Rassegna stampa 15 aprile

SICUREZZA

Scenari Difesa. Al convegno dal titolo “Il futuro dell’industria ligure tra sfide geopolitiche, innovazione e transizione green e digitale” saranno presenti Marco Bucci, sindaco di Genova, Stefania Craxi, presidente della Commissione Affari Esteri e Difesa del Senato, Roberta Pinotti, ex ministra della Difesa, Edoardo Rixi, viceministro delle Infastrutture e Giovanni Toti, presidente della Regione Liguria. Al tavolo anche i vertici dei tre gruppi industriali, i ceo di Leonardo Roberto Cingolani, di Ansaldo Energia Fabrizio Fabbri e di Fincantieri Pierroberto Folgiero.
su Repubblica Genova

Dalla difesa ai robot. Nel Lazio è attivo il network dei Leonardo Innovation Labs, «gli incubatori tecnologici che supportano il nostro gruppo nel convalidare le tecnologie più all’avanguardia, in particolare quelle digitali», spiega Simone Ungaro, chief innovation officer di Leonardo, per il quale il Lazio è la seconda regione per valore aggiunto dopo la Lombardia, con 1,9 miliardi pari a oltre l’1% del Pil regionale e all’1% dell’occupazione. Gli investimenti in ricerca e sviluppo sono pari al 13% della spesa totale delle imprese nella regione
Eugenio Occorsio su Repubblica Roma

La lunga notte di paura. Circa il 99% dei droni e missili lanciati dall’Iran, annunciati come una rappresaglia per l’uccisione di un loro generale, è stato intercettato e abbattuto da Israele e i suoi alleati, chiudendo così l’”Operazione Promessa Mantenuta”. Mentre l’Iran dichiara conclusa l’operazione, Biden chiede a Netanyahu di considerare quanto accaduto una vittoria ed evitare l’escalation, ma Israele promette una risposta nei propri tempi. Il G7 si esprime contro l’escalation, mentre la vita quotidiana in Israele cerca di tornare alla normalità in un clima di tensione per le festività della Pasqua ebraica. L’attacco iraniano appare come un punto di svolta nel conflitto, ma nonostante i danni limitati, evidenzia la possibilità di formare nuove coalizioni regionali contro l’Iran, mentre il sistema di difesa israeliano Iron Dome mostra ancora una volta la sua efficacia.
Davide Frattini su Corriere della Sera

Crosetto. Il ministro della Difesa italiano, Guido Crosetto, esprime la speranza che Israele scelga una risposta moderata all’attacco iraniano, allo scopo di evitare un’escalation del conflitto. Crosetto critica la strategia di Israele nella gestione della situazione a Gaza, evidenziando come possa danneggiare la percezione internazionale di Israele e mettere a rischio il processo di pace. D’altra parte, l’Iran ha dimostrato la propria capacità militare con un notevole attacco, che tuttavia è stato efficacemente contrastato dal sistema di difesa israeliano, con l’aiuto internazionale. La posizione dell’Italia si allinea alla comunità internazionale, rifiutando un’escalation, ma gli sviluppi geopolitici rischiano di avere ripercussioni economiche e non cambiano i piani di Israele per la Palestina. Crosetto si dice preoccupato per la situazione di guerra globale, ma non intende cedere al pessimismo.
Paola di Caro su Corriere della Sera

Deescalation. Il vicesegretario generale della NATO, Mircea Geoană, condanna gli attacchi iraniani su Israele e invita alla moderazione data l’alta tensione in Medio Oriente. Sottolinea che la NATO non fa parte del conflitto, ma è impegnata in sforzi diplomatici per mantenere la calma nella regione. Geoană evidenzia l’importante ruolo dell’Italia sotto l’UE e la necessità di sostenere l’Ucraina contro l’alleanza di Russia, Cina, Iran e Corea del Nord. Ricorda che gli stati membri della NATO devono investire di più nella difesa per proteggere la sicurezza europea. Infine, nulla indica l’ipotesi di dispiegamento di truppe NATO in Ucraina nonostante l’importanza del sostegno militare al paese.
Letizia Tortello su Stampa

Target. Israele mira a colpire il programma nucleare iraniano, in particolare gli impianti di arricchimento dell’uranio a Isfahan, Natanz, Fordo e il reattore di Arak. Tuttavia, la realizzazione di un tale attacco è incerta senza il supporto degli Stati Uniti, soprattutto per il rifornimento di carburante. Altre opzioni potrebbero includere raid contro altre strutture iraniane o contro alleati dell’Iran come Hezbollah in Libano. Il successo di un attacco diretto è tuttavia incerto e le problematiche comprendono sia la diplomazia che la difesa aerea iraniana.
Daniele Raineri su Repubblica

Scudo politico militare. La collaborazione tra USA, Israele e nazioni sunnite, attraverso l’accordo segreto chiamato Middle East Air Defence (MEAD), ha creato un cambiamento significativo negli equilibri politico-militari del Medio Oriente. Questa alleanza è stata determinante per Israele nel contrastare le minacce missilistiche provenienti dall’Iran, grazie al condiviso impegno nella difesa aerea e allo scambio di informazioni sensibili tra le nazioni. Nonostante le relazioni con Israele rimangano delicate e segrete a seguito di conflitti come quello con Hamas, la coalizione MEAD ha superato un’importante prova e potrebbe diventare un modello per le future relazioni geopolitiche nella regione. L’incremento della minaccia iraniana, rafforzata dagli scambi tecnologici con la Russia e dal supporto cinese, sta portando attenzione anche da parte dell’Europa, che osserva con preoccupazione l’escalation e considera come proteggersi da simili minacce. L’impatto di quest’alleanza strategica potrebbe influenzare significativamente non solo la sicurezza del Medio Oriente, ma anche quella europea, modificando i rapporti di forza e la strategia diplomatica nella regione
Gianluca Di Feo su Repubblica

La Raf per Israele. I jet da combattimento della RAF hanno abbattuto numerosi “droni suicidi” sparati contro Israele dall’Iran e dai suoi proxy nel fine settimana, nella prima “missione di combattimento aria-aria” del Regno Unito dai tempi del conflitto delle Falkland. Mentre l’Iran lanciava un attacco senza precedenti con centinaia di droni, missili balistici e da crociera, i Typhoon della RAF, in stato di massima allerta nella regione, hanno lanciato un contrattacco per proteggere Israele. I Typhoon inviati dalla RAF Akrotiri a Cipro stavano sorvolando l’Iraq e la Siria quando hanno sparato contro i droni d’attacco iraniani, noti come “droni suicidi” perché volano contro gli obiettivi ed esplodono al momento dell’impatto La vittima più grave dell’attacco è stata una bambina di sette anni, gravemente ferita dalle schegge di un missile balistico intercettato.
Matt Dhatan sul Times

Difesa robusta. Il filmato mostrato dalla televisione di Stato iraniana di missili e droni che incendiano Israele non poteva essere più apocalittico (scrive Samer Al-Atrush). “Una promessa mantenuta”, recitava lo striscione. Teheran si era vendicata in modo terribile per l’attacco al suo consolato a Damasco del 1° aprile, per il quale aveva incolpato Israele. Si trattava però di vecchi filmati di vigneti cileni in fiamme riciclati dalla TV di Stato. La punizione dell’Iran è consistita nel telegrafare l’attacco per giorni prima di lanciare un attacco al rallentatore con droni a elica che ha dato a Israele e agli Stati Uniti ore per rintracciare e intercettare le armi. Gli iraniani affermano di aver raggiunto il loro obiettivo dichiarato – una rappresaglia per salvare la faccia all’attacco di Damasco, che ha ucciso sette soldati delle Guardie Rivoluzionarie, tra cui due generali.
Samer Al-Atrush sul Times

Aiuti non incondizionati. Le sofferenze dei civili a Gaza – decine di migliaia di morti, molti dei quali bambini; centinaia di migliaia di senzatetto, molti dei quali rischiano di morire di fame – sono diventate più di quanto un numero crescente di americani possa sopportare. Eppure il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu e i suoi alleati ultranazionalisti al governo hanno sfidato gli appelli americani per una maggiore moderazione e un aiuto umanitario. L’impegno degli Stati Uniti nei confronti di Israele – che comprende 3,8 miliardi di dollari all’anno in aiuti militari, il più grande esborso di aiuti esteri americani a qualsiasi paese del mondo – è il riflesso della relazione eccezionalmente stretta e duratura tra i due Paesi.
su New York Times International Edition

Iron Dome. La raffica di oltre 300 droni armati e missili a lungo raggio che l’Iran ha sparato contro Israele nella tarda serata di sabato è stata accolta da una risposta difensiva senza precedenti. Secondo l’esercito israeliano, il 99% dei proiettili è stato intercettato e solo una manciata di missili balistici è atterrata in territorio israeliano. Questi hanno causato danni minimi a una base aerea nel sud del Paese, anche se un bambino è stato gravemente ferito, probabilmente dalla caduta di schegge. “L’attacco iraniano, così come era stato pianificato, è stato sventato”, ha dichiarato Daniel Hagan, portavoce capo delle Forze di Difesa israeliane, nelle prime ore di domenica. L’Iran ha lanciato il suo attacco come ritorsione per un sospetto attacco israeliano a Damasco all’inizio del mese che ha ucciso diversi comandanti iraniani, la prima volta che ha preso di mira direttamente lo Stato ebraico.
Neri Zilber su Financial Times

Difesa aerea. L’Iran mantiene un arsenale militare obsoleto dagli anni ’80, tuttavia, il comandante in capo delle Guardie della rivoluzione islamica, Hossein Salami, minaccia ritorsioni contro eventuali aggressioni israeliane. Se da un lato l’attacco con droni e missili verso Israele dimostra l’inadeguatezza delle armi iraniane, bloccate dal sistema difensivo israeliano, dall’altro evidenzia il rischio crescente legato alle ambizioni nucleari dell’Iran. L’azione iraniana ha riacceso i riflettori sulla questione nucleare, preoccupando la comunità internazionale e obbligando l’Iran ad abbandonare la sua posizione ambigua di “burattinaio” nel panorama geopolitico. In questo contesto, gli Stati Uniti, insieme a Regno Unito, Francia e alleati regionali, si impegnano a proteggere Israele, mentre all’interno dell’Iran, dissidenti e intellettuali continuano a lottare per le libertà oppresse dal regime degli ayatollah.
Marco Ventura su Messaggero

Superscudo. L’Iran ha effettuato un intenso attacco contro Israele con droni, missili da crociera e missili balistici, mirando a saturare il sistema di difesa israeliano. Nonostante ciò, il sistema di difesa aerea di Israele, inclusi l’Iron Dome e l’Arrow3, ha dimostrato una notevole efficacia intercettando il 99% dei più di 300 vettori d’attacco. Il costo di tale difesa è significativo: Israele ha speso oltre un miliardo di dollari in una notte e ha ricevuto abbondanti contributi dagli USA negli anni passati. Nonostante le pressioni internazionali per una risposta moderata, si pone il dubbio dell’efficacia a lungo termine della difesa passiva di Israele, specialmente considerando i costi elevati e la possibilità di esaurimento delle riserve di missili in uno scenario continuativo di attacchi.
Matteo Sacchi su Giornale

Il sistema. Durante l’attacco missilistico dell’Iran contro Israele fra sabato e domenica, conosciuto come “la notte più lunga”, Israele ha intercettato il 99% dei 320 ordigni lanciati, inclusi droni, missili da crociera e balistici, grazie ai suoi sistemi di difesa stratosferici Arrow, Fionda di Davide e Iron Dome. Nonostante danni limitati a strutture aeree e a una civile beduina, la difesa è costata 1,35 miliardi di dollari. Alcuni missili balistici sono entrati in territorio israeliano, ma la maggior parte è stata neutralizzata grazie alla cooperazione internazionale, inclusi contributi dagli Stati Uniti e altri paesi europei. L’Iran, pur affermando di non voler continuare le operazioni, mostra la propria potenza militare con un arsenale che supera i 3.000 missili.
Mirko Molteni su Libero Quotidiano

Stress test. Il sistema di difesa aereo di Israele ha brillantemente superato un “stress test” il 13 aprile, dimostrando la sua robustezza di fronte a un attacco massiccio e multilaterale, suscitando l’ammirazione degli esperti e inviando un avvertimento a chi considerasse attacchi futuri. Mentre il fallimento dell’aggressione iraniana potrebbe mitigare le tensioni, non è garantito che Teheran rinunci alla vendetta, né è chiaro se ciò causerà una reazione bellicosa da parte di Israele. Nonostante il grave attacco rappresenti un’intensificazione nel conflitto, le difese aeree israeliane risultano essere estremamente efficaci. La diplomazia in Medio Oriente è attiva e continua, anche se la strategia di deterrenza sembra non funzionare più come prima, richiedendo approcci più sofisticati e decisi, specialmente per Israele, che potrebbe trarre vantaggio da un punto di svolta strategico e ripristinare relazioni con i paesi arabi precedentemente ostili
Leonardo Tricarico su Tempo

A cosa devono prepararsi gli investitori. L’attacco dell’Iran a Israele I segnali per gli investitori sono improvvisamente cambiati radicalmente durante il fine settimana. Sei mesi dopo l’attacco terroristico di Hamas contro Israele, i mercati finanziari sono improvvisamente di nuovo sotto l’incantesimo della geopolitica. Nell’ottobre 2023 lo shock provocato dall’attacco di Hamas alle borse è stato forte ma relativamente breve. Anche questa volta gli investitori devono essere preparati a forti oscillazioni. Ma molti elementi suggeriscono che l’attuale escalation lascerà segni più profondi sui mercati globali. Perché esiste la minaccia di quello che gli operatori di mercato considerano uno dei maggiori, se non il più grande, rischio per il rally che va avanti da mesi: una conflagrazione in Medio Oriente. Molto dipenderà dalla risposta di Israele al primo attacco di questo tipo. Ma una cosa è già chiara: che si tratti del prezzo del petrolio, delle obbligazioni o dell’oro, delle azioni o delle criptovalute, l’escalation sarà in ogni caso epocale. Ciò è particolarmente vero per i mercati petroliferi.
Stefan Reccius su Handelsblatt

G7. I leader del G7 esprimono un cauto pessimismo riguardo la crisi in atto tra Iran e Israele e applicano pressioni su Benjamin Netanyahu per contenere la situazione. Nella dichiarazione finale, omettono il termine “cessate il fuoco” e pongono come priorità sia il contenimento di Israele sia la fermata degli attacchi da parte dei proxy dell’Iran, come Hezbollah e i ribelli Houthi. Il presidente del Consiglio europeo Charles Michel sottolinea l’importanza di un immediato cessate il fuoco per far fronte alla crisi di Gaza. Infine, Giorgia Meloni si consulta con Antonio Tajani sulle misure diplomatiche da seguire e riceve l’offerta di collaborazione da parte di Elly Schlein, segretaria del Partito Democratico
Ilario Lombardo su Stampa

Capri blindata. Capri si prepara ad ospitare il G7 dei ministri degli Esteri da mercoledì a venerdì, con un incremento delle misure di sicurezza a seguito della crisi in Medio Oriente dovuta all’attacco dell’Iran a Israele. Il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha dichiarato un’allerta massima per obiettivi sensibili, mentre l’isola viene paragonata a una “grande nave” blindata per assicurare la protezione del summit. Sono previsti controlli intensificati, briefing coordinati dal prefetto di Napoli e il posizionamento di pattuglie e unità di intervento speciale. Per la sicurezza vengono istituiti checkpoint al porto, limitazioni alla circolazione e sorveglianza aerea, inclusi droni. La questione Medio Oriente sarà uno dei punti centrali dell’agenda del G7, insieme ad altri temi come terrorismo, NATO e Ucraina, e si prevede la stesura di un documento finale sulla situazione nella regione.
Lorenzo Calò su Mattino

Faro su Vaticano. Allarme sicurezza in Italia: il governo, in risposta all’aumento della tensione tra Israele e Iran, ha innalzato la vigilanza sui 250 obiettivi ritenuti sensibili, tra cui ambasciate e luoghi di culto. Il ministro dell’Interno è in coordinamento con i prefetti per attuare misure preventive, con particolare attenzione a sedi diplomatiche e comunità legate a Teheran. Oggi si tiene una riunione fondamentale al Viminale con i vertici delle forze di polizia e dell’intelligence per rivedere e aggiornare le strategie di sicurezza. Le tensioni si ripercuotono anche sui trasporti, con la cancellazione di voli da e per aree a rischio, e sui cortei del 25 aprile, dove si temono scontri tra gruppi di ideologie opposte. Il foco è inoltre posto su istituti educativi e su eventi come le manifestazioni pro Palestina, richiedendo azioni di intelligence e un monitoraggio costante.
su Sole 24 Ore

Comitato. l ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha convocato il Comitato nazionale per l’ordine e la sicurezza pubblica in seguito agli attacchi iraniani a Israele e alla rafforzata vigilanza in occasione di Pasqua. In Italia, 250 luoghi sensibili, inclusi ambasciate e sinagoghe, sono sotto stretto controllo specie a Roma, dove si trovano molti degli obiettivi primari. Aumenta la sorveglianza anche in aeroporti, porti, centri commerciali e altri luoghi di aggregazione in risposta alla minaccia di attacchi da parte di lupi solitari. L’intelligence, insieme alle forze dell’ordine, svolge un importante lavoro di prevenzione e monitoraggio di possibili episodi di radicalizzazione. Dal gennaio 2023, 101 persone sono state espulse dall’Italia per ragioni di sicurezza, dimostrando la continua vigilanza contro il terrorismo
Rinaldo Frignani su Corriere della Sera

Marte. Marte si prepara a svelare tutti i suoi segreti. E quando questo accadrà, buona parte del merito sarà di uno dei maggiori player del distretto aerospaziale piemontese, Thales Alenia Space. Nei giorni scorsi, infatti, la joint venture tra Thales e Leonardo , ha siglato con l’Esa, Agenzia Spaziale Europea, un contratto di circa 522 milioni di euro, per la continuazione delle attività necessarie al completamento della missione ExoMars 2028.
Massimiliano Sciullo su Repubblica Torino

Prima volta europea. L’accordo con l’Esa per svelare i segreti di Marte e che vede Thales Alenia Space protagonista. “La missione è importantissima, è la prima volta che l’Europa porta un rover tutto suo e fa esperimenti prelevando campioni in profondità, nel suolo di Marte. Secondo gli scienziati, due metri possono essere stati uno spessore sufficiente a proteggere eventuali tracce di vita dall’intensissimo campo di radiazioni del pianeta rosso”, spiega Massimo Claudio Comparini, ad di Thales Alenia Space Italia.
su Repubblica Torino

Star Bottle. Star Bottle è il progetto italiano «vuole dare a tutti la possibilità di inviare un messaggio (testo, immagine, audio o video) verso la Via Lattea. Un modo per avvicinare le persone allo spazio, un’iniziativa di democratizzazione dello spazio». I messaggi saranno raccolti a partire dal prossimo primo maggio sulla piattaforma online di Star Bottle, convertiti in codice binario, ha detto Zambarelli «che per noi è un linguaggio universale» e poi «trasferiti sulla piattaforma di Telespazio al Fucino per essere lanciati verso la Via Lattea i110 agosto», notte di San Lorenzo quando per tradizione si scruta il cielo a caccia di stelle cadenti, lo sciame di Perseidi, frammenti di cometa che attraversano le notti in quel periodo.
su Quotidiano del Sud L’Altravoce dell’Italia

Et. Silvia Piranomonte, astronoma dell’Istituto Nazionale di Astrofisica, discuterà dell’Einstein Telescope al Festival delle Scienze di Roma, rivelando le potenzialità di questo strumento in grado di osservare fenomeni preclusi finora alla ricerca, come la fusione di stelle di neutroni e buchi neri. L’astronoma ha già contribuito significativamente alla ricerca con la scoperta delle controparti elettromagnetiche delle onde gravitazionali. L’Einstein Telescope, che l’Italia spera di ospitare in Sardegna grazie alle condizioni geologiche favorevoli, sarà un rivelatore di onde gravitazionali capace di esplorare l’universo giovane. Questo progetto internazionale aprirà una nuova fase nell’astronomia multimessaggera, promettendo scoperte rivoluzionarie sull’universo e sulle origini di strutture astronomiche fondamentali.
Paolo Travisi su Messaggero

Musk. Elon Musk ha trovato difficoltà nel fare affari con l’Italia, specialmente dopo un disaccordo con Tim, ma molte piccole e medie imprese italiane si stanno proponendo per collaborazioni, in particolare per progetti spaziali di SpaceX previsti nei prossimi cinque anni con la NASA. Nonostante incontri ad alto livello, affari concreti con il governo italiano sono ancora inesistenti e l’Italia ha optato per una posizione cautelativa riguardo la transizione all’elettrico, non favorendo la vendita di veicoli Tesla nel Paese. Tuttavia, la presenza di Musk in Italia si manifesta attraverso investimenti privati e collaborazioni settoriali, mentre le contese come quella su Starlink mostrano tensioni nelle dinamiche di mercato. L’impatto di Musk e delle sue aziende si estende anche alla proposta di tecnologie avanzate come quelle di Neuralink, senza contare la rilevanza di investimenti in infrastruttura digitale e comunicazione sicura
Antonella Baccaro su L’Economia del Corriere della Sera

Anello debole. L’industria aerospaziale ha due facce. Da un lato, non è mai stata così forte. Guidata da Airbus, che è inondata di ordini, con un record di 2.319 nuovi contratti firmati nel 2023 e più di 8.550 aerei da produrre. Entro il 2022, l’industria aerospaziale sarà ancora una volta il maggior contributo alla bilancia commerciale, con un saldo netto di 22 miliardi di euro.
Véronique Guillermard su Figaro

Cybersicurezza. Antonio Arlia Ciombo, un hacker etico italiano, si dedica nel tempo libero a individuare vulnerabilità in sistemi e applicazioni, spesso ricevendo in cambio riconoscimenti simbolici. In paesi come l’Olanda, dove ha scoperto una grave falla nel sistema meteo nazionale, esistono programmi di Bug Bounty che premiano chi segnala problemi di sicurezza; in Italia, però, Azioni del genere sono rare e si potrebbe persino incorrere in azioni legali. Secondo la presidente della commissione Antimafia, nel paese esiste un’urgente necessità di migliorare la cybersicurezza, specialmente data l’attrattività dei dati personali italiani – sanitari, fiscali ed economici – che possono essere rivenduti sul mercato nero o utilizzati per danneggiare aziende. Nonostante le criticità, Arlia Ciombo evidenzia che è quasi impossibile per un hacker non lasciare tracce dietro di sé.
Felice Manti su Giornale

ECONOMIA & FINANZA DALL’ITALIA E DAL MONDO

Patto con il fisco. La riforma tributaria italiana introduce il “patto con il Fisco”, un concordato preventivo biennale che mira a essere centrale nella prossima legge di Bilancio e che punta a finanziare la riduzione delle imposte con il maggior gettito derivante dai redditi proposti dal Fisco. Tuttavia, molti aspetti applicativi restano irrisolti, con commercialisti e professionisti che devono affrontare almeno dieci nodi cruciali, tra cui il calcolo dei debiti che precludono l’accesso al concordato e la gestione delle perdite su crediti. Il software delle Entrate per calcolare il reddito proposto sarà disponibile entro il 15 giugno, mentre l’adesione sarà possibile fino al 15 ottobre. Il decreto legislativo 13/2024 ha stabilito le normative di base, ma persistono dubbi inerenti, ad esempio, alle modifiche di regime fiscale, alle cause di esclusione dagli Isa e all’impatto degli errori nella compilazione dei modelli Isa
Cristiano Dell’Oste su Sole 24 Ore

Pnrr. Il primo trimestre del 2024 ha visto un notevole aumento dei contenziosi tra il Fisco e i contribuenti, con un incremento del 38% nelle nuove liti in prima istanza rispetto allo stesso periodo del 2023, passando da 41.928 a 57.858 ricorsi. Questa crescita rappresenta un serio ostacolo per il successo del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), dato che era previsto un taglio del contenzioso in Cassazione entro il 2022, obiettivo che non è stato raggiunto. Le misure deflattive introdotte dai governi Draghi e Meloni non hanno sortito gli effetti desiderati, anzi sembrano aver aggravato la situazione. Esperti hanno proposto un filtro a monte dei contenziosi per ridurre il carico sui giudici di legittimità, mentre il Consiglio di presidenza della giustizia tributaria attende un concorso per giudici fiscali e sta considerando una riorganizzazione degli uffici giudiziari.
Ivan Cimmarusti su Sole 24 Ore

Rischio escalation. I mercati finanziari si trovano di fronte al rischio di un’escalation del conflitto in Medio Oriente, il quale potrebbe influenzare negativamente i listini azionari, il prezzo dell’energia, l’inflazione e i tassi di interesse. Tuttavia, a seguito di un attacco sorpresa di Hamas contro Israele, le borse inizialmente crollarono, ma poi si ripresero rapidamente, iniziando un rally grazie all’intervento delle banche centrali. La reazione dei mercati a un simile evento oggi potrebbe essere contenuta, a meno che non si percepisca un’escalation del conflitto. Un aumento dei prezzi del petrolio potrebbe complicare la lotta all’inflazione, con impatti significativi da monitorare in termini di politica delle banche centrali e possibili scelte di investimento verso beni rifugio come l’oro
Morya Longo su Sole 24 Ore

Oro e petrolio. Oro e petrolio hanno raggiunto livelli record, con il prezzo dell’oro al massimo storico e quello del petrolio oltre i 90 dollari al barile, in un contesto di elevata volatilità dei mercati influenzato da tensioni geopolitiche. Le recenti azioni iraniane, tra cui attacchi verso Israele, hanno aumentato il rischio geopolitico, e benché le rappresaglie fossero prevedibili, l’impatto sui mercati rimane incerto. Gli investitori avevano anticipato alcuni sviluppi, incrementando la corsa al rialzo delle materie prime alimentata sia da situazioni geopolitiche sia da speculazioni e prospettive economiche variabili. L’incertezza sul futuro comportamento dell’Iran, specialmente riguardo a potenziali blocchi allo Stretto di Hormuz, essenziale per il trasporto del petrolio, potrebbe portare a nuovi picchi di volatilità. La tensione nel Medio Oriente, in particolare con possibili implicazioni saudite e i recenti sequestri di navi, potrebbe avere conseguenze significative sui mercati globali
Sissi Bellomo su Sole 24 Ore

L’imbuto di Suez. La missione militare internazionale Prosperity Guardian, guidata dagli USA, e la missione europea Aspides hanno risposto agli attacchi degli Houthi nello stretto di Bab el-Mandeb, ma nonostante i loro sforzi e costi esorbitanti, non sono riuscite a fermare il calo del traffico commerciale nel Canale di Suez. Il traffico è diminuito del 63% in aprile rispetto all’anno precedente, influenzando significativamente i porti mediterranei come Genova e Ravenna, che hanno visto crollare import ed export. Gli Houthi hanno continuato a lanciare attacchi, nonostante le azioni di interdizione delle missioni militari. La Cina, nonostante abbia interessi commerciali nella regione, rimane inattiva di fronte alla situazione, preferendo evidentemente osservare il declino dell’influenza occidentale piuttosto che intervenire.
Federico Fubini su L’Economia del Corriere della Sera

Mare insicuro. Il trasporto di merci via aereo in Italia è ben al di sotto del suo potenziale, dato che l’Italia, pur essendo la settima potenza industriale, trasferisce meno merci per via aerea rispetto a paesi come il Belgio e la Germania. Malpensa, nonostante abbia raggiunto un record storico di merci trasportate, si scontra con limitazioni ambientali relative al suo piano di espansione da 44 ettari per via delle restrizioni imposte dal Ministero dell’Ambiente. La crescita del settore cargo aereo potrebbe essere favorita dalle attuali difficoltà del trasporto navale, con principali compagnie che evitano il Mar Rosso a causa di conflitti, inducendo un aumento del 11,9% del cargo aereo rispetto all’anno precedente. La situazione è complicata da dinamiche politiche e da indagini della Commissione Europea riguardo alla legalità dell’ampliamento di Malpensa, mentre Enac valuta alternative come l’aeroporto di Brescia Montichiari, indicando la necessità di diversi interventi per rilanciare il settore cargo in Italia.
Aldo Fontanarosa su Repubblica Affari&Finanza

Rivoluzione risparmio. Quanto è importante la Capital Markets Union (CMU) per il mercato finanziario europeo, puntando sulla necessità di un mercato bancario più omogeneo per sostenere le sfide economiche e stimolare la crescita. Le banche europee devono aumentare di dimensioni e diversificarsi per competere globalmente, supportando le aziende e gli investitori nella gestione delle risorse finanziarie. L’Italia, con un mercato di capitali relativamente poco sviluppato, deve assumere un ruolo attivo nello sviluppo della CMU e superare gli ostacoli storici per promuovere l’utilizzo del risparmio nel mercato dei capitali. Infine, il testo suggerisce delle misure specifiche per potenziare il mercato finanziario italiano, inclusi la creazione di fondi di investimento di grandi dimensioni e il rifacimento della fiscalità d’impresa, esortando a un impegno congiunto per affrontare questa “ultima chiamata” per rilanciare l’economia tramite i mercati finanziari.
Stefano Caselli su L’Economia del Corriere della Sera

Rimediare ai pasticci del Dl capitali. Luca Enriques, ex commissario della Consob, critica aspetti della recente legge Capitali che, a suo parere, hanno creato confusione e potrebbero intaccare i diritti degli azionisti minoritari. Tra i problemi segnalati ci sono la maggiore concentrazione del potere in mano ai grandi azionisti e le modifiche procedurali per il rinnovo dei consigli di amministrazione, che potrebbero disincentivare la presentazione di liste indipendenti. Enriques evidenzia inoltre una tendenza contraria agli obiettivi di attrattiva per il mercato azionario italiano e suggerisce la necessità di bilanciare la deregolamentazione con la tutela dei diritti di minoranza. Infine, il testo menziona la criticata abolizione delle comunicazioni di internal dealing che fornivano trasparenza contro l’insider trading, lasciando spazio a possibili rimedi per migliorare la situazione attuale. La capitale di mercato e il numero di società quotate mostrano una tendenza alla riduzione, suggerendo una diminuzione dell’attrattiva di Piazza Affari
Vittoria Puledda su Repubblica Affari&Finanza

Un tesoro. Il settore manifatturiero italiano mostra segnali di ripresa con l’Indice Pmi Manifatturiero salito a 50,4 a marzo 2024, indicando la prima espansione dopo 11 mesi di contrazione, con una prospettiva di crescita prevista per il 2025. L’Italia è quarta a livello globale nella produzione di macchinari industriali, con il 46% che li connette a internet, ma meno della metà delle imprese sfrutta i dati generati per miglioramenti. Secondo un report del Politecnico di Milano, mentre la connettività dei macchinari è diffusa, le aziende struggono ad utilizzare i dati raccolti per ottimizzare. La mancanza di competenze e di una chiara comprensione del valore dei dati è un ostacolo, nonostante una crescente attenzione all’uso di IoT per la manutenzione predittiva e la qualità del controllo. Il nuovo Piano Transizione 5.0 prevede investimenti per 6,3 miliardi di euro per il biennio 2024-2025, enfatizzando i temi ambientali e la formazione del personale
Giulia Cimpanelli su Repubblica Affari&Finanza

Produttività. Uno studio del McKinsey Global Institute evidenzia che la produttività in Occidente è stagnante e suggerisce che per stimolare la crescita globale sono necessari investimenti in intelligenza artificiale e sostenibilità ambientale. Mentre i paesi emergenti, guidati da India e Cina, hanno visto un incremento significativo della produttività, l’Occidente e in particolare l’Italia sono rimasti indietro, anche a causa di una riduzione negli investimenti. Il McKinsey suggerisce che utilizzare bene il Pnrr e investire in tecnologia e transizione ambientale potrebbero portare a un sensibile aumento del Pil pro-capite entro il 2030. Il Fondo Monetario Internazionale ricalca questa posizione, promuovendo inoltre politiche di apertura dei mercati e riforme volte a migliorare l’accesso alla finanza
Raffaele Ricciardi su Repubblica Affari&Finanza

Patente con lo sconto. Il decreto sulla sicurezza inserito nel decreto Pnrr affronta la sicurezza sul lavoro, ma nonostante alcune conquiste come l’estensione della parità normativa e economica ai lavoratori in subappalto, la discussione ha sollevato critiche per le occasioni perse, come il mancato divieto al subappalto a cascata e l’introduzione del reato di omicidio sul lavoro. Alcune penalizzazioni per le aziende in caso di infortuni sono state ridotte, e la patente a punti per le imprese partirà con regole che privilegiano l’autocertificazione e sanzioni che dipendono da sentenze definitive. Le sanzioni economiche sono state rimodellate, con una percentuale del 10% del valore dei lavori e l’esclusione temporanea dai lavori pubblici per inosservanze delle norme sulla sicurezza. La norma sull’obbligatorietà del Durc di congruità rimane confusa, con limiti di valore minimo per l’applicazione delle sanzioni al committente che non è stato abbassato come proposto. La riforma continuerà a essere oggetto di dibattito e potenziali modifiche future.
Valentina Conte su Repubblica

Medici. Entro i prossimi sei anni, circa un terzo dei medici di famiglia in Italia andrà in pensione, lasciando scoperte molte posizioni, dato che le nuove assunzioni non saranno sufficienti a coprire il deficit. L’assistenza dei medici di base è fondamentale in un contesto sanitario già gravato da carenze e lunghe liste d’attesa. Il problema è esacerbato da un appeal decrescente della professione tra i giovani laureati, dovuto a remunerazioni ridotte e formazione inadeguata. Il percorso formativo è obsoleto e non si allinea alle moderne aspettative del ruolo, pertanto si suggerisce un cambiamento verso una formazione specializzata come quella delle scuole europee di Family Medicine. Infine, si evidenzia una tensione tra i medici più giovani, che preferirebbero un rapporto di dipendenza con il servizio sanitario, e le posizioni più tradizionali, che favoriscono lo status quo di libera professione.
Milena Gabanelli su Corriere della Sera

Tim. Il mercato ha risposto con dissenso al nuovo piano di Tim senza rete, portando alla luce i contrasti tra gli azionisti, specialmente con il rinnovo imminente del board il 23 aprile. Due fondi attivisti, Merlyn Capital e Bluebell, con differenti visioni per l’azienda, puntano a controllare il consiglio e influenzare la vendita della rete a Kkr. La lista ufficiale appoggiata da Tim e da alcuni fondi, propende per mantenere l’attuale CEO, mentre Merlyn Capital cerca sostegno per trasformare Tim in una tech-company e Bluebell vuole valorizzare diversamente le attività senza frammentarla, sperando di vincere con il supporto di Vivendi. L’esito dipenderà dalle decisioni di Vivendi e dall’assemblea in cui si discuterà anche il taglio dei membri del consiglio, determinante per il futuro assetto gestionale e per ristabilire la fiducia nel mercato superando conflittualità precedenti.
Federico de Rosa su L’Economia del Corriere della Sera

Intel. Intel, con il CEO Patrick Gelsinger in carica dal 2021, punta a rilanciare la produzione interna di microchip negli Stati Uniti per ridurre la dipendenza tecnologica da paesi come Taiwan, Corea del Sud e Cina. Nonostante gli USA siano leader nella progettazione di semiconduttori, hanno perso terreno nella fabbricazione, ambito in cui Intel intende raddoppiare la propria quota di mercato entro un decennio. Supportato da iniziative come l’Inflation Reduction Act e il Chips Act dell’amministrazione Biden, il piano di Intel include la costruzione di nuove fabbriche e una maggiore apertura nelle politiche di immigrazione, al fine di attrarre talenti nell’ingegneria elettronica. Gelsinger approva le restrizioni commerciali mirate verso la Cina, eccetto per i semiconduttori di media qualità, sottolineando l’importanza del mercato cinese per le vendite globali di semiconduttori.
Federico Rampini su L’Economia del Corriere della Sera

POLITICA & CRONACA DAL MONDO

Opzioni. Il gabinetto di guerra israeliano si è riunito ieri per discutere le possibili risposte a un massiccio attacco notturno di droni e missili iraniani, mentre il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha esortato alla moderazione e il Medio Oriente si è avvicinato a una vera e propria guerra regionale. L’Iran ha lanciato l’attacco, il primo dal suo territorio contro lo Stato ebraico, come ritorsione per un presunto attacco israeliano a Damasco all’inizio del mese che ha ucciso diversi comandanti iraniani. Le discussioni proseguono con tutti i partner chiave del Paese, in particolare con l’amministrazione statunitense, ma la decisione finale spetta a Israele, ha aggiunto la persona. Biden ha consigliato a Israele di adottare un approccio misurato.
Bita Ghaffari su Financial Times

Conflitto allargato. Una sorta di rappresaglia iraniana era stata preannunciata da quando, il 1° aprile, un sospetto attacco israeliano aveva preso di mira l’edificio consolare della Repubblica islamica a Damasco, uccidendo alti comandanti delle Guardie rivoluzionarie e colpendo quello che Teheran considera territorio sovrano. Ma quando è arrivato, è stato molto più grande del previsto: più di 300 droni, missili balistici e da crociera lanciati da più fronti. Con il sostegno degli Stati Uniti, l’esercito israeliano ha dichiarato che le difese aeree sono state in grado di abbattere “il 99%” dei proiettili.
Andrew England su Financial Times

Hai già vinto, fermati. Dopo un attacco massiccio iraniano contro Israele, tensioni si sono scatenate a Washington. Il presidente USA, Joe Biden, ha comunicato telefonicamente con il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, esprimendo sostegno indistruttibile a Israele e sottolineando il successo della difesa antiaerea contro l’attacco; al contempo, Biden ha sottolineato la necessità di evitare rappresaglie e un’escalation del conflitto. L’amministrazione USA preme per la de-escalation regionale, con la politica di non desiderare un conflitto esteso con l’Iran. Nonostante ciò, all’interno dell’amministrazione americana, ci sono dubbi sulla capacità di Netanyahu di mantenere la calma. Infine, l’approccio degli Stati Uniti rimane quello di difendere Israele, pur ricercando vie diplomatiche e di sicurezza atte a contenere la situazione
Alberto Simoni su Stampa

La risposta. Dopo l’attacco dell’Iran su Israele, il gabinetto di guerra di Netanyahu valuta una risposta militare ma rimane al momento vaga sui dettagli di tempi e modi dell’azione ritorsiva. Nonostante il presidente USA Biden si opponga a un’escalation, invitando a una risposta diplomatica forte, il leader supremo iraniano Khamenei minaccia di conquistare Gerusalemme. Il sistema di difesa israeliano ha intercettato quasi tutti i 330 ordigni lanciati, grazie anche all’aiuto di paesi alleati, tra cui sorprendentemente la Giordania. Mentre l’Iran esulta per l’attacco, Israele può rivendicare un successo difensivo e strategico, considerando l’efficacia dell’intercettazione e la possibile costruzione di una coalizione anti-Iran. Tuttavia, il futuro delle azioni di Netanyahu rimane incerto, con pressioni interne per una risposta militare diretta e la potenziale ricerca di un confronto con Hezbollah nel sud del Libano
Fabio Tonacci su Repubblica

Cielo di fuoco. Gerusalemme è stata sorprendentemente colpita da un attacco iraniano, una scena mai vista prima dove missili incandescenti e letali sono stati lanciati sopra la città sacra e intercettati dal sistema di difesa israeliano. Ali Khamenei, leader iraniano, ha dichiarato che Gerusalemme sarebbe stata conquistata dai musulmani, ma molti palestinesi dubitano della sincerità dell’Iran, criticando la tempistica dell’azione e sospettando altri scopi politici. Gli attacchi non miravano a colpire direttamente la città, ma obiettivi militari israeliani, e sono stati abbattuti senza causare danni. L’evento ha lasciato la popolazione locale divisa tra paura ed eccitazione, con alcuni palestinesi che si sentono usati come pedine in un gioco geopolitico più ampio.
Fabio Tonacci su Repubblica

Russia e Cina con Teheran. Il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, ha esortato il primo ministro israeliano Netanyahu a incassare la vittoria diplomatica ottenuta senza ricorrere a rappresaglie che potrebbero allargare il conflitto in Medio Oriente. Durante il G7, l’Occidente ha manifestato pieno sostegno ad Israele, condannando l’aggressione iraniana e chiamando all’azione per la crisi di Gaza. Tuttavia, c’è la preoccupazione che Netanyahu possa essere tentato di sfruttare il conflitto per fini politici interni, rischiando un’escalation incontrollabile. Biden, sostenuto dagli alleati, cerca di bilanciare il sostegno a Israele con la prevenzione di un conflitto regionale, mentre Russia e Cina osservano la crisi come un’opportunità di rafforzare il fronte anti-occidentale. Le azioni future di Israele e gli sviluppi in Medio Oriente determineranno il successo della strategia di Biden di contenimento senza esasperazione dei conflitti.
Paolo Mastrolilli su Repubblica

G7. Giorgia Meloni presiede una riunione straordinaria del G7, convocata dal premier italiano per discutere la risposta all’attacco iraniano a Israele. Dopo una gaffe diplomatica di Biden, i leader mondiali esprimono piena solidarietà a Israele e condannano l’Iran per l’attacco, chiamando entrambe le parti a evitare ulteriori escalation. L’incontro ribadisce la necessità di un cessate il fuoco immediato e sostenibile a Gaza e il rilascio degli ostaggi da parte di Hamas. La coesione tra i paesi del G7 emerge nonostante differenti posizioni e relazioni con Israele, sottolineando l’importanza dell’unità internazionale di fronte a tensioni regionali.
Monica Guerzoni su Corriere della Sera

Il ruolo decisivo dell’Italia. L’ambasciatore Giampiero Massolo pone l’accento sulla cruciale capacità di moderaizone dell’Italia, che, nella sua posizione di presidente del G7, gioca un ruolo chiave sui palcoscenici diplomatici internazionali. Nel contesto degli attacchi iraniani dopo l’azione di Israele, Massolo nota la prevedibilità dell’assalto e il peso simbolico più che distruttivo di questa mossa. Sottolinea l’importanza di evitare una reazione eccessiva da parte di Israele per prevenire un’escalation del conflitto. Infine, Massolo evidenzia un nesso tra gli eventi in Medio Oriente e il conflitto in Ucraina, interpretandoli come parte di una rivalità globale che mira a ristrutturare gli equilibri mondiali, con Cina e Russia in primo piano come protagonisti.
Edoardo Sirignano su Tempo

Dottrina Blinken. La “dottrina Blinken”, dal nome del segretario di Stato Antony Blinken, ha segnato un cambiamento nell’uso dell’intelligence statunitense, rendendo pubbliche informazioni che di solito rimanevano segrete. Tale strategia è stata applicata per la prima volta nel 2022, quando gli Stati Uniti hanno svelato piani militari russi smentendo le affermazioni del Cremlino, e poi ancora nel conflitto tra Iran e Israele, pubblicando anticipo i piani iraniani. La divulgazione di tali dati ha aiutato a screditare pubblicamente il presidente russo e a contenere la reazione iraniana, evitando possibilmente una guerra su vasta scala. Questo approccio, che prende il nome dal segretario di Stato che lo ha promosso e praticato, è volto a contrastare le fake news e le menzogne dei dittatori mostrando prove tangibili contro di loro
Enrico Franceschini su Repubblica

Arma atomica. Il programma nucleare dell’Iran è avanzato al punto che Teheran potrebbe essere vicina all’acquisizione di un’arma atomica, nonostante il decennale fallimento della diplomazia internazionale. Israele, considerando una possibile operazione militare come ultima opportunità per bloccare l’Iran, si trova di fronte a un attacco iraniano che potrebbe essere usato come giustificazione per colpire i siti nucleari iraniani. Gli Stati Uniti hanno intensificato la loro presenza militare nella regione, mentre gli sforzi diplomazie passati, tra cui l’accordo JCPoA abbandonato da Trump, non sono riusciti a fermare l’Iran dal procedere nell’arricchimento di uranio. Ora l’Iran ha una quantità di uranio altamente arricchito sufficiente per diverse bombe, e l’Agenzia Internazionale dell’Energia Atomica (AIEA) ha avvertito che il paese è in grado di sviluppare una bomba atomica in breve tempo, aumentando le tensioni in uno scenario internazionale già complesso
su Sole 24 Ore

Giordania. La Giordania si è posizionata come membro chiave nell’alleanza anti-raid, supportando gli Stati Uniti e Israele contro le minacce di Teheran, intercettando droni e missili iraniani. Nonostante neghi ufficialmente il proprio coinvolgimento in operazioni militari, come gli attacchi aerei statunitensi in Iraq, i legami della Giordania con gli USA restano forti, evidenziati da un accordo di difesa e un sostegno finanziario americano di 845,1 milioni di dollari. Nel frattempo, crescono le tensioni interne date dall’aumento di sentimenti anti-occidentali e dal supporto ai Fratelli Musulmani, con sfide regionali complesse tra conflitto siriano, rifugiati e la pressione delle milizie filo-iraniane al confine. La minaccia di un’escalation del conflitto regionale e la possibilità di una nuova proxy war attraverso territorio giordano restano preoccupazioni reali per Amman.
Marta Serafini su Corriere della Sera

Indebolire la Casa Bianca. La strategia di Mosca, secondo Rosalba Castelletti, mira a sostenere l’Iran contro Israele per indebolire la presidenza di Biden negli USA, tuttavia la Russia teme le conseguenze di una possibile nuova crisi. Dopo il raid israeliano a Damasco, il ministero degli Esteri russo invita alla moderazione, pur sostenendo il diritto di autodifesa dell’Iran ai sensi dell’articolo 51 della Carta ONU. Medvedev suggerisce che un conflitto Iran-Israele potrebbe incidere negativamente sulle probabilità di rielezione di Biden. Nonostante queste tensioni servano a distogliere l’attenzione dall’Ucraina, una guerra aperta potrebbe esporre le vulnerabilità russe, già tese nell’intervento in Ucraina e limitate nella capacità di stabilizzare altre regioni. La Russia ha rafforzato la sua influenza regionale tramite alleanze con Iran e Cina, ma i suoi limitati mezzi di intervento rischiano di essere ulteriormente sovvertiti dalla crescente mediazione cinese.
Rosalba Castelletti su Repubblica

Ucraina. Il comandante supremo dell’Ucraina ha avvertito che il suo esercito, privo di equipaggio e di armi, sta lottando per fermare un’offensiva russa che si sta intensificando su più fronti, mentre Kiev implora i partner occidentali di aumentare le difese aeree e un pacchetto di aiuti militari cruciali rimane in stallo al Congresso degli Stati Uniti. “La situazione sul fronte orientale è peggiorata significativamente negli ultimi giorni”, ha scritto sabato su Telegram il comandante in capo ucraino Oleksandr Syrsky durante una visita alla regione orientale di Donetsk. Ha detto che una “significativa intensificazione delle azioni offensive del nemico” lungo i 1.000 km di fronte sud-orientale è il risultato diretto del fatto che il presidente russo Putin si è rafforzato in seguito alle elezioni isreeentee.
Christopher Miller su Financial Times

Tensioni. Un’imbarcazione della guardia costiera cinese ha bloccato per ore due navi governative filippine a poca distanza dalle coste del Paese del sud-est asiatico, in un’ulteriore escalation delle tensioni tra le due nazioni nel conteso Mar Cinese Meridionale. L’operazione di sabato sera ha avuto luogo a sole 35 miglia nautiche dalla costa delle Filippine e arriva mentre Pechino si oppone alle mosse di alto profilo di Washington di questa settimana per sostenere Manila, suo alleato, contro la Cina. La nave della guardia costiera cinese ha incontrato una nave da ricerca marittima filippina e una nave di scorta della guardia costiera filippina, secondo le immagini satellitari e i dati di tracciamento delle navi raccolti da SeaLight, un’iniziativa di ricerca open source che traccia l’attività marittima cinese nell’area.
Demetri Sevastopulo su Financial Times

POLITICA & CRONACA DALL’ITALIA

Bocciato Colaianni. Nelle elezioni comunali a Bari, emerge uno scenario di disaccordo nel centrosinistra, specialmente dopo il tentativo di mediazione di Nichi Vendola sulla candidatura del magistrato Nicola Colaianni. Giuseppe Conte, ex presidente del Consiglio, respinge l’idea di un candidato terzo e sostiene Michele Laforgia, mentre Elly Schlein critica Conte per attaccare più loro che il governo. Nel PD ci sono richieste di dibattito sul futuro del partito e sulla riforma, con la situazione di Bari rimasta irrisolta. La candidatura di Colaianni, nonostante il sostegno ricevuto, è messa in discussione per ragioni anagrafiche, e il vicesegretario del PD, Giuseppe Fumai, esprime la preferenza per Vito Leccese. Nel frattempo, il dibattito continua e sembra che la decisione finale sulla candidatura sia inevitabilmente destinata ad avvenire direttamente attraverso il voto popolare.
Davide Carlucci su Repubblica

Può dire quel che vuole, ci ha creato lui. Matteo Salvini, in replica alle critiche di Umberto Bossi, sottolinea che sotto la sua guida la Lega ha visto una crescita significativa, passando dal 4,1% alle politiche del 2013 al 34,3% alle Europee del 2019, per poi diminuire al 8,8% con l’ascesa di Fratelli d’Italia. Durante i festeggiamenti dei 40 anni del partito a Varese, in un clima di nostalgica continuità tra la vecchia e la nuova Lega, Salvini ammette di utilizzare le invettive di Bossi come stimolo per migliorarsi e riconosce i meriti di Maroni nell’aver preso in carico il partito dopo gli scandali. Nel suo discorso, elogia i fondatori della Lega per aver cambiato la sua vita e la storia d’Italia, citando il suo nuovo libro “Controvento”. In un contesto di celebrazione e riflessione, altri esponenti del partito come Giorgetti e Calderoli parlano di errori passati e dell’importanza di rimanere fedeli alle radici del partito, anche nei momenti di difficoltà politica
Cesare Zapperi su Corriere della Sera

Avanti aggirando i dissidenti. Il segretario della Lega Matteo Salvini, nonostante le critiche, sembra aver gestito bene le celebrazioni dei 40 anni del partito a Varese, evitando contestazioni e malcontenti. Nel frattempo, si prepara a lanciare il suo libro “Controvento” con una presentazione a Milano il 25 aprile, data che coincide con il corteo della festa della Liberazione. Un cambio significativo avviene sul panorama europeo con il Dansk Folkeparti che lascia il gruppo Identità e democrazia per unirsi al gruppo ECR guidato da Giorgia Meloni. Nonostante la diversità di oggi rispetto alle origini del partito, i sostenitori di Salvini sono convinti che egli rappresenti il passato, presente e futuro della Lega
Marco Cremonesi su Corriere della Sera

Spazio ridotto per i civici. Le liste del Partito Democratico (Pd) per le elezioni europee sono ancora in fase di definizione e potrebbero essere decise all’ultimo minuto. La segretaria del partito, Elly Schlein, potrebbe essere capolista nel Centro e nelle Isole, e la sua candidatura è vista come un modo per aumentare il numero di voti e rafforzare la sua leadership. Tuttavia, la sua presenza in tutte le liste potrebbe limitare lo spazio per i candidati civili e le altre figure del partito. Intanto, l’accordo per la candidatura di Stefano Bonaccini sembra ormai fatto. Le discussioni sulle candidature sono complesse, con sedi come il Nord Ovest che potrebbero vedere capolista come Cecilia Strada e altri posti contesi da figure sia civiche che politiche del partito.
Alessandro di Matteo su Stampa

Signori delle preferenze. Le dinamiche delle elezioni europee, con il ruolo cruciale dei “signori delle preferenze”, ovvero i politici locali in grado di attrarre un significativo numero di voti attraverso la rete di relazioni clientelari e di consenso territoriale. Politici come Totò Cuffaro e Edy Tamajo in Sicilia, con il loro ampio bacino elettorale, e le firme dell’establishment politico come Sandra Lonardo in Campania e Aldo Patriciello in Molise, sono esemplificativi di questa pratica. L’articolo rileva come, sebbene nelle elezioni europee dovrebbero contare ideologie e questioni a livello continentale, i “campioni locali del voto” rimangono figure centrali per la conquista dei seggi. Il testo evidenzia altresì le strategie dei partiti per accaparrarsi il supporto di questi potentati locali, nonostante passati scandali o divergenze ideologiche.
Emanuele Lauria su Repubblica

COMMENTI E CONTRIBUTI

Incognita Netanyahu. L’analisi di Ugo Tramballi si focalizza sull’attacco israeliano all’ambasciata iraniana a Damasco, seguito dalla reazione simbolica iraniana, che non si concretizza in danni ma serve a “lavare il disonore”. Secondo Tramballi, questa sequenza di eventi si inserisce in un ciclo di violenze che non risolve le tensioni nella regione, potenzialmente precipitando in una guerra vera e propria. L’articolo pone in evidenza l’incertezza legata alle intenzioni del Primo Ministro israeliano Netanyahu, i cui interessi politici interni potrebbero avere la priorità sull’interesse nazionale. Tramballi segnala un cambio di strategia nell’opposizione israeliana, che propone una reazione coordinata con alleati regionali e internazionali, piuttosto che un’azione unilaterale, una mossa che potrebbe rappresentare un’evoluzione significativa nella politica di sicurezza di Israele
Ugo Tramballi su Sole 24 Ore

Europa inerme. Il conflitto tra Iran e Israele rischia di portare il Medio Oriente al baratro della guerra, con l’Europa che si mostra inerme e incapace di un’azione congiunta a causa della mancanza di un’unione politica e militare. Le reazioni europee restano limitate a condanne verbali mentre gli Stati Uniti e altri membri del G-7 sostengono Israele. L’Europa si trova in una posizione difficile, senza la sicurezza dello scudo americano e con le minacce alla propria stabilità e integrità territoriale, soprattutto davanti alla persistente aggressione di Russia verso l’Ucraina. Nonostante ciò, il continente ha accolto nuovi membri nella NATO e sta affrontando la necessità di una propria autodifesa, sebbene questa richiederà tempo e profonde trasformazioni. La situazione è complicata dagli attacchi diretti dell’Iran che potrebbero inaugurare una nuova era di instabilità nel Medio Oriente, con impatti diretti e gravi sulla sicurezza europea e internazionale.
Adriana Cerretelli su Sole 24 Ore

Guerra show. Federico Rampini analizza il conflitto diretto tra Iran e Israele, amplificato all’attenzione globale dal sostegno USA, dove l’Iran ha evidenziato una linea rossa attraverso un attacco missilistico, sebbene sia stato in gran parte neutralizzato dai sistemi difensivi israeliani con l’aiuto anglo-americano. Gli sforzi di Biden si concentrano sulla de-escalazione per evitare un’escalation che sottolinei l’inferiorità militare iraniana e convenza entrambe le parti alla logica del disimpegno. Teheran predilige tornare a guerre per procura piuttosto che un confronto diretto, allineandosi senza volerlo agli interessi di Biden. Quest’ultimo, però, è sotto pressione sia dalla fazione filo-palestinese che chiede meno aiuti a Israele sia dalla questione umanitaria di Gaza, mentre a lungo termine gli USA dovranno affrontare il persistente antagonismo iraniano che mira all’eliminazione di Israele e alla cacciata degli USA dal Medio Oriente
Federico Rampini su Corriere della Sera

Armi e contromosse. L’Iran ha compiuto un attacco diretto contro Israele, superando la “linea rossa” e affermando che continuerà a rispondere se attaccato. La Repubblica Islamica si sta preparando a nuovi scenari bellici utilizzando strategie e armamenti avanzati, anche grazie al sostegno di milizie alleate nella regione. Nonostante i preparativi siano stati individuati per tempo dall’intelligence, l’Iran ha lanciato un significativo attacco con missili e droni, che sono stati in gran parte intercettati dai sistemi di difesa di Israele e dei suoi alleati. In mezzo a dibattiti sull’efficacia e le intenzioni dell’attacco iraniano, resta il fatto che Teheran si è dimostrata una potenza regionale significativa con capacità di proiezione ben oltre il Golfo. La tensione rimane alta, con Israele e le potenze internazionali preparate ad altre possibili provocazioni
Guido Olimpio su Corriere della Sera

Cosa unisce le due crisi. Le crisi in Ucraina e Medio Oriente mostrano l’assenza di una vera politica, con conflitti rappresentativi di un più ampio squilibrio che influisce sulle reazioni dei governi e radicalizza l’opinione pubblica. L’autore critica la percezione di equivalenza fra nemici e la doppia morale verso il comportamento dell’Iran e dei suoi alleati nel contrasto con Israele. Inoltre, mette in luce la mancanza di una strategia politica coerente in Occidente, dove le crisi vengono affrontate senza una visione a lungo termine, soprattutto considerando le imminenti sfide elettorali in Europa e la possibilità di un ritorno di Trump negli Stati Uniti. Infine, Buccini sottolinea l’urgenza per chi crede nella democrazia di agire contro l’entropia che minaccia il sistema liberale.
Goffredo Buccini su Corriere della Sera

Piccola Nato. Nelle ore successive all’attacco iraniano a Israele con droni e missili, due importanti dichiarazioni hanno delineato possibili scenari futuri nel Medio Oriente. In prima istanza, il ministro israeliano Benny Gantz ha annunciato la volontà di creare una coalizione regionale come risposta proattiva alla minaccia, mentre il secondo commento è giunto dal ministro degli Esteri iraniano, Hossein Amir Abdollahian, che ha affermato la fine della rappresaglia contro Israele, a meno di nuove aggressioni. L’articolo approfondisce le implicazioni della MEAD (Middle East Air Defence), descritta come una versione militare degli Accordi di Abramo, e l’inedita collaborazione della Giordania con Israele contro l’Iran. Infine, si sottolinea la probabile influenza degli Stati Uniti nella formazione di alleanze regionali ed il delicato equilibrio geopolitico della regione, con Israele che gioca un ruolo chiave nell’evoluzione della situazione
Paolo Garimberti su Repubblica

Assalto che non aiuta Gaza. L’analisi di Nathalie Tocci delinea una situazione delicata seguita all’attacco israeliano a Teheran in Siria, evidenziando che la risposta iraniana era prevista e una questione di “quando” e “come”, piuttosto che di “se”. L’Iran, cercando di evitare una guerra regionale e di mantenere le recenti migliorìe relazioni con i Paesi arabi, ha lanciato un attacco simbolico contro Israele utilizzando droni e missili, i quali sono stati in gran parte intercettati grazie all’intelligenza fornita dagli Stati Uniti. L’attacco non ha ristabilito la deterrenza iraniana; ha rischiato di offuscare l’attenzione sulla situazione umanitaria a Gaza e ha suscitato condanna internazionale. Gli Stati Uniti, pur condannando l’attacco iraniano, continuano a evitare un diretto coinvolgimento in un conflitto regionale, mentre il primo ministro israeliano Netanyahu sembra concentrare la sua strategia più sulla propria sopravvivenza politica che sulla pace in Medio Oriente.
Nathalie Tocci su Stampa

La parola ora a Israele. Sabato sera, il tanto atteso attacco iraniano a Israele è iniziato con un botto e si è concluso con un piagnisteo. Prima ancora che le centinaia di droni, missili da crociera e balistici lanciati colpissero Israele, la missione diplomatica di Teheran presso le Nazioni Unite ha rilasciato una dichiarazione che annunciava la fine del round. I proiettili in arrivo sono stati intercettati sopra i cieli di Iraq, Siria, Libano e Israele da una coalizione internazionale e non sono stati riportati danni gravi o vittime. Questo è stato il passo più pericoloso nella complessa e rischiosa guerra tra Israele e Hamas, che ha portato alla luce del sole.
Emile Hokayem su Financial Times

Cooperazione globale necessaria. La cooperazione globale è risultata essenziale per risolvere le crisi internazionali, ma il clima attuale è teso, paragonabile all’atmosfera precedente ai conflitti piuttosto che a una vera e propria collaborazione. Banca Mondiale e Fondo Monetario Internazionale, nati per favorire la cooperazione economica, si incontrano in un periodo caratterizzato da tensioni geopolitiche e da una distribuzione di potere che favorisce i Paesi più ricchi. La Russia, in seguito a una diminuzione della crescita economica, ha cercato il potenziamento attraverso l’annessione territoriale anziché la cooperazione. Ciò evidenzia la scelta tra relazioni economiche costruttive e opzioni militari distruttive. L’Occidente è chiamato a investire nelle istituzioni multilaterali per promuovere una maggiore equità globale e incorporare economie emergenti come la Cina in un sistema di regole condiviso.
Carlo Bastasin su Repubblica Affari&Finanza

Distretti. I distretti industriali italiani, studiati dall’economista Giacomo Becattini, continuano a dimostrare la loro importanza grazie alla loro coscienza dei luoghi e allo stimolo all’imprenditorialità e all’innovazione, rivelando una notevole capacità di adattamento alla sostenibilità e alla transizione energetica. Nonostante le diverse traiettorie di crescita, sviluppo o declino dei distretti, emerge un impegno verso l’innovazione e l’investimento in tecnologie, come dimostra il rapporto di Intesa Sanpaolo, che evidenzia il contributo significativo dei distretti all’esportazione italiana e la loro resilienza, specialmente in un anno difficile come il 2023. Il rapporto segnala il recupero dei distretti della meccanica e la competitività mantenuta nonostante le incertezze economiche, con un continuo ringiovanimento imprenditoriale e un interesse crescente da parte del private equity. Infine, la dipendenza dell’Italia dalla Germania è calata e si osserva un aumento della capacità di adattamento delle imprese in un contesto di crescente divaricazione delle performance all’interno dei distretti.
Ferruccio de Bortoli su L’Economia del Corriere della Sera

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