Rassegna stampa 13 aprile

SICUREZZA

Più Bei per la difesa. L’Ecocommittee Ecofin dell’Unione Europea ha approvato che la Banca europea degli investimenti (Bei) aumenti i finanziamenti nel settore della difesa, incluso il supporto alle piccole e medie imprese (PMI) precedentemente escluse. Attualmente, la Bei dispone di 6 miliardi di euro fino al 2027, limitati a progetti a doppio uso civile e militare. La presidente della Bei, Nadia Calviño, ha proposto di eliminare alcune restrizioni esistenti e di creare uno sportello unico per facilitare l’accesso ai finanziamenti comunitari da parte delle imprese. L’accordo arriva in un momento in cui l’UE cerca di rafforzare la sua capacità di difesa sullo sfondo del conflitto in Ucraina, e dopo un primo dibattito tra i ministri in febbraio. Un’approvazione formale del nuovo piano d’azione è attesa per giugno, mentre si continua a discutere su possibili ricapitalizzazioni e un aumento delle quote nella Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo (Bers).
Beda Romano su Sole 24 Ore

Industria europea delle armi. Molti investitori sono riusciti a ignorare completamente il settore della difesa per anni, in particolare nel periodo precedente all’invasione su larga scala dell’Ucraina da parte della Russia nel 2022. La passione per i titoli europei della difesa è stata un hobby un po’ strano per la maggior parte degli ultimi dieci o due anni, ma ora il settore è tornato decisamente di moda.
Katie Martin su Financial Times

Nato a pagamento, un incubo. L’Europa è in allerta per la possibile politica estera di Donald Trump riguardo la NATO, in caso di una sua vittoria. Diplomatici europei a Washington cercano di capire le intenzioni di Trump, dopo che ha minacciato di fornire supporto NATO solo ai paesi che aumentano la spesa militare. È emersa la possibilità di una NATO a “due livelli”, con membri che non rispettano il target del 2% del PIL per la difesa relegati a un livello inferiore di protezione. La questione della difesa ucraina è altresì un punto focale con Trump che impone una negoziazione per l’assistenza militare USA e possibili concessioni di territorio ucraino per la pace
Anna Lombardi su Repubblica

Respinti gli aiuti. Le capitali europee hanno respinto le richieste di Kyiv di inviare i loro sistemi di difesa aerea all’Ucraina, dopo una settimana di incessanti bombardamenti con missili e droni da parte della Russia che hanno distrutto impianti energetici critici. L’Ucraina ha da tempo avvertito di aver bisogno di forniture urgenti di difesa aerea per proteggersi da un numero spropositato di missili russi che hanno preso di mira le sue infrastrutture elettriche e di riscaldamento. Questa settimana il presidente Volodymyr Zelenskyy ha intensificato le richieste di batterie Patriot di fabbricazione statunitense, rimproverando ai partner occidentali di Kiev di aver “chiuso un occhio” mentre la regione della capitale vedeva distrutta la sua più grande centrale elettrica.
Christopher Miller su Financial Times

Se non ci riarmiamo ci schiacceranno. I britannici pensanti ora capiscono che l’assalto della Russia all’Ucraina potrebbe avere successo, perché il Presidente Putin sta dimostrando più forza di resistenza dell’Occidente. Ci si rende anche conto che gli Stati Uniti si sono stancati, probabilmente per sempre, di guidare e finanziare in larga misura la difesa dell’Europa. Sebbene i primi ministri britannici che si sono succeduti abbiano professato di abbracciare l’Ucraina, che è essenzialmente il nostro proxy nel fronteggiare l’aggressione russa, non hanno fatto quasi nulla per sostenere la fornitura di munizioni, una volta svuotato l’armadio dell’esercito.
Max Hastings su Times

Sarà l’esercito più grande del mondo. Il generale americano Christopher Cavoli ha testimoniato davanti al Congresso che la Russia è una minaccia costante alla sicurezza globale, con un esercito in crescita e munizioni prodotte a un ritmo superiore a quello della NATO. La Russia ha aumentato la dimensione del suo esercito e sta continuando a reclutare soldati, mirando a un incremento significativo nei prossimi anni. Cavoli ha evidenziato l’importanza degli aiuti militari degli Stati Uniti all’Ucraina per contrastare gli attacchi russi e ha sollecitato l’approvazione di un pacchetto di aiuti, mentre il Pentagono spiega l’uso degli aiuti proposti in supporto alla produzione di armamenti. Nonostante alcune perdite, Mosca continua la sua offensiva e si rappresenta come una minaccia a lungo termine per l’Europa. La percezione pubblica americana riguardo al sostegno all’Ucraina sta crescendo, secondo un sondaggio Gallup
Angelo Paura su Messaggero

Starmer per l’Ucraina. Keir Starmer, leader del Labour Party britannico, si è espresso a favore di un sostegno “totale” all’Ucraina e alla NATO, distinguendosi così all’interno dello spettro politico di sinistra e attirando attenzione su di sé più di quanto fatto dal Primo Ministro conservatore Rishi Sunak. Starmer ha visitato un cantiere navale dove si costruiscono sottomarini nucleari, ribadendo l’impegno del Labour per la deterrenza nucleare e per un forte sostegno alla NATO, e proponendo di aumentare la spesa per la difesa al 2,5% del PIL. Ha intenzione di investire in nuovi sottomarini nucleari e tecnologie avanzate per rafforzare la difesa e l’economia britanniche, cercando anche nuove collaborazioni in materia di sicurezza con l’Unione Europea. Tuttavia, questa postura decisa contro l’aggressione russa e a favore di investimenti militari ha portato critiche da parte dell’ala più a sinistra del suo partito, con alcune accuse di trascurare l’elettorato laburista tradizionale a favore di un approccio più centrista e orientato verso la sicurezza nazionale
Paola Peduzzi su Foglio

60 miliardi. Il governo norvegese, guidato dal primo ministro Jonas Gahr Store, ha presentato un piano di investimenti per la difesa da 600 miliardi di corone (circa 60 miliardi di euro) per i prossimi 12 anni, fino al 2036. Questo aumento storico della spesa militare prevede lo sviluppo di nuovi centri di ricerca e infrastrutture difensive, soprattutto nella Norvegia artica, considerata un’area strategica per le forze armate. Il piano include l’aumento del personale militare, con più coscritti, riservisti e dipendenti, e la promozione della collaborazione fra i settori civile e militare in campi come quelli tecnologici e spaziali. Particolare rilievo verrà dato anche allo sviluppo delle operazioni spaziali e alla capacità di accoglienza degli alleati nella regione, con la trasformazione di Andoya in una base per droni a lungo raggio
Maicol Mercuriali su Italia Oggi

Acquisizione. La complicata trattativa tra Fincantieri e Leonardo per l’acquisizione di Wass, un’azienda specializzata nella difesa subacquea, sta affrontando difficoltà. L’operazione è cruciale per Fincantieri nel suo piano di espansione nel settore della difesa subacquea, un mercato in crescita dove il gruppo punta a diventare leader, grazie anche ai positivi riscontri di mercato sulle proprie azioni dopo le prime indiscrezioni relative alla trattativa
Andrea Deugeni su Milano Finanza

Canadair. Le società Hynaero e Cer stanno sviluppando un nuovo velivolo anfibio chiamato Fregate-F100, destinato a diventare un’alternativa europea ai vecchi Canadair. Il progetto, sostenuto dal governo italiano e dalla Regione della Nuova Aquitania, prevede un aereo che possa trasportare il doppio dell’acqua rispetto ai modelli attuali e funzioni anche come cargo. Tuttavia, l’Unione Europea ha deciso di investire 600 milioni di euro in 12 Canadair non ancora prodotti da De Havilland Canada, anziché sostenere questa nuova iniziativa. Il modello europeo avrebbe un costo di 75 milioni di euro ciascuno, più alto rispetto ai vecchi Canadair ma con prestazioni superiori e vantaggi per l’industria locale. Le critiche emergono riguardo alla scelta dell’UE e alla mancanza di trasparenza negli acquisti dei Canadair, sollevando dubbi sulla capacità di De Havilland Canada di riprendere la produzione e conseguire le certificazioni necessarie
Patrizia Floder Reitter su La Verita’

Bugie. Durante un incontro al Cremlino con Vladimir Putin, il presidente bielorusso Aleksandr Lukashenko ha deriso le preoccupazioni occidentali riguardo a un possibile attacco russo contro un Paese NATO, definendo tali affermazioni “sciocchezze” e “bugie”. Lukashenko ha in particolare citato le parole del presidente francese Macron, riguardo l’eventualità di un intervento militare occidentale in Ucraina, come poco credibili. Il capo della diplomazia dell’UE, Josep Borrell, ha comunque espresso allarme per la possibilità di un conflitto ad alta intensità in Europa. Mentre questo dibattito politico si svolge, l’Ucraina continua a subire attacchi alle infrastrutture energetiche, causando blackout estesi in diverse regioni del Paese e mettendo in difficoltà la popolazione civile.
Giuseppe Agliastro su Stampa

Bocconi e Sapienza. Il report dell’Università di Pavia mostra che la maggior parte dei consiglieri d’amministrazione e manager delle società quotate presso la Borsa di Milano sono laureati presso l’Università Bocconi, la Sapienza di Roma e l’Università Statale di Milano. La ricerca evidenzia anche il predominio delle lauree in economia e management, ingegneria e giurisprudenza e una minima presenza di non laureati e curriculum non reperibili, evidenziando al contempo l’importanza crescente delle competenze STEM per la transizione verso l’ecosostenibilità e la digitalizzazione
Elisabetta Moscatelli su Sole 24 Ore Plus 24

Boeing. David Calhoun, ex CEO di Boeing, ha ricevuto un benefit di viaggi gratuiti su jet privati della compagnia per un valore di 500 mila dollari, oltre a 33 milioni di dollari in bonus e stock options nel 2023. Questi viaggi, avvenuti tra il 2021 e il 2022 durante i periodi di restrizioni per la pandemia, sono stati segnalati alla SEC ma non tutti sono stati contabilizzati nei bilanci di Boeing. Secondo Boeing, l’uso dei jet privati era giustificato anche per questioni di sicurezza. Calhoun ha criticato l’inchiesta del Wall Street Journal sull’argomento, etichettandola come “stupida” e difendendosi dalle accuse di eccessivi spostamenti privati.
Mara Monti su Sole 24 Ore

Università libere. Durante la cerimonia di conferimento della laurea honoris causa in legge all’Università di Trieste, sia al presidente italiano Sergio Mattarella che all’ex presidente sloveno Borut Pahor, Mattarella ha enfatizzato l’importanza delle università come luoghi di libertà, dibattito e dissenso. Tuttavia, ha criticato la pratica dei boicottaggi contro atenei stranieri, sostenendo che interrompere il dialogo e la collaborazione con essi, specialmente in tempi di crisi o conflitti, potrebbe rafforzare i poteri autoritari che cercano di isolare l’istruzione. Mattarella ha anche ribadito la necessità di un dialogo aperto tra università senza frontiere e contrasti statali, evitando interpretazioni storiche di comodo e promuovendo un rispetto reciproco delle sofferenze altrui. Inoltre, ha chiamato l’Europa ad un impegno maggiore per la pace e la cooperazione, soprattutto nel contesto delle guerre odierne.
Concetto Vecchio su Repubblica

Rettore pronto a dimettersi. Matteo Lorito, il rettore della Federico II potrebbe lasciare la fondazione promossa da Leonardo. L’annuncio durante l’assemblea convocata dopo l’occupazione del rettorato da parte degli studenti della rete per la Palestina. Dopo le parole del rettore è stata tolta l’occupazione
Fabrizio Geremicca su Corriere del Mezzogiorno Campania

Io resto. Roberto Tottoli, rettore dell’Orientale ha invece scelto di non lasciare la Fondazione Med-Or creata da Leonardo. E spiega: «Gli studenti chiesero anche a me di dimettermi ma non l’ho fatto. Hanno deciso in tal senso gli organi accademici, per i nostri ragazzi è importante viaggiare».
su Corriere del Mezzogiorno Campania

Fondi pacifisti. Fondi di investimento che evitano azioni nel settore delle armi hanno mostrato rendimenti notevoli, con alcuni gestori come Jp MorganAM e Dpam raddoppiando la media di categoria, sfiorando performance fino al 150% in cinque anni. Un’analisi di Cfs rating sugli “fondi pacifisti” evidenzia risultati positivi se confrontati con l’indice Msci World Aero/Defense (+41,9%) e l’indice Msci World (+69,6%). Tuttavia, ci sono stati risultati negativi nei fondi azionari emergenti globali e obbligazionari emergenti. Goldman Sachs avverte che le azioni difensive europee sono scambiate a valutazioni elevate, suggerendo cautela e potenziali rischi di ribasso. Gli sviluppi futuri del settore potrebbero dipendere da eventi politici, come le elezioni in Europa e USA, con eventuali impatti sui mercati e sulle strategie d’investimento
Vitaliano D’Angerio su Sole 24 Ore Plus 24

Fregata. L’International Peace Bureau ha rivelato che il costo di una fregata multiruolo europea potrebbe coprire lo stipendio annuo di oltre 10mila medici dell’OCSE, mentre un aereo F-35 equivale a più di 3mila posti letto in terapia intensiva. Un sottomarino nucleare costa quanto 9.180 ambulanze. Questi confronti sono parte del rapporto “Finanza di pace. Finanza di guerra”, elaborato da 71 banche etiche, che si oppongono al finanziamento dell’industria bellica e sono unite nella Global Alliance for Banking on Values. Nel 2023, la spesa militare mondiale ha toccato i 2,2 trilioni di dollari, con gli USA che guidano negli investimenti nel settore delle armi. Le banche etiche, seguendo politiche di esclusione delle armi dai propri investimenti, incoraggiano una finanza pacifista e influenzano il mercato delle armi rendendo più ardua la raccolta di capitali per i produttori
su Sole 24 Ore Plus 24

Grottaglie. Le difficoltà del gigante aeronautico Boeing, in particolar modo per la verifica delle FAA sui velivoli B737, B777 e B787, stanno impattando lo stabilimento grottagliese di Leonardo, causando una riduzione della produzione e incertezze occupazionali. Raffaele Bagnardi, ex sindaco di Grottaglie, esprime preoccupazione per il futuro dei lavoratori e sollecita un’azione decisa da parte della politica e delle istituzioni per una diversificazione industriale e il mantenimento dell’occupazione nello stabilimento. I sindacati hanno chiesto un incontro con i vertici aziendali per discutere la congestione produttiva e la riduzione dei volumi nella linea del Boeing 787, in un momento di crisi che minaccia la stabilità occupazionale del sito.
su Taranto Buonasera

ECONOMIA & FINANZA DALL’ITALIA E DAL MONDO

Il no dell’Italia. Il Ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti propone di estendere da 4 a 10 anni il periodo per usufruire dei crediti d’imposta del Superbonus 2023, al fine di alleggerire l’impatto sul debito pubblico negli anni immediatamente successivi. Con questa misura, l’aumento della spesa per il Superbonus 2023, che è del 46,6% rispetto al 2022 raggiungendo 84,774 miliardi, sarebbe diluito, riducendo l’incremento del debito/PIL nel triennio 2024-2026 di 12,7 miliardi all’anno. Questo allungamento temporale si tradurrebbe in una rata annuale più bassa da pagare e contribuirebbe a mantenere sotto controllo il debito pubblico nell’immediato, nonostante un aggravio nei periodi successivi al 2027. La decisione finale spetta al Parlamento, e una modifica inciderà su budget dei contribuenti e particolarmente delle banche, influenzando anche possibili nuove regole di contabilizzazione da parte di Eurostat.
Gianni Trovati su Sole 24 Ore

La produzione rallenta. L’industria italiana ha registrato a febbraio una contrazione annua della produzione del 3,1%, segnalando una preoccupante tendenza al ribasso, nonostante un leggero incremento dello 0,1% rispetto a gennaio. Secondo l’Istat, la diminuzione è stata guidata dai cali nei beni di consumo e nell’energia, mentre i beni strumentali hanno mostrato un aumento. L’inflazione e gli alti tassi di interesse, che erodono il potere d’acquisto e rendono più oneroso l’accesso al credito, sono tra le cause principali di questa flessione. Il presidente dell’Unione Nazionale Consumatori, Massimiliano Dona, ha definito i dati “pessimi”, rilevando una costante caduta nella produzione su base annua e un crollo particolarmente marcato nel settore dei beni di consumo
Marco Sabella su Corriere della Sera

Industria 5.0. Le imprese italiane sono in allarme per i ritardi nel rilascio di incentivi per la transizione energetica previsti dal piano Industria 5.0 del governo Meloni, che dispone di oltre 6,3 miliardi di euro del Pnrr, capitolo RepowerEu. Nonostante l’approvazione dell’UE a dicembre, i fondi sono bloccati in attesa di un decreto ministeriale che ne specifichi i dettagli operativi, il cui ritardo riduce i tempi per gli investimenti aziendali previsti essere chiusi entro dicembre 2025. Inoltre, il Ministro Adolfo Urso ha introdotto limitazioni all’acquisto di pannelli solari dalla Cina, cercando di orientare le aziende su prodotti europei, e in particolare italiani, con norme su tre categorie di pannelli ammessi. Problemi emergono anche per la realizzazione di pannelli solari ad alta efficienza in Italia, con lo stabilimento 3Sun di Enel Green Power a Catania che non è ancora operativo, contribuendo così agli intoppi del progetto. Le imprese attendono indicazioni urgenti per poter pianificare investimenti e rispettare le scadenze del piano
Filippo Santelli su Repubblica

Urso. Lunedì 15 aprile sarà una data storica. Si festeggerà infatti la prima giornata del Made in Italy. Una serie di eventi istituzionali da Roma a Milano costelleranno le 24 ore per mettere in luce le eccellenze italiane e ribadire l’impegno del governo nei confronti di un comparto industriale chiave per il paese. Il ministro Urso annuncia la partecipazione alla cerimonia di consegna dei premi del Comitato Leonardo.
Tommaso Palazzi su MF Fashion

Manca una cultura. La ministra del Lavoro Marina Calderone sottolinea che in Italia manca ancora una cultura della sicurezza, un problema che intende affrontare, soprattutto alla luce della recente tragedia a Suviana. Il governo ha già raddoppiato i fondi per la prevenzione e sicurezza, aumentando gli ispettori e intensificando le ispezioni, nonché avviato campagne di sensibilizzazione. Nonostante i progressi, Calderone ammette che c’è ancora da migliorare, come dimostrano gli infortuni sul lavoro, anche se ci sono indicatori positivi come la riduzione degli infortuni rispetto al 2019, secondo l’Inail. La ministra difende la patente a crediti, richiesta dai sindacati per qualificare le imprese in regola con la sicurezza, e promuove l’importanza dell’educazione e della formazione continua sulla sicurezza. Calderone annuncia anche il potenziale ruolo dell’intelligenza artificiale nel G7 Lavoro impegnato nella protezione dei lavoratori in attività rischiose
Paolo Festuccia su Stampa

Cuneo fiscale. Luigi Sbarra, segretario generale della CISL, sostiene la necessità di risposte strutturali e concrete alla sicurezza sul lavoro, affermando che non servono soluzioni emotive temporanee ma interventi condivisi e durevoli. A Roma, la CISL manifesterà per sostenere la sicurezza sul lavoro e Sbarra ribadisce il rifiuto delle accuse di divisione sindacale mosse da Landini, evidenziando l’unità sindacale sugli obiettivi fondamentali. Il sindacato chiede una riduzione strutturale del cuneo fiscale e maggiori finanziamenti per la sanità, l’istruzione e le pensioni. Sbarra descrive come positiva l’introduzione della “patente a crediti” e chiede ulteriori passi avanti con lo scopo di migliorare la sicurezza sul lavoro. Riguardo al dialogo con il governo e i tavoli sulla sicurezza, Sbarra riconosce i progressi ottenuti, ma sottolinea che c’è ancora molto da fare.
Giorgio Pogliotti su Sole 24 Ore

Case green. L’Unione Europea ha approvato una direttiva per migliorare l’efficienza energetica degli edifici, con l’obiettivo di azzerare le emissioni dei nuovi edifici entro il 2030 e rendere il settore climaticamente neutro entro il 2050. Nonostante la direttiva sia stata approvata a maggioranza qualificata, l’Italia, insieme all’Ungheria, ha votato contro, mentre altri Stati si sono astenuti. Il ministro dell’Economia italiano, Giancarlo Giorgetti, ha messo in evidenza le preoccupazioni sul finanziamento delle ristrutturazioni, citando l’esperienza del Superbonus e suggerendo la possibilità di spalmare le detrazioni su 10 anni. La Commissione UE stima che saranno necessari 275 miliardi di euro l’anno per il raggiungimento degli obiettivi e ricorda che i governi nazionali avranno discrezionalità nell’attuazione, mentre alcuni ministri sollevano questioni legate alla complessità amministrativa e propongono di estendere le scadenze oltre il 2026
Francesca Basso su Corriere della Sera

Servono soldi. Il ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin ha sottolineato la difficoltà dell’Italia nel rispettare le scadenze della direttiva europea sulle case green, evidenziando gli obiettivi del 2050 come più realistici. L’Italia affronta sfide particolari a causa del grande numero di edifici storici e della geografia del territorio, ma cercherà di rispettare anche le scadenze intermedie del 2030 e 2033. Anche con le deroghe concesse dalla direttiva, resta l’ostacolo del finanziamento di un numero ingente di interventi, dopo le problematicità evidenziate dall’esperienza del Superbonus 110%. Pichetto Fratin propone incentivi fiscali mirati e modalità di finanziamento differenti a seconda del reddito dei contribuenti, puntando sull’efficienza energetica piuttosto che su interventi costosi e poco efficaci. Il ministro spera in una revisione del testo della direttiva con il cambiamento in atto nella Commissione e nel Parlamento europeo.
Mario Sensini su Corriere della Sera

Italia Cina. Il Forum Italia-Cina ha evidenziato le ampie opportunità per aumentare gli scambi commerciali tra i due paesi, con un potenziale inespresso di 2,4 miliardi di euro per i beni di consumo e di 2 miliardi per i beni strumentali. I ministri, Wang Wentao e Antonio Tajani, hanno discusso modalità per superare le barriere esistenti e hanno ribadito l’importanza della cooperazione bilaterale. Nel forum, che ha visto la partecipazione di enti e aziende di entrambe le nazioni, è stata sottolineata la necessità di favorire l’accesso al mercato cinese per le PMI italiane e la viceversa. Al tempo stesso, questioni come la protezione della proprietà intellettuale e l’accesso al mercato sono state poste come aree di miglioramento per reciproci benefit. Infine, è stata rilevata la differenza tra le politiche verdi cinesi ed europee, individuando la necessità di allineare gli standard in questo ambito tra i due contesti.
Nicoletta Picchio su Sole 24 Ore

Nomine. La premier Meloni è in una posizione delicata pre-elettorale dovrà gestire importanti nomine nelle società pubbliche italiane come Cdp e Ferrovie dello Stato, il cui mandato scade a maggio, prima delle elezioni europee a giugno, dove i partiti misureranno la loro influenza. L’amministratore delegato di Cdp, Dario Scannapieco, sembra consolidato nella sua posizione dopo aver presentato risultati finanziari positivi, mentre il presidente Giovanni Gorno Tempini potrebbe essere sostituito. Per Ferrovie dello Stato, la posizione di Luigi Ferraris è incerta, con speculazioni su un potenziale cambio ai vertici richiesto dal ministro Salvini e l’interesse del fondo americano Kkr. Il piano di privatizzazione di Poste Italiane implica cautela in un cambio di leadership dell’azienda, con Matteo Del Fante segnalato come possibile trasferimento a Cdp, sebbene Scannapieco abbia guadagnato la fiducia della Meloni.
Alessandro Barbera su Stampa

Fs record. Nel 2023, le Ferrovie dello Stato Italiane (Fs), guidate dall’amministratore delegato Luigi Ferraris, hanno raggiunto risultati record. Un’attenzione particolare è stata rivolta all’internazionalizzazione con attività presenti in svariati Paesi e un incremento di personale dedicato che ha portato benefici in termini di crescita del numero di passeggeri, ritornati ai livelli pre-pandemia del 2019, e una crescita dei ricavi. Il PNRR ha contribuito con 8 miliardi su un totale di 40 miliardi di euro investiti in tre anni con l’obiettivo di rendere il trasporto ferroviario più sostenibile e interconnesso a livello europeo. Nonostante alcuni ritardi e le difficoltà logistiche, l’azienda si impegna per la sicurezza e l’efficienza, con progetti che spaziano dal raddoppio delle linee ad alta velocità alla produzione di energia rinnovabile. Si investe anche nell’innovazione digitale e nella connettività per migliorare l’esperienza di viaggio. In conclusione, Fs si propone come leader nel settore della mobilità sostenibile con una strategia di crescita mirata sia in Italia che in Europa
Fabio Tamburini su Sole 24 Ore

Ascoltateci. A Torino, 12 mila persone tra operai, sindacati, politici, dirigenti e imprenditori hanno manifestato uniti chiedendo il rilancio dello stabilimento di Mirafiori e un incontro a Palazzo Chigi con la premier Meloni e il CEO di Stellantis, Tavares. I sindacati metalmeccanici, ritrovatisi insieme dopo anni di divisioni, sottolineano le difficoltà dello stabilimento, come la ridotta produzione e l’assenza di nuovi modelli di auto previsti, nonostante la presenza nel sito di produzione di vetture elettriche. Sollecitano Stellantis, in cui ha quote Exor, proprietario di Repubblica, a investire per aumentare la produzione a 200 mila vetture, ampliando anche la gamma presente. Durante la manifestazione, la storia è stata rievocata, collegando l’evento alla marcia dei 40 mila del 1980, con l’intenzione di mostrare unità e determinazione nel non retrocedere nelle richieste di rilancio e garantire posti di lavoro.
Diego Longhin su Repubblica

Tassi. Un dato sull’inflazione statunitense più forte del previsto ha suscitato scalpore durante la cena di mercoledì a Francoforte tra i responsabili dei tassi della Banca Centrale Europea, ma diversi partecipanti hanno affermato che questo ha solo rafforzato la loro determinazione a non tenere conto di ciò che potrebbe fare la Federal Reserve.
Martin Arnold su Financial Times

POLITICA & CRONACA DAL MONDO

Gli Usa contano sull’Italia. Nel giugno prossimo, Giorgia Meloni dovrà affrontare le elezioni europee e partecipare al vertice del G7, dove verrà discusso l’uso dei fondi russi congelati per aiutare l’Ucraina, un argomento sul quale gli Stati Uniti, guidati da Joe Biden, pongono grande importanza e hanno aspettative dall’Italia. La posizione di Francia e Germania è di opposizione a causa di dilemmi giuridici ed economici, ma Meloni ha promesso a Biden di spingere l’Europa a supportare Kiev. Inoltre, si sta muovendo una certa apertura a Washington riguardo il blocco degli aiuti americani all’Ucraina, con previsioni ottimistiche sulla loro approvazione. A completare lo scenario, c’è la necessità di un’azione diplomatica nei confronti della Cina affinché non supporti la Russia militarmente, mentre si rimarca l’importanza del sostegno all’Ucraina in vista del future vertice della NATO
Francesco Verderami su Corriere della Sera

Niger. L’arrivo di truppe russe in Niger poco dopo l’annoncio di un piano italiano per rafforzare il suo contingente militare nel Paese segna un cambiamento strategico nel Sahel. I militari russi, descritti come istruttori e non come mercenari, sono venuti per consegnare e addestrare all’uso di sistemi missilistici, sfidando la presenza di Stati Uniti e alleati occidentali nella regione. Il Niger rappresenta un punto nevralgico per l’Italia, specialmente per le rotte migratorie verso il Mediterraneo, e il governo italiano deve ora decidere se cooperare con il regime locale per mantenere l’influenza occidentale o ritirarsi. Questo sviluppo intervieni dopo la recente espulsione delle forze americane e francesi, lasciando incerto il futuro della presenza militare occidentale in Niger.
Gianluca di Feo su Repubblica

Senza armi non ce la fa. Il generale statunitense Christopher Cavoli, durante un’audizione al Congresso, ha avvertito che l’esercito russo è cresciuto del 15% rispetto all’inizio dell’invasione dell’Ucraina e ora dispone di 470.000 effettivi. Ha messo in guardia sul fatto che l’Ucraina è fortemente dipendente dal supporto estero, specialmente per munizioni da 155 mm, e senza questo aiuto è a rischio sconfitta. L’ex funzionario dell’SBU, Vasily Prozorov, ora residente a Mosca, è stato vittima di un attentato che ha causato ferite lievi. Infine, il primo ministro ucraino ha evidenziato la gravità della situazione delle mine in Ucraina, con circa il 40% del territorio da bonificare
Marta Serafini su Corriere della Sera

Estremo Nord. La tensione nell’Artico è alta per il rischio di un conflitto tra grandi potenze, con USA, NATO e Russia che si contendono il controllo della regione ricca di risorse. Le Forze speciali americane includendo i Navy Seal e i Berretti Verdi si stanno addestrando in condizioni estreme in Alaska, con esercitazioni che prevedono paracadutismi in acque gelide, evidenziando le difficoltà logistiche e fisiche di operare in un ambiente così inospitale. Il Pentagono è particolarmente interessato all’Artico anche a causa dell’aumento dell’attività commerciale e militare dovuto al riscaldamento globale. La preoccupazione principale è la possibilità di uno scontro diretto dato il coinvolgimento crescente della Russia, che ha reinvestito in basi militari della Guerra Fredda, e della Cina, che sta ampliando la sua influenza tecnologica e numerica. Gli Stati Uniti e la NATO stanno rispondendo con esercitazioni congiunte e piani di difesa, ma le sfide includono difficoltà tecniche come il congelamento di attrezzature mediche e limitazioni nelle capacità di sorveglianza e intervento veloce a causa del clima e del terreno artico
Alex Horton su Foglio – Inserto

Putin non è invincibile. La Nobel per la pace ucraina Olga Romantsova sostiene che la guerra in Ucraina ha obbligato le persone a scelte estreme e che la vittoria del paese è cruciale non solo per l’Ucraina stessa, ma anche per la sicurezza internazionale. Romantsova, che dirige il Center for Civil Liberties di Kiev, afferma che la guerra era prevedibile a causa della storia autoritaria della Russia e che ora la priorità è interrompere gli errori del passato rispettando le differenze. Rifiuta l’idea che un dialogo con i cittadini russi sia possibile, data la loro esposizione alla propaganda, sostenendo invece che è necessario superare il regime di Putin. Nonostante la situazione complicata, Romantsova si dichiara ottimista riguardo al futuro e insiste sulla necessità di vittoria e giustizia per l’Ucraina.
Giulia Zonca su Stampa

Non fatelo. Il conflitto tra Iran e Israele è agli sgoccioli, con l’Iran che minaccia un’azione su larga scala e gli Stati Uniti che spostano la portaerei Eisenhower come deterrente. Le forze armate USA sono in allarme e preparate a difendere Israele, mentre le ambasciate consigliano ai cittadini di rimanere vicino ai centri urbani. Heidi, la milizia libanese Hezbollah, ha lanciato razzi verso Israele, e gli analisti ipotizzano diversi scenari di rappresaglia iraniana, anche a livelli nucleari. Netanyahu riunisce il consiglio di sicurezza mentre gli ospedali israeliani si preparano all’emergenza. Nel contesto, le azioni di entrambe le parti sembrano essere dettate da regole d’ingaggio ben definite per contenere l’estensione del conflitto
Davide Frattini su Corriere della Sera

Quattro scenari. Teheran valuta diverse opzioni per una possibile vendetta, potendo scegliere tra un approccio più aggressivo o un’azione più contenuta. Gli esperti hanno delineato quattro scenari principali: un attacco su larga scala con droni kamikaze e missili su siti militari israeliani; attacchi mirati con missili terra-terra su obiettivi specifici; delegare la rappresaglia alle milizie dell’Asse della resistenza in Medio Oriente; o un attacco a una sede diplomatica israeliana, il che implicherebbe l’adozione di tattiche terroristiche. Quest’ultima opzione risuona con il passato, come i tragici eventi in Argentina legati a Hezbollah e all’Iran secondo recente sentenza giudiziaria, benché l’inchiesta fosse stata complicata da ostacoli e dubbi sulla morte del giudice Nisman, che sosteneva la colpevolezza dell’Iran
Guido Olimpio su Corriere della Sera

Colpire senza troppi danni. La Repubblica Islamica dell’Iran si trova di fronte al dilemma di come rispondere al raid israeliano a Damasco senza scatenare un conflitto diretto con Israele e gli Stati Uniti, cercando di mantenere il suo ruolo regionale e sfruttare la solidarietà internazionale. Teheran intende evitare di offrire a Israele un pretesto per la guerra, come indicano le discussioni diplomatiche con gli americani e gli europei, ma al tempo stesso si dichiara pronta a rispondere all’attacco. Gli Stati Uniti, per parte loro, rafforzano le misure di sicurezza a supporto di Israele e avvertono che un attacco misurato da parte dell’Iran potrebbe prevenire un’escalation, pur riconoscendo che un errore di valutazione potrebbe avere gravi conseguenze. Infine, l’amministrazione Biden, pur considerando imminente un attacco iraniano, cerca di evitare coinvolgimenti diretti, mentre si attiva diplomaticamente presso alleati e avversari per contenere la situazione e indirizzare una risposta controllata da parte dell’Iran
Anna Lombardi su Repubblica

Il ritorno di Holalnde. Una volta detestato come presidente per il suo approccio “normale”, François Hollande ora sperimenta un’inattesa rinascita di popolarità, soprattutto tra i giovani attratti dal suo nuovo libro sull’Europa. Dopo aver scelto di non ricandidarsi nel 2017 a seguito di sondaggi sfavorevoli, Hollande è risalito nelle preferenze dei cittadini francesi, conquistando una popolarità che contrasta con le critiche passate per il suo comportamento ritenuto inadeguato alla presidenza. Rivendica successi soprattutto in politica estera, come le missioni in Mali e contro l’IS, e interna, come l’introduzione del matrimonio egualitario. Mentre incoraggia una nuova generazione di politici, la sua ritrovata fama fa riflettere sull’idea che un presidente possa essere vicino ai cittadini e attuare scelte importanti, e suggerisce la possibilità di un suo ritorno in politica
Stefano Montefiori su Corriere della Sera

Biden sostiene le Filippine. Il presidente Joe Biden ha dichiarato a Ferdinand Marcos Jr che l’alleanza tra Stati Uniti e Filippine è “ferrea”, sottolineando che il loro trattato di mutua difesa si applica agli attacchi alle forze armate filippine, in un avvertimento alla Cina.
Demetri Sevastopulo su Financial Times

Pechino turbata. Il presidente cinese Xi Jinping ha inviato un alto funzionario a Pyongyang per riaffermare la “profonda amicizia” della Cina con la Corea del Nord, mentre a Pechino e a Washington cresce la preoccupazione per la fiorente alleanza di Kim Jong Un con il leader russo Vladimir Putin. La visita di Zhao Leji, terzo membro del gruppo dirigente del Partito comunista cinese, il comitato permanente del Politburo, segna l’incontro di più alto livello tra Cina e Corea del Nord in quasi cinque anni.
Christian Davies su Financial Times

POLITICA & CRONACA DALL’ITALIA

Santanchè. L’indagine su presunti bilanci falsi che coinvolge la ministra del Turismo Daniela Garnero Santanchè e altri membri della sua famiglia, compreso il suo compagno Dimitri Kunz, è stata chiusa dai pm di Milano. Santanchè è accusata di falsificare i bilanci della Visibilia Editore e altre società affiliate dal 2016 al 2022 per occultare perdite ed evitare la ricapitalizzazione onerosa. Le indagini includono anche la truffa dello Stato per cassa integrazione legata al COVID-19. Il Tribunale civile ha commissariato il gruppo Visibilia per irregolarità e mala gestione. Santanchè ha reagito alla chiusura dell’indagine affermando di essere estranea e di aver dimostrato di avere ragione in tribunale.
Luigi Ferrarella su Corriere della Sera

L’ira di Schlein. Elly Schlein, leader del Partito Democratico, ha avuto uno scontro telefonico con Michele Emiliano, governatore della Puglia, esprimendo forte irritazione. Schlein ha intimato a Emiliano di compiere un’azione decisa: o scegliere la parte del PD altrimenti allontanare dalla sua giunta i cosiddetti “trasformisti”, accusati di giocare su due fronti, ovvero quello del PD e quello di Conte. La tensione è scaturita dopo un’intervista in cui Emiliano sembrava minimizzare la necessità di un cambiamento radicale nella giunta regionale, nonostante le pressioni e le richieste di Schlein per un rinnovamento profondo. La situazione è complicata ulteriormente dal possibile ritorno del Movimento 5 Stelle in giunta e dall’approccio di Emiliano, che ha cercato l’appoggio di altri esponenti regionali. Schlein deve ora navigare con cautela per mantenere unità e stabilità nel partito e nella regione, in vista delle elezioni imminenti.
Lorenzo Di Cicco su Repubblica

Violante. Fabrizio Cicchitto: “La mia lettura del rapporti fra la politica e la magistratura ha un taglio diverso da quello di Luciano Violante con il quale ho elementi di convergenza e ragioni di divergenza, specie nell’analisi. Condivido però il fatto che il garantismo in tutti i suoi aspetti è l’unico sbocco positivo di una tormentata vicenda storico-politica caratterizzata invece da un uso politico della giustizia”.
Fabrizio Cicchitto su Riformista

COMMENTI E CONTRIBUTI

Borsa e guerra. Il testo discute la relazione tra i mercati finanziari e i conflitti globali, notando un’asimmetria tra i record storici raggiunti in borsa e le continue guerre che affliggono diverse regioni del mondo. Mentre le borse celebrano successi finanziari, in aree come il Baltico, il Mar Nero, il Medio Oriente e il Mar Rosso, i conflitti persistono, spesso legati a opposizioni culturali e ideologiche verso l’Occidente. L’economia reale si dimostra disomogenea, con alcune aree in crescita ed altre quasi stagnanti, influenzate dal cambiamento climatico e dalle nuove dinamiche postmoderne. La situazione finanziaria attuale, con il ricorso a politiche monetarie non convenzionali e una crescente massa di capitali speculativi, solleva timori di una nuova crisi economica simile a quella del 2008. L’autore suggerisce la necessità di un rinnovato intervento regolatore nell’economia per fronteggiare l’incertezza, promuovendo una crescita che beneficî lavoratori e pensionati piuttosto che la speculazione finanziaria
Giulio Tremonti su Corriere della Sera

Due messaggi dal Def. Il Documento di economia e finanza (Def) del governo italiano è stato approvato senza il quadro programmatico abituale, rispondendo a un suggerimento dell’UE e riflettendo la prossima adozione di nuove regole del Patto di stabilità e crescita. Il documento enfatizza l’approccio prudente del governo, escludendo ulteriori politiche basate sull’indebitamento e suggerendo che l’onere degli interventi fiscali attuali dovrà essere coperto con tagli di spesa o misure fiscali compensative. È indicata un’aspettativa di aumento del rapporto debito/PIL fino al 2026, con un chiaro segnale che la stagione dei “bonus” edilizi finirà e la riduzione del debito dovrà essere guidata da una crescita economica sostenibile e da una riforma della spesa e delle entrate pubbliche. Il Def lancia quindi un messaggio chiaro e pesante sul futuro della politica fiscale italiana, invitando alla riflessione prima di elaborare nuovi provvedimenti concreti.
Giovanni Tria su Sole 24 Ore

L’allarme di Trichet. Jean-Claude Trichet, ex presidente della BCE, ha messo in guardia sul crescente livello dei debiti pubblici nelle economie avanzate, sottolineando che dal 75% del PIL pre-crisi Lehman, è salito al 114% oggi. Negli Stati Uniti, le politiche espansive hanno portato il deficit oltre il 6% del PIL con previsioni che vedono il debito superare il 100% del PIL l’anno prossimo e raggiungere il 116% nel 2034. In Francia, le previsioni di deficit sono peggiorate e sono necessari tagli alle spese per evitare un aumento delle tasse e stabilizzare il debito. L’Italia si trova in una situazione critica, con spese per interessi molto alte e la necessità di un rigido piano di rientro per portare il debito sotto il livello pre-Covid entro il 2034. Trichet avverte che l’Italia, avendo il debito pubblico più alto, rischia di più in caso di shock finanziari, come già accaduto nel 2011.
Luciano Capone su Foglio

Uovo e gallina. La tendenza a privilegiare il breve termine nelle decisioni causa sofferenza agli aggregati umani e alle democrazie, con molti incapaci di accettare il rinvio del piacere per benefici futuri. Questo approccio si riflette nella politica, come mostrato dall’azione ostruzionista di Trump, che per un vantaggio immediato nella campagna elettorale impedisce l’invio di armi in Ucraina, rischiando di danneggiare sia la sua credibilità futura che la fiducia internazionale negli USA. Le democrazie europee si trovano di fronte a scelte difficili come la difesa europea e l’Ucraina, ma l’azione politica è ostacolata dalla pressione dell’opinione pubblica incentrata sul breve termine e dalla paura di impopolari sacrifici. Autoritarismi come quello russo possono agire più liberamente, scommettendo sull’incapacità democratica di sostenere sacrifici per obiettivi a lungo termine. Tuttavia, la storia mostra che è possibile superare queste sfide con leadership coraggiose, pronte ad adottare decisioni impopolari nell’interesse del futuro
Angelo Panebianco su Corriere della Sera

L’incubo di un conflitto regionale. Il clima di forte tensione tra Israele e Iran è salito di livello a seguito di un attacco israeliano a Damasco che ha eliminato due comandanti della Guardia rivoluzionaria iraniana, con potenziali conseguenze che potrebbero portare a un conflitto regionale. Israele, consapevole di una possibile reazione iraniana, si è preparato sia per la difesa immediata che per possibili rappresaglie. Gli Stati Uniti hanno lanciato un allarme, tentando di prevenire l’escalation e tenere a freno Netanyahu da un’offensiva contro Rafah, mentre cercano di negoziare una tregua con Hamas. Le tensioni esistenti rischiano di costringere gli Stati Uniti ad intervenire a sostegno di Israele e di regionalizzare la crisi, con gli Stati arabi che potrebbero sentirsi obbligati a prendere posizione. La situazione rimane incerta, con Israele che vive all’ombra del rischio di attacchi e con il futuro della regione in bilico
Stefano Stefanini su Stampa

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