzo del futuro del mondo nei prossimi 20 anni si giocherà nel Mediterraneo allargato. L’instabilità ci accompagnerà per un lungo periodo non dobbiamo desistere neanche un attimo dalla cooperazione e dal dialogo”.
su UFFINGTONPOST.IT

L’Europa spinta verso un’inevitabile politica industriale. La nuova strategia industriale europea per la difesa proposta dalla Commissione europea a febbraio sarà discussa dai capi di Stato a giugno. Mira a incrementare gli scambi commerciali nel settore della difesa tra i Paesi dell’UE. Un obiettivo accolto con favore dall’industria. Da Airbus a Leonardo passando per Rheinmetall, tutti i produttori hanno recentemente lanciato appelli per più Europa. Con l’aumento generale della spesa per la difesa, è ora o mai più il caso di un’impennata europea della politica industriale della difesa. “Poiché il tempo è un fattore essenziale, speriamo in particolare che le prossime elezioni europee migliorino significativamente la procedura legislativa.
Anne Bauer su Echos

Jet russi. Le sanzioni hanno fatto crollare le importazioni di pezzi di ricambio. Ma le compagnie aeree hanno trovato nuovi modi per far entrare i componenti nel Paese, con l’aiuto di reti di contrabbando transnazionali. La Russia sta adottando misure per prolungare la vita dei pezzi di ricambio prodotti all’estero. Andrei Litvinov, un ex pilota dell’Aeroflot andato in pensione dopo 40 anni di carriera: “Prendiamo il Superjet 100. Dovrebbe essere costruito con parti russe, ma i filtri… sono francesi. E quando si intasano, devono essere sostituiti. Ma a causa delle sanzioni, ora li tolgono, li puliscono e li rimettono al loro posto”.
Sylvia Pfeifer e Polina Ivanova su Financial Times

Cercasi Patriot. Da mesi il presidente ucraino Volodymyr Zelenskyj sollecita l’Occidente a fornire ulteriori sistemi antiaerei dal T rp Patriot. Chiede anche la fornitura dei missili associati, di cui l’Ucraina minaccia di rimanere senza. In questo momento le sue preoccupazioni sono di nuovo particolarmente acute. Il paese soffre gli intensi bombardamenti da parte dei russi. Il sistema Patriot è considerato particolarmente efficace nella difesa dai missili balistici, dai missili da crociera e dagli aerei nemici. Serve a proteggere sia le città ucraine che le truppe al fronte dalle minacce aeree. Un’unità o batteria di fuoco Patriot è costituita da un radar che rileva i missili nemici, un centro di controllo del fuoco che seleziona i bersagli e coordina la difesa e da tre a otto stazioni di lancio mobili che poi lanciano i missili difensivi. L’Ucraina ha attualmente tre sistemi Patriot.
Mart Werner su Neue Zürcher Zeitung

Reticenze in Germania. Thierry Breton è determinato a portare a termine il progetto di fornire agli europei un accesso sicuro a Internet. La futura costellazione Iris2 si basa su un partenariato pubblico-privato, con SES ed Eutelsat che finanziano la componente civile.
Emmanuel Grasland su Echos

ECONOMIA & FINANZA DALL’ITALIA E DAL MONDO

Pnrr al 28%. Prosegue a rilento la marcia di avvicinamento al traguardo dei 39 obiettivi Pnrr da raggiungere entro giugno, a cui è collegata la sesta rata Ue da 9,2 miliardi. Secondo l’analisi condotta dall’OReP, l’Osservatorio Recovery Plan di Fondazione Promo Pa e Università di Tor Vergata, è stato raggiunto finora il 28% dei target: si tratta soprattutto di riforme. Per il 72% delle misure restanti, in gran parte investimenti, c’è da attendersi un’accelerazione all’approssimarsi della scadenza. Intanto emergono segnali che puntano a una crescita della spesa: nel monitoraggio di Italia Domani il 44,3% dei progetti Pnrr è in esecuzione, e il 16,3% è alla stipula del contratto.
Gianni Trovati su Sole 24 Ore

Superbonus. «Comprendiamo la difficoltà del governo a gestire impegni gravosi, presi da altri, che stanno dimostrando di avere effetti imponenti sul bilancio dello Stato. Ma non possiamo accettare la retroattività, che crea sfiducia e mina la certezza del diritto». Lo sottolinea Maurizio Marchesini, vice presidente di Confindustria. Sulla stessa linea Gianfranco Torriero, vice direttore generale vicario dell’Abi: «Cambiare le regole sul recupero del credito di imposta mina la fiducia di imprese, cittadini e investitori».
Nicoletta Picchio su Sole 24 Ore

Titoli di Stato su. La Banca di Svezia taglia i tassi di interesse, quella d’Inghilterra resta ferma sui suoi passi, ma prepara il campo per una mossa espansiva a giugno e la Bce potrebbe presto imitarla. Eppure i rendimenti dei titoli di Stato si mantengono su livelli elevati, non molto lontani dai massimi dell’anno ai quali si erano spinti qualche settimana fa, complici le mutate attese sulla Fed e la valanga di emissioni.
Maximilian Cellino su Sole 24 Ore

Brembo. Nel I trimestre Brembo sfonda per la prima volta la soglia psicologica del miliardo di ricavi, con una crescita del 4,4% sullo stesso periodo dell’anno precedente (+5,6% a cambi costanti). Una progressione in linea con le aspettative del gruppo, che punta a chiudere l’anno con una moderata crescita dei ricavi (mid-single digit), e con la prospettiva quindi di superare un’altra soglia storica, quella dei 4 miliardi, mantenendo i margini percentuali in linea con quelli dell’anno scorso (poco sopra il 17%).
Matteo Meneghello su Sole 24 Ore

Enel. Utili Enel, balzo a quota 2,1 miliardi Record per l’energia da rinnovabili. Confermato nel trimestre il raggiungimento di tutti gli obiettivi, incluso il calo del debito. I flussi di cassa hanno quasi compensato la spesa per dividendo e investimenti.
Fausta Chiesa su Corriere della Sera

Eni. I bond, a 10 e 30 anni, per un valore nominale complessivo di 2,25 miliardi di dollari, hanno registrato una domanda di oltre 4 volte superiore, con ordini per circa 11 miliardi di dollari provenienti da circa 180 investitori professionali per ciascuna tranche. II cfo Francesco Gattel: “II successo della tranche a 30 anni da 1,5 miliardi è un segnale dl fiducia anche per iI piano Net Zero”.
Angela Zoppo su Mf

Abi. L’avvicendamento alla direzione generale di Abi, con il congedo dopo 15 anni di Giovanni Sabatini, apre uno scenario anche sul vertice dell’associazione, che il 9 luglio si riunirà in assemblea per eleggere il suo presidente. Oggi quella carica è ricoperta da Antonio Patuelli, che l’ha retta dal gennaio 2013 e che, salvo sorprese dell’ultima ora, si avvierà a un nuovo mandato a Palazzo Alfieri, il sesto della sua lunga carriera.
Andrea Rinaldi su Corriere della Sera

POLITICA & CRONACA DAL MONDO

Andiamo avanti da soli. Benjamin Netanyahu proclama in video-messaggio che gli israeliani «sono pronti a combattere anche da soli con le unghie». In una campagna militare che è ormai diventata per il primo ministro anche elettorale, non c’è miglior boccone diplomatico da offrire ai sostenitori di una lite con il leader americano. Una frattura che potrebbe permettere a Bibi di addossare la mancata «vittoria totale» su Hamas all’alleato più importante.
Davide Frattini su Corriere della Sera

Le crepe nel patto Usa Israele. Gli americani nell’immediato esigono il blocco dell’attacco su Rafah, ma la crisi è molto più profonda: riguarda il futuro dei territori occupati sin dal tempo della guerra del 1967 e soprattutto lo scontro frontale sulla questione della nascita di uno Stato palestinese.
Lorenzo Cremonesi su Corriere della Sera

Biden spacca i democratici. La minaccia di Biden di fermare le forniture militari a Israele è parte della sua strategia per chiudere la guerra a Gaza e ridisegnare il Medio Oriente, ma non può essere scollegata dalle presidenziali di novembre. E così corre il rischio di scontentare i sostenitori favorevoli allo Stato ebraico, senza però recuperare i voti di quelli più attenti alle esigenze dei palestinesi.
Paolo Mastrolilli su Repubblica

Prata di cartapesta. Se Putin alla parata ha un solo carrarmato è una parata di cartapesta. Ma minaccia: “Le nostre forze strategiche sono sempre pronte al combattimento”. Dalla tribuna in piazza Rossa Vladimir Putin torna a brandire l’atomica per la terza volta in una settimana. Ma senza mezzi né uomini può ostentare solo i veterani accusati di crimini di guerra in Ucraina.
Anna Zafesova su Stampa

Atomiche tattiche. Se Putin dovesse schiacciare il bottone rosso, nulla potrebbe vietare alle altre potenze nucleari, che sono Usa, Regno Unito, Francia, Israele, Pakistan, Cina e India di fare lo stesso. Sarebbe una sorta di tragica «tana libera tutti» dalle conseguenze più che prevedibili.
Massimo Solari su Italia Oggi

Piloti ucraini in Danimarca. La Nato ha mostrato un video di alcuni piloti ucraini mentre vengono addestrati a pilotare gli F-16 in Danimarca. Nel filmato, pubblicato su YouTube, un top gun ucraino col nominativo di Moonfish ha condiviso le sue impressioni sugli aerei e ha dimostrato le sue capacità di volo.
Filippo Merli su Italia Oggi

Xi sfida l’ordine geopolitico. Xi gioca la carta sovranista con Orban. In Ungheria l’ultima tappa del presidente cinese in Europa: “Sfidiamo l’ordine geopolitico”. Il riferimento nemmeno troppo velato è al non allineamento di Viktor Orban a Bruxelles e Washington.
Lorenzo Lamperti su Stampa

America divisa. Nei sondaggi Donald Trump ha un lieve vantaggio sul presidente in carica Joe Biden negli “swing states” in bilico, ovvero quegli Stati capaci di decidere con le loro preferenze chi sarà il prossimo presidente degli Stati Uniti: Michigan, Georgia, Arizona, Pennsylvania, Wisconsin, Nevada e North Carolina.
Luca Salvioli su Sole 24 Ore

POLITICA & CRONACA DALL’ITALIA

La Costituzione è di tutti e va difesa. È di grande evidenza l’importanza di un confronto aperto nella società civile sulle modalità di partecipazione alla vita pubblica, da svolgere attraverso un costante percorso di identificazione con la nostra Costituzione. Questa, ponendo al centro la persona umana e i suoi diritti, tutela tutti e ciascuno. La Costituzione, ieri come oggi, riguarda tutti da vicino.
Sergio Mattarella su Corriere della Sera

Toti, l’inchiesta prosegue. Chi è finito nei guai, pur interrogato per ora tace. Ma l’inchiesta su Toti e la Regione Liguria non si ferma. Nel mirino della Procura i finanziamenti sopra i 40mila euro, e sono 20 le imprese sui cui indaga la finanza.
Giuseppe Guastella su Corriere della Sera

Crosetto difende Toti. “Con questo metodo si potrebbero arrestare sindaci e magistrati”. A Genova gli indagati salgono a 30. Oggi il governatore dal gip ma non parlerà. Non è escluso che la Procura convochi il sindaco di Genova.
Matteo Indice su Stampa

La cassaforte di Toti. La Procura indaga su oltre 2 milioni di euro versati nell’arco di 7 anni da imprenditori al governatore della Liguria. FdI e FI mettono nel mirino la gestione degli appalti del ministro Salvini e il record di finanziamenti privati alla Lega. L’inchiesta della procura di Genova sul rapporto incestuoso tra politica e affari ha un obiettivo giudiziario, il governatore Giovanni Toti. Ma è emerso anche il bersaglio politico, colui che cioè sul modello Genova aveva scommesso.
Giuseppe Filetto e Marco Lignana su Repubblica

Il ritorno di Tangentopoli. Secondo Giuseppe Conte in Italia “si stanno creando le condizioni per una nuova diffusa Tangentopoli. Dal Piemonte alla Puglia il problema è la degenerazione della classe dirigente. In Liguria la destra ha avuto una reazione corporativa, gravissimo l’attacco di Nordio ai magistrati”.
Niccolò Carratelli su Stampa

Sfida in piazza. Forte di un recente sondaggio che dà in crescita il Pd di mezzo punto (e in calo, invece, il M5S) Elly Schlein è sempre più convinta che in questa campagna la polarizzazione tra lei e Giorgia Meloni paghi in termini elettorali, accrescendo i consensi dem. Perciò la segretaria pd va avanti su questa strada. E alla premier che il 1° giugno chiude la sua campagna elettorale in piazza del Popolo, a Roma, contrappone la «sua» manifestazione, il giorno dopo, sempre nella Capitale.
Maria Teresa Meli su Corriere della Sera

Meloni teme il referendum. A Palazzo Chigi cresce la preoccupazione per la strategia dell’opposizione. L’ordine di evitare tagliole contro gli emendamenti del centrosinistra. Un esponente del Pd: “Giorgia perderà, il voto perché gli italiani al Colle ci tengono”.
Francesco Olivo su Stampa

Meloni dialoga con Violante. La nave del premierato è salpata, con l’arrivo del testo nell’aula del Senato, nel relativo silenzio dei media, che sembrano dare al passaggio poca importanza. Prima di tutto l’emendamento “chiarificatore” presentato dal governo risolve uno dei passaggi più oscuri del testo originale. Il problema è vedere come lo risolve e non si tratta di un capitoletto secondario. Se il premier eletto direttamente viene sfiduciato dal Parlamento, chi decide se incaricare un secondo esponente della maggioranza?
Paolo Delgado su Il Dubbio

Pd si avvicina a Fdi. Perfino i detrattori interni di Schlein – che non sono pochi – da un paio di settimane hanno cominciato a mettere da parte le previsioni nefaste per il risultato del Pd alle Europee. A un mese esatto dal voto il “trend” è positivo: il Pd nei sondaggi è al 20,6%, al suo massimo da un anno. Nonostante mesi di bizze sulle liste, le tribolazioni sui referendum cigiellini anti Jobs Act, la disputa sul cognome di Schlein nel simbolo. E nonostante due settimane di graticola per l’inchiesta pugliese.
Lorenzo de Cicco su Repubblica

Roccella contestata. La ministra della Famiglia Eugenia Roccella non è riuscita a intervenire all’Auditorium della Conciliazione a Roma agli Stati generali della natalità. Non appena ha preso la parola in platea sono stati alzati cartelli con la scritta: «Sul mio corpo decido io». A protestare un gruppo di circa 50 studentesse e studenti universitari provenienti da varie città e aderenti all’assemblea transfemminista di Aracne. «Io censurata», ha detto la ministra costretta ad andarsene. Solidarietà di Mattarella e del governo. Voci diverse dal centrosinistra.
Virginia Piccolillo su Corriere della Sera

Impossibile negoziare. la Ministra Eugenia Roccella a proposito della contestazione che ha ricevuto ieri mattina agli Stati generali della Natalità: «Sono per il diritto al dissenso, sempre. Credo però che garantire la libertà di parola sia un diritto non negoziabile».
Alessandra Arachi su Corriere della Sera

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